Ramrod, tra rock blues e rock psichedelico. Cosi ci vengono presentati nel press kit fornito dalla Black Widow Records, etichetta garanzia di qualità, e in effetti già dal primo brano, ‘Don’t Call Me Sunshine‘ si capisce che qui si fa buona musica con tanta tecnica e passione. Intanto la cantante Martina Picaro spacca, ennesima voce del panorama rock metal che non canta come millemila altre singer una fotocopia dell’altra, lei ci mette pathos, grinta, estensione vocale e via discorrendo. Il pezzo è decisamente accattivante e il blues sprigionato dalla chitarra del fratello Marco Picaro aggiunge valore al suono della band.
Per l’esattezza questo è il secondo album della band, confesso di non conoscere il primo ma avrò modo di cercarlo, la loro attività parte nel 2013. Ma andiamo avanti con ‘Ares Call’ dove una più massiccia presenza di tastiere/hammond/piano (Adriano ‘Roll’ Nolli) danno un gusto più retrò alla musica dei Ramrod.
Con ‘Sorrow‘, il ritmo cala ed entriamo sin dalle prime note nel lato più melodico, a tratti psichedelico del gruppo piemontese, ancora tanto blues comunque per un pezzo in cui le tonalità della singer emergono in tutta la loro variabilità. Pregevole il solo a fine brano. Si distingue anche l’ottimo lavoro del batterista Daniel Sapone.
Cambio di registro con ‘Lion Queen‘, dove i suoni più morbidi sconfinano in un mix di prog e musica latina, ne apprezzo l’intenzione e anche il risultato non è male. La complessità di ‘Glass Of Wine‘ emerge nelle varie citazioni che vi si trovano e che vi invito a cercare, qui direi che le qualità dei Ramrod vengono oltremodo evidenziate, cito il bassista Emanuele Elia che svolge un lavoro oscuro ma fondamentale per la riuscita di ogni canzone. Tanto rock, dosi di prog e blues e il piatto è servito. Bravi!
‘Turning Bad‘ rialza i ritmi, un rock/blues dalla spiccat avivacità dove la band sembratrovarsi perfettamente a proprio agio, frutto di un’attività live frenetica che li ha portati a calcare palchi di tutta europa.
Pregevole lavoro quello su ‘Bluesy Soul‘ ballata blues emozionante, dove, e mi ripeto, Martina ancora una volta dimostra la sua grande qualità vocale, la quale si adatta ad ogni genere le venga proposto nel corso del disco. Il brano è uno dei migliori dell’album.
L’energica, grintosa ‘Sweet Mel‘, dai richiami southern, ci riporta a sculettare con quei suoni che ogni tanto a me personalmente ricordano i Deep Purple, in evidenza il piano di Adriano.
‘Jet Black‘ trova la sua conclusione con gli 8 minuti di ‘Leda‘, qui si sente che non è una canzone come le altre, il trasporto emotivo ivi contenuto è parte dei Ramrod, c’è un contatto personale tra i componenti e il personaggio a cui è rivolta la canzone stessa. Leggendo un’intervista rilasciata dalla band Leda era la bisnonna paterna dei fratelli Picaro, e il ritrovamento dei sui diari ha portato i due artisti alla stesura di un brano che è un vero capolavoro! Sitar, acustiche, sintetizzatori, flauto traverso, atmosfere esotiche e magiche, se riuscite a entrare nel mood espressivo che vi è riposto potrete emozionarvi come succedeva ascoltando le mitiche band anni 60/70, quelle che hanno portato il rock e il blues nelle case di ogni buon ascoltatore di musica.
Detto questo ‘Jet Black‘ ormai vecchio di un anno (2 novembre 2019) è un cd/lp davvero interessante per chi ama la buona musica, certo visto il contesto non aspettatevi chissà quale originalità, ma quando la musica proposta è fatta col cuore oltre che con la tecnica perchè negare che ci piace e che ci fa stare bene?
Nel frattempo i ragazzi stanno lavorando a nuove composizioni, e potrete trovare il nuovo singolo su you tube, noi attendiamo il nuovo lavoro con malcelato interesse. A presto dunque!
Klaus Petrovic
TrackList
- Don’t Call Me Sunshine
- Ares Call
- Sorrow
- Lion Queen
- Glass Of Wine
- Turning Bad
- Bluesy Soul
- Sweet Mel
- Leda
- Anno: 2019
- Etichetta: Black Widow Records
- Genere: Rock
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