Una fabbrica di acciaio nelle campagne maremmane, una caldaia a pieno regime di una locomotiva a vapore lanciata a mille, un altoforno che pompa magma incandescente senza soluzioni di continuità, un pugno in faccia che questi quattro romani assestano dritto nelle vostre belle facce gaudenti.
Una lezione magistrale per chi professa sempre e comunque un approccio evoluzionistico allo stile compositivo; una sintesi di potenza, una dimostrazione di forza che non ha eguali, lasciate ogni speranza o voi accademici del pentagramma perchè per manifesta inferiorità sarete costretti a lanciare la spugna ed arrendervi.
Il combo, con i soliti e dovuti cambi di formazione (nemmeno tanti a dir la verità) durante il tempo, si è formato nel 2007, e questo che presenta è il terzo full – lenght: 9 pezzi (più la cover di ‘Angel Witch‘) di follia sonora, di stop and go continui senza sosta, di rasoiate di chitarre che fendono le vostre fredde e anonime giornate. Ciò che mi ha colpito maggiormente è il percorso ritimico tracciato da un man machine rispondete al nome di Alessio Stazi: non è umana una prestazione simile, credetemi, c’è dietro qualcosa di fantascientifico a questo ragazzo che fa di pulizia, precisone e velocità le sue qualità da presentare a tutti noi.
Non troverete in questo cd degli spunti di altissima vena compositiva tali da farvi strappare i capelli e gridare al miracolo, ma qui vi è la summa dei maggiori gruppi Thrash che hanno segnato, volenti o nolenti, alcuni anche ob torto collo, le linee musicali dagli inizi degli anni 80. Gli assoli di Alessandretti hanno sempre delle aperture melodiche e ricordano più da vicino un Mustaine piuttosto che un Gary Holt di turno. Spesso si percepiscono le influenze che hanno patito i quattro laziali: negli stacchi godono le nostre trombe di Eustachio ondivagando tra terzinati maideniani e sospensioni à la Metallica (fino a ‘Master Of Puppets‘ però). La voce di Mitraya (che è anche chitarrista ritmico) nei latrati ricorda tanto molto quella di un certo Tom Araya, ma sarebbe riduttivo pensare che il suddetto abbai alla luna per tutta la durata dei pezzi registrati: nella passionale e sanguinolenta “Wood Of Suicides” se ne esce con una linea di cantato molto pacata e rabbiosa al contempo, che rimanda la mente immediatamente a quelle rimarcate nelle ballad sofferenti di gruppi come i Testament. L’unico neo è che a volte, qua e là, la pronuncia in inglese lasci trapelare che il nerboruto singer sia “uno de noaltri”, ma il finale del pezzo alla “Welcome Home” sgombra il campo da ogni dubbio e ogni tipo di lamentela veniale circa influenze e cadenze. Sarei curioso di vederlo all’opera con un testo in italiano e secondo me la resa sarebbe ottima data comunque la base musicale che supporterebbe nel miglior modo possibilela rabiosa vena canora.
Energia allo stato puro, un bolide di Formula Uno lanciato sul rettilineo e guidato con maestria da campione del mondo: non vi è traccia che arranchi, che possa perdere il ritmo, sembra che tutto il cd sia stato pensato in ogni minimo particolare da una mente esterna, una presenza superiore, una mano prode dal passato ha guidato questi ragazzi verso la ricerca della perfezione; se dopo 13 anni di sudata, onesta attività, fatta sicuramente di innumerevoli apparizioni su svariati palchi disseminati lungo la penisola, una band come questa si ritrova ad essere recensita dal sottoscritto, un carneade qualsiasi della penna critica metallica, allora questo la dice lunga sulla ormai annosa questione riguardante la fantomatica scena underground del metal italico tutto.
Comunque vi consiglio apertamente l’acquisto di cotal lavoro perchè, al di là dell’effettivo valore emerso da questi nove pezzi, con il vostro contributo economico renderete omaggio agli sforzi profusi da questi ragazzi.
Leonardo Tomei
TrackList
- Gods Of Illusion
- Sect Of Faceless
- My Name Is Destruction
- Channel 666
- Nightmareland
- Wood Of Suicides
- Black Plague
- Arachnophobia
- Vlad
- Angel Witch (cover)
- Anno: 2020
- Etichetta: Punishement 18 Records
- Genere: Thrash Metal
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