Voto: 7
Dopo quattro album alle spalle e quasi vent’anni di carriera, ritornano sulle scene gli Abysmal Grief con un nuovo album dal titolo “Strange Rites of Evil“. Era da molto tempo che volevo ascoltarli attentamente e con questa nuova uscita, ho l’occasione per approfondire la loro proposta.
Per alcuni anni, ho sentito molti paragoni con il Maestro che fu Paul Chain e ciò mi ha estremamente incuriosito. Dopo vari ascolti dell’album, posso dire che la proposta musicale della band ligure non c’entra molto con quella dell’Artista pesarese; infatti lo stile dei nostri, pur prendendo ispirazione e traendo lezione dalla storica scena doom italiana (Malombra ma anche Antonius Rex per alcuni aspetti) è riconducibile a uno stile più metal e horrorifico che dimostra di essere personale. Caratteristica dei loro brani, sono le macabre atmosfere ben congegnate con quelle piu’ metal e ciò riesce a dare quel tocco di oscurità che deve essere presente all’interno del genere.
L’iniziale “Nomen Omen“non lascia dubbi a riguard, puro doom metal dalle tinte estreme che sa essere molto inquetante. Con la seguente “Strange Rites of Evil“, sembra di vivere dentro un incubo musicale; qua dentro troviamo riff sepolcrali e cori maledetti che danno un tocco di mistero. La voce sepolcrale di Labes C. Necrotytus rende molto l’idea dell’oscura teatralità degli Abysmal Grief. Le composizioni sanno essere introspettive e dirette allo stesso tempo, anche se non di facile ascolto soprattutto per chi è abituato ad ascoltare un doom piu’ classico.
“Cemetery” e’ tra i brani piu’ inquietanti dell’opera. I tenebrosi suoni di tastiera e i riff ossessivi di chitarra, ci trasportano in un mondo di incubi e suggestioni. Il Doom vero e’ proprio. Segue la catacombale “Child of Darkness“. L’intro del presente pezzo sembra portarci in un labirinto senza uscita dove riff macabri si uniscono a disperate linee vocali. Volendo citare un film sul genere, direi che l’atmosfera deve molto alle gotiche e insane visioni del regista Mario Bava (del periodo Gli orrori del castello di Norimberga). L’assolo di chitarra è degno di nota per una chiusura quasi psichedelica.
Andando avanti troviamo la traccia migliore del disco: “Radix Malorum“. L’andamento sabbathiano della presente è facilmente coinvolgente; infatti riesce a unire tutti gli elementi dei brani precedenti. I suoni sono pregni di: Angoscia, senso dell’orrore e tutto ciò che dovrebbe essere espresso nel genere degli Abysmal Grief. Il vocalist è molto ispirato e questo sarà, sicuramente un elemento molto importante in sede live.
La chiusura dell’opera è affidata a “Dressed in Black Cloaks“ quasi a voler dire ai propri seguaci “noi siamo questi e così saremo“. La nera atmosfera, un susseguirsi di note oscure e tenebrose, si sviluppa da un’arpeggio molto intenso dal quale nasce un doom molto apocalittico e devastante.
In definitiva la bontà di “Strange Rites Of Evil”, anche se non di facile ascolto, potrà confermare il consenso tra i fan della band e tra gli amanti di questo stile di doom metal.
Domenico Stargazer
TrackList
- Nomen Omen
- Strange Rites of Evil
- Cemetery
- Child of Darkness
- Radix Malorum
- Dressed in Black Cloaks
- Anno: 2015
- Etichetta: Terror from Hell Records
- Genere: Doom
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