RISING SILENCE – Rising Silence

Voto: 6.5

I Rising Silence sono una giovane metal band cagliaritana con poco più di due anni di vita, che approda a questo EP di 5 tracce, autoprodotto ed uscito nel maggio di quest’anno. La miscela musicale della band, consta di vari elementi accomunabili al metal anni 80 di derivazione Speed/Thrash piu’ elementi di metal piu’ classico e prog metal, il tutto al servizio di una voce solista femminile che conferisce una certa impronta melodica prediligendo la pulizia vocale a spunti piu’ aggressivi. La melodia quindi svolge un ruolo abbastanza importante anche se in alcune tracce le velleita strumentali di impronta prog metal rubano spazio forse a delle strutture che potrebbero esere piu’ snelle e piu’ al servizio della parte cantata.

Il disco è suonato piuttosto bene e con una piu’ che passabile resa sonora, visto e considerato che siamo di fronte ad un disco autoprodotto. La cantante Laura Marongiu ha un timbro di voce molto pulito e si produce in linee vocali eseguite con precisione, il limite è che risultano un po’ piatte, senza particolari picchi di dinamica in un senso o nell’altro e soprattutto senza spunti melodici piu’ incisivi, per non voler usare il termine “accattivanti” che te le facciano rimanere in testa. Per quanto riguarda la parte strumentale Fabry Pinna alla batteria, Roberto Pani alle tastiere e Mattia Ledda alla chitarra svolgono un piu’ che onesto lavoro eseguendo le loro parti con perizia, una menzione particolare per Stefania Cugia al basso che riesce a dare la sua impronta in un paio di pezzi.

Non mi sento di segnalare nessun pezzo in particolare, tranne forse l’opener “Countless Nights”, il resto del repertoro non presenta, a mio avviso, spunti degni di particolare nota. La struttura dei pezzi dovrebbe forse farsi, come già scritto, in alcuni casi più snella, sacrificando qualche intermezzo strumentale in favore di strutture armoniche che possano sorreggere delle linee vocali più incisive. Il margine di miglioramento è ampio ed i mezzi sono tutti nelle mani di questi 5 ragazzi.

Blackie