Voto: 6
Tra le band che si distinguono dalla massa e che quindi meritano attenzione ci sono sicuramente quelle che “ci credono”. Ma cosa si intende per crederci? Beh io ritengo che il crederci sia un mix bilanciato di impegno e perseveranza, autocritica e volontà di esprimere la propria arte.
I ProgressivExperience dimostrano di far parte della categoria presentandoci il loro terzo album in studio: ‘The Storm‘. Il disco presenta 7 tracce che sono esattamente la metà di quelle inserite nel lavoro precedente: ‘Inspectra‘. Presumo quindi che si sia voluto presentare un lavoro più ordinato e che punta maggiormente sulla qualità. ‘This war‘ è il brano di apertura e ha i giusti presupposti per un buon ascolto. Le partiture di chitarra, basso e batteria si trovano a vicenda lungo tutto il brano, e la band effettua una buona prestazione a livello tecnico. ‘The White Room‘ è un brano riflessivo, frutto di un armonico connubio tra musica e parole. Il crescendo è elaborato moderatamente, senza mai esagerare e volto ad accompagnare una sentita interpretazione vocale. La realizzazione della chitarra acustica è ottima nei suoni e perfetta nell’esecuzione. Il pezzo è promosso a pieni voti e merita l’ascolto.
‘Statesman‘ invece parte con il piede sbagliato, l’entrata della doppia voce non è studiata a dovere, si presenta come forzata e innaturale. Inoltre parte degli armonici sono fuori tonalità e poco aggraziati. Sfortunatamente questa scelta ci accompagna per tutto il primo pezzo del brano e in parte anche sul finale anche se con volumi più bassi. La parte strumentale non rende, gli stacchi conseguenti sono molto ripetuti e poco progressivi. Inoltre avere le chitarre così indietro e la batteria in primo piano, non aiuta il pezzo, che stufa facilmente. Eccoci giunti a ‘The Storm‘ titolo che nominando l’album genera determinate aspettative. L’introduzione è centrata e rende l’idea di quiete prima della tempesta, è come se la band ci preparasse per un grande evento… Tra il secondo e il terzo minuto abbiamo l‘entrata del piano che calma le acque e si trova bene con la parte canora. Sul finale del pezzo abbiamo un breve crescendo che a mio avviso evidenzia, un mancato sviluppo e che da “ascoltatore”, non è abbastanza né per giustificare il titolo né le aspettative create finora dal pezzo. A parte questa piccola pecca il parere che ho sul brano rimane positivo e direi che funziona.
‘Glossolalia‘, apre in acustico: chitarra, piano e voce ed è gradevole dall’inizio alla fine. Questo è quello che aspettavo dalla band, “progressione”. Una progressione bilanciata, dinamica e soprattutto a portata della band. Sono belle le parole e le contro-voci femminili di sottofondo e a completare l’opera abbiamo l’inserimento di strumenti e suoni nuovi che creano la giusta l’atmosfera. La band dimostra di esserci e di poter fare molto bene. ‘Duel‘: è difficile da recensire… Il pezzo risulta incompreso.. mi piacciono le idee, ma la chitarra distorta rovina tutto il brano, che risulta privo di spinta… e qui mi fermo.
‘Life‘ è il brano conclusivo che dura ben 8 minuti e mezzo. Scrivere un pezzo di 8 minuti non è semplice e secondo me la band non è ancora pronta per questo. Mancano ancora la creatività e l’ordine di idee, l’affinità della band deve essere migliorata molto in quanto gli strumenti sembrano a sé stanti. Molte band ci provano, quasi nessuno ci riesce… non mi meraviglio.
Conclusione La band si dimostra valida e preparata sulle parti tranquille molto più che su quelle rockeggianti o metalliche. Gli ultimi due pezzi, purtroppo incidono sul voto finale che mira a valutare il lavoro fatto complessivamente. Nelle ultime due canzoni sembra si tratti di un album o addirittura di una band differente. Se si presenta un lavoro lo si presenta bene dall’inizio alla fine. Questa è una cosa che se non ricordo male avevo evidenziato anche nella recensione precedente. I suoni sono realizzati parzialmente bene: cosa manca? Beh: la DISTORSIONE della chitarra! Manca tutta dall’inizio alla fine. Se si vuol fare rock metal questo è un elemento che non può mancare. Non è solo un problema di volumi, che potevano essere alzati leggermente. Quello che manca principalmente è la nitidezza e la presenza di un suono che rimanendo poco definito e senza spinta, influendo negativamente su tutto il sound della band. La voce è calda e bilanciata sulle parti basse, ma per ciò che concerne le parti alte è spigolosa, a tratti imprecisa e fastidiosa. (per non essere frainteso ci tengo a sottolineare la parola “a tratti”). Le parti alte dovrebbero essere più ariose a voluminose. La cosa che è notevolmente migliorata è il reparto ritmico: gli strumenti si cercano a vicenda e soprattutto si trovano dinamicamente, ma si può ancora migliorare tanto. Il mixaggio penalizza la chitarra e tende a mettere la batteria davanti agli strumenti lasciando la voce in primo piano ma senza sostegno. La recensione può risultare dura, ma la percezione che ho della band non è negativa, in quanto ha dimostrato di saper lavorare su se stessa, elaborando e soprattutto esponendo i concetti con maggiore chiarezza. Il passo avanti rispetto al lavoro precedente è innegabile, speriamo di poter ascoltare un quarto album che sia più affine con le caratteristiche dei musicisti.
Paolo Prosil
TrackList
- This War
- White Room
- Statesman
- The Storm
- Glossolalia
- Duel
- Life
- Anno: 2015
- Etichetta: Relativity X Records
- Genere: Progressive Rock
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