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Coverin' Thoughts

KARNYA - Coverin' Thoughts
(2012 - Bakerteam Records)voto: 10/10
Talento, capacità compositiva, gusto, i Karnya hanno decisamente tutto questo.
Torno con la mente al lontano 2004 quando spettatore di un noto locale Romano, Radio Londra, mi trovai una sera con amici a conoscere i Karnya. Ricordo bene la serata: e chi se la dimentica? Mi trovai di fronte a questo quartetto con chitarrista cantante che suonava successi del calibro di: Metropolis prt1, Paradigm Shift ecc. ecc. La mia reazione fu mandibola che cade e bocca aperta!!!
Per chi non li conoscesse, i Karnya sono una band progressive formata da Riccardo Nardocci - Vocals/Guitars, Dario Di Pasquale - Keyboards, Enrico Sandri - Bass, Luca Ciccotti – Drums, e ci presentano il loro ultimo lavoro "Covering Thoughts".
E' inutile dire che spicca su tutti la bellissima voce di Riccardo Nardocci, che è anche il virtuosissimo chitarrista della band, impressionante,ripeto, per il livello che riesce ad ottenere da entrambi gli strumenti: per farvi capire, è come se dentro questo ragazzo convivessero Russel Allen, James LaBrie, Andrè Matos, John Petrucci, Paul Gilbert e un pizzico di Steve Vai.
Da notare anche nella formazione una nostra vecchia conoscenza Enrico Sandri, già recensito tempo fa come bassista della spettacolare band Utopia.
Non vi nego che il voto da dare a questo disco è 10: è perfetto, musicale, tecnico, melodico, ben arrangiato, con i suoni giusti, ricco di sfumature che vanno dal prog anni 90 fino ai sound più moderni (dai Dream Theater e Marillion ai Tool e gli Ark).
Ma non solo!
Tratti incisivi dei brani, anche forti dosi di Hard Rock come si evince da "Ego's End" che strizza molto l'occhio anche all'Aor con synth molto evidenti e un cantato più sporco.
Da segnalare anche le forti influenze di band come Elegy, Shadow Gallery, Vanden Plas, Symphony X, Angra: questo disco è il sunto del prog dai tempi dei Rush ai giorni nostri!!
Notevolissime le tastiere di Dario Di Pasquale, mai troppo invadenti e molto ben arrangiate, come si può sentire nel brano "Paraphreniac", in cui si passa da un'intro alla Angra, molto lenta ed interpretata, che verte subito al prog più classico con inserti alla Primus con tanto di slap di basso di Enrico Sandri.
Piacevolissima sorpresa l' ultimo brano "Still Alive" che verte sempre su toni melodici che variano dal cupo alla Opeth all'aperto stile più Angra del disco Temple of Shadows.
Altri brani che sono degni di nota sono: "Where The Silence Remains" (forse il migliore dell'album), "Fallen Angel" (ballad bellissima con un'ottima idea di tempo di Luca Ciccotti), "Wait for more" (ricorda molto le produzioni di Trent Gardner).
Che altro dire? Bravi!
Giacomo Paradiso



