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M.I.N.D.

TrackList
- Zarathustra
- Self Destruction
- Carnage
- Speak My name
- Run For Glory
- The Evil Inside
- Pain
- Sorrow
- Giant
- Sea Storm
REAPTER - M.I.N.D.
(2013 - Buil2Kill Records/Audioglobe)voto: 6/10
Band capitolina attiva dal 2005, i Reapter hanno già dato vita a un paio di ep, adesso ci propongono un full-length di dieci pezzi. 'M.I.N.D.', questo il titolo, è fortemente orientato verso sonorità speed-thrash vecchio stampo
Parte bene il disco, con un trittico di pezzi potente e convincente. Influenze primarie sembrano essere nomi quali Exodus, Forbidden e – perché no – Testament; alcuni passaggi vanno poi a inquadrarsi in una tradizione tipicamente heavy, tanto che in 'Zarathustra' è possibile avvertire echi dei primissimi Maiden. Le velocità si mantengono sempre alte, anche durante gli assoli.
L'intensità va però calando man mano che si procede con l'ascolto: da 'Speak My Name' in poi i pezzi sembrano non avere più lo stesso tiro, e non basta un accentuazione della componente thrash per creare un maggior interesse. Con il lento semi-acustico 'Pain', poi, l'attenzione crolla definitivamente: il brano in questione spezza davvero troppo i ritmi, forse anche a causa di una linea vocale che non riesce a smuovere la sfera emotiva dell'ascoltatore.
Le song conclusive rialzano parzialmente le sorti del disco, grazie alla ferocia di 'Giant' e soprattutto al valido mix tra melodia e robustezza presentato nella conclusiva 'Sea Storm', forse il brano più riuscito, sicuramente il più completo; e così 'M.I.N.D.' va ad assestarsi sulla soglia della sufficienza.
Dal mio punto di vista questo disco è un'occasione mancata, perché la band da l'impressione di avere molte più cartucce in canna di quelle che poi spara realmente. Sicuramente errato, in quest'ottica, l'ordinamento dei brani: sembra quasi che i Reapter vogliano dare tutto e subito, perdendo così di vista la continuità. Peccato, ripeto, perché non mancano episodi che mostrano un certo valore.
Francesco Salvatori