I Lord Goblin sono una band decisamente interessante e composta da membri di formazioni importanti come Memento Walts, Altar of Witch. I nostri, dopo aver pubblicato un singolo e un EP, fanno il loro debutto con un disco di altissimo valore artistico che prende il nome dalla stessa band. “Lord Goblin”. Oggi come oggi, fin troppo spesso, si sentono troppe frasi fatte attorno all’ambiente musicale: “Oggi tutti suonano uguale”, “E’ sempre la stessa solfa”, “tecnici ma freddi” etc etc. Spero, con questa mia recensione, di poter screditare le solite malelingue e di poter far emergere un album di grande valore. Ora iniziamo la nostra recensione vera e propria.
L’album inizia con un brano degno di nota: “Northern Skyline”, i riff di chitarra ricordano gli Immortal piu’ epici e glaciali (quelli di “Sons of nothern darkness”) per poi sfociare in riuscitissime melodie che con grande ispirazione e capacità tecnica, sanno prendere gli elementi del miglior epic metal e dell’heavy metal degli anni 80. Notevole il lavoro delle chitarre e della sezione ritmica e del singer che, con grande enfasi, riesce a creare delle linee vocali sorprendenti. Se questo è l’inizio, l’ascolto dell’album è tutto in salita. Song notevole, dotata di grande varietà musicale e di grandissimo impatto. I suoni sono granitici, potenti ed esplosivi.
I riff frenetici di “The Wanderer” si evolvono in ritmiche epiche, penetranti e unite dalle tastiere che, con un grande lavoro, riescono a creare una bella atmosfera. Le melodie create e i ritornelli hanno un sapore anni 70/80 e permettono, con grande presa, la riuscita dei numerosissimi cambi di tempi che sono presenti all’interno del brano. I nostri dimostrano di saper comporre dei brani potenti, energici, dalle tinte epic black metal ma con un fascino che deriva dalla passione dell’heavy metal e del rock classico. Complimenti al lavoro del batterista che, con grande attenzione, riesce a dirigere tutte le variazioni. I ritornelli sono di grandissima presa. Uno dei brani migliori dell’intero disco! Notevole!
“The Oracle” inizia con un inquietante recitato che ricorda “The number of the Beast” degli Iron Maiden. I riff massicci e stoppati e le ariose melodie ricordano i mitici Bathory di” Hammerheart”. Il cantante crea, assieme alle chitarre, delle intense linee vocali che vengono accompagnate da notevoli assoli di chitarra. La sezione ritmica sa spingere, nei momenti giusti, e sa dirigere l’intera band. Un compito complesso, vista la qualità tecnica e musicale dell’intero gruppo. I nostri, oltre a dimostrare di avere una grande cultura musicale, dimostrano di avere capacità artistiche di altissimo livello. Brano epico, oscuro, metallico e nostalgico.
“Freedom River” è un brano strumentale di altissimo livello artistico e tecnico. Trame black metal si uniscono a parti più progressive metal e tecniche. Una grande sperimentazione che dimostra, ancora una volta, il livello tecnico dell’intera formazione. Ai potenti e frenetici riff si accompagnano assoli di chitarra di grandissimo impatto e capaci di creare sonorità melodiche, oscure e interessanti. “Thunderous Smite” è un brano strumentale di sola batteria che risulta spettacolare! La capacità tecnica e compositiva del musicista è di altissimo livello. I ritmi creati sanno prendere ispirazione dal prog metal, dall’hard rock (John Bonham dei Led Zeppelin in primis) e una puntatina di heavy metal.
Brano interessante e sperimentale che anticipa i due brani finali: “Light of a black sun part.1” e “Light of a black sun part.2”. Questa suite è decisamente riuscitissima e riesce a strappare dei grandissimi applausi. Sarebbe difficile descrivere, in ogni dettaglio, i due brani e preferirei concentrarmi sulle emozioni, sulla capacità tecnica della formazione e dell’energico sound che unisce le due parti. In questa suite finale sono presenti tutte le caratteristiche artistiche dell’interno album: riff granitici e glaciali, parti metal progressive con tinte di heavy metal classico e parti di tastiere che, con grande sapienza, tengono uniti tutti questi interessanti elementi. Il singer è il grande protagonista di queste due bellissime composizioni; infatti, i testi e le linee vocali risultano veramente ispirati e dotati di un fascino nordico che riesce a non essere una mera copia di ciò che fu creato in passato. I Lord Goblin sono una formazione da tenere d’occhio e consiglio vivamente l’ascolto di questo grandissimo album. Questa opera, per ora, risulta essere una delle migliori che io abbia ascoltato in questo 2024.
Domenico Stargazer
Tracklist:
1. Northern Skyline
2. The Wanderer
3. The Oracle
4. Freedom Rider
5. Thunderous Smite
6. Light of a Black Sun, Pt. 1
7. Light of a Black Sun, Pt. 2
- Anno: 2024
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Heavy metal
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