Voto: 8

Italia e Danimarca si fondono: Profezia è un progetto i cui membri principali sono Kvasir (qua polistrumentista), già membro degli Abhor (storica formazione nostrana di cui parlerò nella mia prossima recensione), e tal Ynleborgaz (incaricato del lavoro alle pelli), noto per lo più per dilettarsi nascondendo il proprio nome dietro moniker quali Angantyr o Make A Change… Kill Yourself. È proprio da Angantyr che i Profezia prendono maggiormente spunto, dando vita ad un lavoro black metal old school che si colloca ad un livello superiore rispetto all’uscita media nostrana, e anche in campo internazionale si candida ad essere una delle uscite più interessanti dell’anno.

Se non avete mai sentito un discone come ‘Sejr’, magari chiudendovi nella convenzione che il black metal di pregiata fattura si produca solo in Norvegia, vi manca un pezzo di cultura; se invece già lo conoscete (e dunque, presumo, lo aprezzate), i cinque brani che i Profezia ci propongono con ‘The Truth Of Ages’ faranno la vostra felicità. Senza mai pigiare troppo sull’acceleratore – sono più i momenti in blast beat che non quelli in doppia cassa – questo progetto dimostra una visione d’insieme e un riffing fuori dal comune, tra rallentamenti in grado di far impallidire i migliori Mayhem dei tempi che furono (‘A Moment Of Control’) e atmosfere malate fatte di note singole che riescono ad emergere, timide ma travolgenti, dal muro sonoro creato (‘The Secret To Eternity’‘The Truth Of Ages’).

Nessun compromesso, nessun rimorso, nessuna pietà. La schiva e glaciale marcia delle chitarre ferma il tempo, conduce in una dimensione alternativa, dimenticata. Persino un brano globalmente meno riuscito quale reputo ‘Visions…’ non manca di offrire momenti che invitano ad abbandonare la propria mente alla musica, pronta ad accoglierla a braccia aperte e trasportarla in un viaggio distorto senza eguali. Trovare un punto morto in ‘The Truth Of Ages’ è a dir poco un’impresa. Anche la voce, solitamente non trascendentale (ma, si sa, nel black metal sono ben altre le cose che devono essere in evidenza), di tanto in tanto sale in cattedra e detta legge, vedasi ‘The Celebration Of Decadence’.

Ah, quasi dimenticavo: dati i personaggi coinvolti, come poteva mancare una rilassata fase ambient? La scelta, in questo caso, ricade sull’usarla per chiudere le danze, affidando così i minuti finali della title-track ad una soave tastiera molto atmosferica e sognante, una sorta di pace interiore quanto rabbia, violenza, attitudine all’aggressione si sono tutte spente lasciando una flebile scia in fade-out.

Personalmente al giorno d’oggi non mi aspettavo affatto un’uscita di questo livello nel panorama black metal, o almeno non in quello più legato agli albori del genere, privo di contaminazioni o sperimentazioni varie, ed è per questo che sto per concludere la recensione dei Profezia con un voto che non mettevo da moltissimo tempo. L’unico rammarico è che ‘The Secret To Eternity’ è il classico pezzo che avrei voluto aver scritto io…

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

  1. Visions…
  2. A Moment Of Control
  3. The Secret To Eternity
  4. The Celebration Of Decadence
  5. The Truth Of Ages

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Ewiges Eis Records
  • Genere: Atmospheric Black Metal

 

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