Voto: 8

È quando mi capita di dover recensire album come questo omonimo debut dei Rockazzi che faccio un grande sorriso. Edito da Pavana Rec, questo dischetto può suscitare la curiosità di differenti palati, ricco come è di influenze diversificate, rielaborate in un contesto forse non innovativo ma assolutamente personale e per certi aspetti coraggioso. La band stessa cita influenze che vanno dai Cynic Vasco Rossi, dai Meshuggah ai The Strokes… ed in dosi più o meno massicce…. è vero. Ecco ora immagino che tanti tra di voi si aspetterebbero la coniazione di qualche strano sottogenere, ma no. Il combo romano suona ROCK. Di quello buono, aggressivo, sanguigno e verace, cantato in italiano.

Molti gli aspetti che mi hanno colpito di questo lavoro: in primo luogo la capacità della band  di variare atmosfera e influenza all’interno dei brani senza risultare discontinua o illogica, dando una dimostrazione di maturità notevole; l’irriverenza di fondo, accompagnata da testi di protesta sì, ma mai banali, che meritano di essere ascoltati e che ben si fondono con le atmosfere musicali; la prova strumentale della sezione ritmica formata da Daniele Longo (batteria) e dall’ex Novembre Luca Giovagnoli al basso, sempre solida  nei passaggi più ritmici e raffinata nelle divagazioni di stampo progressive. 8 brani “diversi” seppur riconducibili alla stessa mano, ed un altro grande pregio di questo lavoro risulta essere quello di non stancare l’ascoltatore anche dopo diversi ascolti.

Le canzoni si assestano tutte su alti livelli di gradevolezza, senza cadute di tono, sempre dotate di un gran tiro anche nei passaggi più lenti o  dilatati, in cui oltre all’ottimo (e già citato) lavoro ritmico si uniscono un lavoro chitarristico mai al di sopra della righe ma sempre puntuale e incisivo, senza virtuosismi inutili e inappropriati e una voce quasi sempre “sporca”, urlata ma non strillata, che dona una certa dose di aggressività ma non risulta fastidiosa, anzi, rende bene nel contesto . Tra i miei highlights del disco la seconda traccia “Alieno” carica di groove e con un bell riff adrenalinico alla Velvet Revolver , la successiva “Angelica” irriverente nel testo , stoppatissima nelle strofe che poi si lanciano in un ritornello che non potrà farvi stare fermi e la conclusiva “47” caratterizzata da atmosfere tanto care ai Tool. Ma anche tutti gli altri brani offrono spunti interessanti, come gli sprazzi crossover dell’opener “P.E.S.A” o gli intriganti tappeti ritmici di “Prete”.

In conclusione, pollice alto per questo combo romano, capace di proporre un disco interessante ed intrigante, intelligente e irriverente. Da ascoltare senza esitazioni.

 

Enrico Pulze

 

TrackList

1. P.E.S.A.

2. Alieno

3. Angelica

4. Leno

5. Ira

6. Prete

7. Sputa

8. 47

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Pavana Rec
  • Genere: Rock

 

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