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Ethereal Decay
HELSLAVE - Ethereal Decay
(2013 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
Fin dal primo ascolto i romani Helslave ci suggeriscono due nomi: Dark Tranquillity, forse per quei riff cavalcanti di chitarra e sicuramente per la voce, e In Flames, per quel connubio di cattiveria e melodia, che stranamente si sopportano piacevolmente a vicenda.
Davvero buona impressione, per quello che riesco ad ascoltare in 3 track: chiaramente ispirati dalle leggende svedesi, ci porgono con l’Ep “Ethereal Decay” un death violento, ingegnoso, curato, ben ideato ed amalgamato.
Anzi, fin troppo ben concepita come musicalità per essere una band emergente.
Partono in quarta con “Ethereal Decay”: agguerriti e prepotenti, si alternano musicalmente parti di leader, ogni strumento contribuisce ovvero nella propria unicità a rendere il tutto completo e vario. Non mancano spezzoni brutal a metà canzone, poi death, poi metalcore ed infine ancora death.
La successiva “Hypocrite Messiah” segue più o meno lo stesso schema, avendo di particolare momenti melodici sempre seguiti dall’onnipresente blast beat, alternato ad ingegnosi artifici e virtuosismi che tradiscono la dimestichezza e la bravura dello stesso batterista. Stesso discorso vale per la chitarra: assolutamente ben gestita e ben inserita con parti cangianti ed originalmente ben sviluppate.
Ultima ma non ultima, l’omonima “Helslave”: anche qui doppio pedale, rullate e riff pesanti che lasciano spazio infine a giochi melodici.Passando alla registrazione (16th Cellar Studio), non trovo nulla da criticare: la gradevole percezione che si ha ascoltando l’Ep è assolutamente dovuta anche alla qualità del suono, davvero curato e buono.
Nulla di improvvisato in “Ethereal Decay”: ci aspettiamo il meglio da questa promettente band.
Blackstar