Quando i Preti Pedofili hanno scelto questo nome, neanche loro probabilmente immaginavano quanto oggi il tema si sarebbe rivelato delicato e d’attualità. Di loro abbiamo già parlato in occasione dei due ep ‘Golem’ ‘Faust’, e ora siamo di nuovo qui pronti ad ascoltare il nuovo ‘L’Age d’Or’, prima prova sulle distanze che contano. Difficile definire in maniera nitida la musica che i nostri ci propongono, ma certa è la presenza di componente di derivazione noise rock e ancor più palpabile quella di elementi psych.

‘L’Age d’Or’ spiazza l’ascoltatore partendo bruscamente: una sorta di pre-selezione operata dalla band sul potenziale pubblico, per scremare quello non adatto al lato ruvido dei brani in questione. La proposta dei Preti Pedofili, infatti, non va presa sottogamba: occorre una buona concentrazione per districarsi nella giungla di suoni che ci propongono, tra ritmi spezzati e scleri tipici di un hardcore senza compromessi; ma soprattutto, per seguire le linee vocali, spesso sotto forma di voce narrante, talvolta un po’ ermetiche ma illuminanti (“se la libertà non è in me, non la troverò da nessuna parte” – ‘Iride’). Scopriamo, infatti, che l’album è un concept incentrato sull’omonimo film surrealista di Bunuel e Dalì, la cui atmosfera si propone di recuperare.

Quasi come se dovessero farsi perdonare tanta scontrosità (tracce come ‘Bergotten’ o ‘Cancro’ sono davvero dure), i nostri si lanciano spesso in linee psichedeliche di quelle che, ripetute a oltranza, vanno a permearti la mente in una sorta di tic ossessivo e compulsivo. Un primo esempio è la (lunga) coda di ‘Self Made Man’, arpeggiata a oltranza, ma questo è uno schema che tende a ripresentarsi (‘C’Est Femme l’Autre Nom de Dieu’, ‘Hate’), più marcato sul finale del disco.

Ma come interpretare, alla fine, questo album? Parliamoci chiaro, anche alla luce di ripetuti ascolti varie soluzioni continuano ad apparire di scarsa digeribilità, il che sicuramente è in linea con l’ambientazione che la band vuole creare, ma finisce per impattare sul giudizio finale. Il mio parere, al momento, parla di una band che mostra delle buone cose ma che deve ancora affrontare un processo di maturazione.

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

  1. Iris
  2. Mavis
  3. Self Made Man
  4. Cancro
  5. Dies Irae
  6. C’Est Femme l’Autre Nom de Dieu
  7. Vio-Lento
  8. Begotten
  9. Primo Sangue
  10. Hate

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Black Mass Prayers
  • Genere: Noise/Psych Rock

 

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