Una caratteristica comune a moltissimi lavori di stampo stoner/doom è la durata dei singoli brani, che di solito superano abbondantemente i sei, addirittura sette minuti. I RAJ hanno deciso di discostarsi un po’ da questa tradizione, chiamiamola così, e hanno sfornato un lavoro eponimo di sole sei tracce e poco più di venti minuti di ascolto; un concentrato di suoni ed atmosfere che chiarifica in modo efficiente ed inequivocabile le intenzioni della band.
Ritmi lenti, voce leggermente metallica e melodica, riverbero e accordi di un certo spessore acustico sono i concetti chiave di ‘RAJ’, aperto da ‘Omegagame’. Ipnotiche le line vocale di ‘Eurasia’ e ‘Magic Wand’, mentre ‘Black Mumbai’ si pone come intermezzo strumentale dal sapore un po’ desert, un po’ psichedelico, disseminato di richiami a lande sconfinate immerse tra catene montuose con quaranta gradi all’ombra.
L’influenza sabbathiana in ‘Kaluza’ si avverte non tanto per la scelta della progressione degli accordi, quanto per il timbro un po’ nasale di Francesco, che proprio in questa traccia mi trovo a preferire rispetto alle altre. Ottimo l’intermezzo più orientato verso la ritmicità dello stoner che chiude il brano in feedback. Con ‘Iron Matrix’ torniamo su suoni più cantilenanti e capaci di indurre l’ascoltatore in una positivissima trance.
Una buona prima prova per i RAJ, l’EP è coerente ed omogeneo, forse anche troppo. ‘Black Mumbai’ è l’uno brano che si discosta un po’ dalla massa costituita dagli altri cinque ed il risultato è davvero interessante, quindi raccomanderei alla band di osare e non aver paura di continuare a sperimentare, in modo tale da dare vita ad un sound davvero unico.
Elisa Mucciarelli
TrackList
- Omegagame
- Eurasia
- Magic Wand
- Black Mumbai
- Kaluza
- Iron Matrix
- Anno: 2016
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Stoner/Doom Metal
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