Questa volta voglio partire dall’ultimo pezzo, lo strumentale che chiude questa quarta fatica della band genovese seguita a livello promozionale dagli amici della Nadir.

Un viaggio introspettivo molto profondo dove le chitarre tracciano pazientemente le linee melodiche del tema portante introdotto dalle note del pianoforte: la tecnica ci riconduce ad una emotività sonora ben nota alle nostre orecchie di vecchi nostalgici, vi si può scorgere nitidezza, precisione e pulizia degne di uno storico dello strumento come per esempio Santana, si toccano gli abissi tragici delineati dalle sospensioni e dalle pause che vennero immortalate sul proprio disco di esordio da un virtuoso proveniente dalla Svezia ad inizio anni 80 e si apprezzano le calibrate aperture con piglio decisamente più deciso ed autorevole che erano proprie di un Satriani d’altri tempi. Un pezzo umorale, a volte che rasenta una melanconia strutturale tale è la depressione endogena che serpeggia fra gli assoli. Una decorosa chiusura, sicuramente, di un cd che si fa piacevolmente ascoltare.

Dalla opener dove si respira un Aor di buon livello e che il cantante, soprattutto nelle strofe, riesce a farmi socchiudere gli occhi ed immaginare la bionda chioma cotonata di Joey Tempest.

Forse è il titolo del secondo pezzo che mi influenza leggermente, ma percepire nelle note vocali quelle del cantante del Guns ‘N Roses è un passo molto ma molto breve, sebbene le sonorità della traccia si avvicinino maggiormente ad una band più edulcorata come i Dokken.

Pesante e cadenzata è “Simply Stranger” che non si discosta da quel tipo di Hard Rock segnatamente degli anni 80, un pezzo carico di potenza evocativa.

Molto sonora e canticchiabile nel ritornello è “Back On Track” vagamente malinconica nel suo incidere.

Una band che sarebbe stata benissimo su un palco 35 anni orsono a gruppi del calibro di CinderellaRattPoison ma anche W.A.S.P. e Motley Crue: buona la tecnica, ottima la produzione e coerente col genere trattato anche il look presentato. Molto bella è anche la blueseggiante “What Keeps Me Loving You” calda e accogliente, sinuosa e ammiccante, una hit da classifica americana con video annesso sgorgante sensualità.

Accomodatevi in macchina, alzate il volume e partite  a tutto gas per questo lungo viaggio che vi porterà direttamente negli anni 80 in compagnia dei Ruxt.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Labyrinth Of Pain
  2. November Rain
  3. Love Affair
  4. Simply Stranger
  5. One Step Behind
  6. Back On Track
  7. What You Give Is What You Get
  8. What Keeps Me Loving You
  9. Waiting
  10. Time To Fight Again
  11. Butterflies

 

  • Anno: 2020
  • Etichetta: Diamonds Prod
  • Genere: Hard Rock

 

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