Voto: 8

Potere del destino.

La prima volta che ho sentito parlare dei Rustless è stato a febbraio di questo anno. Ero in un noto locale rock di Rho. Quel nome venne fuori casualmente, davanti ad una vodka redbull, e fu lì che scoprii che si trattava nientepopòdimenoche della band formata da ben 3 ex Vanadium (inutili le presentazioni,direi) ossia Stefano Tessarin chitarre, Ruggero Zanolini tastiere e Lio Mascheroni alla batteria.

A completare la formazione Roberto Zari alla voce ed Emanuele Panza al basso.

La band ha all’attivo altri due album Start from the Past del 2008 e “Silent Scream” del 2010. Con “Guardian Angel” siamo al terzo lavoro ed ammetto, mea culpa, che prima di questo ultimo album non li conoscevo affatto.

Non mi è stato difficile però apprezzare da subito la grande professionalità della band, forte dell’esperienza passata, che traspare indubbiamente in tutto il disco.

Sia chiaro. Non è stato affatto facile recensire questo album. Ci sono voluti diversi ascolti per “sentirlo” davvero (e non limitarsi ad ascoltarlo) ed averne una visione completa. Perché è un disco estremamente raffinato, ma anche estremamente eterogeneo e pieno di sfumature che vanno dall’ hard rock  a un più elitario prog ed un ancora più raffinato AOR.

Il brano di apertura “A New Beginning”, così come la quinta traccia “One Day”, suonano ed esempio quasi più epici rispetto a brani come “Remember Your Name” nei quali si vira più verso un hard rock di stampo anni 70, con una chitarra iniziale che ricorda vagamente, per capirsi, il Ted Nugent di “Strangehold”.

In  “I Don’t Care” e “Coming Home”, prendono invece ampio spazio e respiro le tastiere che ritorneranno copiose anche in altri brani (senza comunque mai appesantirli nel complesso) come la splendida “Summer Rain”, sorprendente e per certi aspetti quasi più oscura e misteriosa rispetto all’impronta dell’intero disco.

Splendida e struggente la title track “Guardian Angel”, uno dei brani indubbiamente più belli dell’album ma anche quello con il quale ho avuto decisamente più problemi di approccio per la complessità che al primo ascolto può inibire un ascoltatore meno attento e meno devoto alle sonorità più ricercate.

“The Night Before” rimanda ad atmosfere decisamente più prog, insieme alle successive “Trying Not to Fall” e la splendida e strumentale “No Frontiers” con giochi di tastiera e chitarra magistrali.

Splendida e particolare “Toughts”, brano che inizia in modo delicato, quasi effimero, per concludersi con un suoni più decisi e hard rock, in una progressione di ritmi pazzesca e coinvolgente.

Chiudono questo piccolo capolavoro tutto orgogliosamente italiano “Save Me”, in linea con le melodie fin qui proposte a cavallo tra hard rock e prog, e la strumentale “After the End”, ballata di chiusura di un album decisamente sorprendente.

Mi fermo ad ascoltare quest’ultimo pezzo ancora un po’.

Chiudo gli occhi e ritorno con la mente, inevitabilmente, a quando ho sentito per la prima volta il nome di questa band qualche mese fa.

Chi l’avrebbe mai detto…

 

Valentina ‘Viper’ Martini

 

TrackList

01. A New Beginning

02. Remember Your Name

03. I Don’t Care

04. Coming Home

05. One Day

06. Summer Rain

07. Guardian Angel

08. The Night Before The War

09. Trying not to Fall

10. No Frontiers

11. Thoughts

12. Save Me

13. After the End

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Buil2Kill Records
  • Genere: Hard Rock

 

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