Voto: 7
Formatisi nel 1999, i torinesi Soul Mask sono inizialmente dediti ad un power metal piuttosto classico. Uno scioglimento avviene nel 2006, dopo la release di due demo ed un LP, chiamato ‘Ruins’. La band torna in attività nel 2011, per volere iniziale del chitarrista Marco Malacarne: nel 2012 la band registra, dunque, un EP chiamato ‘Shadows’, mettendo in rilevanza quanto era già stato fatto misto a ciò che di nuovo era stato appreso, esibendosi anche fuori dall’Italia, mentre nel corso del 2014 vede la luce un ulteriore EP, chiamato ‘Streben’, composto da cinque pezzi, deduco autoprodotto, e sotto alcuna etichetta, non trovando informazioni a riguardo.
Bene, andiamo subito a cominciare!
Una breve intro dai richiami mesti apre l’opener ‘Release The Mask’, che da lì a poco scoppietta in tutta la sua potenza. Il vocalist Ruben Crosara, con mia sorpresa, alterna un cantato alto e pulito, tipico del power metal, con un’altra timbrica, ad opera del bassista Giorgio Matteoli, più impostata su uno scream moderno, proponendo un piacevole lead molto melodico, che si sposa perfettamente con la traccia, molto scorrevole, arricchita da cori “urlati” molto à la Manowar di Die For Metal, per intenderci, e addolcita anche dal suono di tastiera. Un giusto mix di power metal fuso con elementi più moderni. Intro psichedelica seguita da un bel tappeto in distorsione ci presenta la seconda traccia, l’omonima ‘Streben’, che invece ci propone un sound più assestato sull’ heavy/power, con alcuni rimandi più cari al metal sinfonico e al progressive metal, rivelandosi ugualmente scorrevole e gradevole, ma meno incisiva rispetto alla traccia d’apertura, mettendo in risalto la tecnica nelle sezioni d’assolo. Un buon colpo è, piuttosto, messo a segno da ‘Nighty Night’, che si dà un moderato freno sulla velocità, ritornando ad un cantato melodico mescolato ai dolci tasti della tastiera, ed un orecchiabile giro chitarristico, con influenze canore più legate, a tratti, all’alternative metal. Altro pezzo, altra apertura di tastiera: ‘Ocean’ si propone come una traccia più lunga, ma devo dire davvero piacevole, varia, sempre melodica, con una maggiore influenza progressive che non contamina in alcun modo la scorrevolezza presente nel pezzo. Bene! Tocca ora al brano conclusivo, ‘Amnesia’, che è una summa di quanto già sentito, che recupera tempi rallentati, mentre a più riprese è proposto di sottofondo un arpeggio, sopra il quale si muove il preminente cantato, per una traccia che mette la parola fine al disco con un’ outro strumentale d’assolo. Pezzo con qualche chicca, non d’impatto come i precedenti, ma con i suoi punti di forza.
Bene, tiriamo ora le somme… ‘Streben’ si rivela un disco certamente melodico, a tratti orecchiabile, piacevole, e suonato da musicisti con un’idea precisa in mente. Un disco che, personalmente, credo sia in grado di donare emozioni che vanno ben oltre la mera e fredda tecnica, su cui avrò modo di esprimermi più avanti. Le “nuove” influenze, almeno quelle che ho individuato io, si rivelano un’aggiunta che non rovina affatto il risultato finale. Particolarmente efficace è il cantato che, come già accennato, è molto preminente, e la timbrica gentile (per quanto classica, nel genere) del vocalist è un buonissimo connubio con il sound proposto dalla band, a partire dagli assoli puliti di Malacarne, o della ritmica mai eccessivamente pesante di Rico Klimtova, con cui si sposano perfettamente gli interventi in keyboard del tastierista Alexandros Muscio, e, ancora, il drumming azzeccato di Davide Valerio. La tecnica è messa in risalto quelle poche volte, senza essere eccessiva, senza disturbare, senza proporre “botte” improvvise che potrebbero confondere l’ascoltatore. Insomma, quel tanto che basta. E’, a mio avviso, il modo migliore di proporla. Ciò che mi impedisce, però, di appioppare un voto piuttosto elevato, è il fatto che sono comunque avvertibili pezzi meno d’impatto rispetto ad altri, ma non per questo immeritevoli. Aspetto una release più corposa, perché sono dell’idea che la band vada tenuta d’occhio! Acquisto consigliato, ovviamente.
Francesco Longo
TrackList
1. Release The Mask
2. Streben
3. Nighty Night
4. Ocean
5. Amnesia
- Anno: 2014
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Power Metal
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