Questo disco, sostanzialmente strumentale, risulta essere l’ennesimo lavoro della lunghissima ed onorata carriera dei trentini Runaway Totem. Cercando un po’ di notizie inerenti la band, trovo su internet che il gruppo è fautore di un sottogenere del Progressive Rock, il Zeuhl (traducibile in musica celestiale nel senso di universale), una costola nata dalla creatività del combo francese dei Magma. Al di là delle iperboli tecniche improvvisative dai transalpini, i Runaway Totem si avvicinano maggiormente alle sonorità ed alle atmosfere del bacino del Mediterraneo, sicuramente più accostabili a quelle dei milanesi Aktuala o a quelle dei partenopei Osanna.

Il Progressive per molti appartiene ad un periodo lontanissimo, ad una sorta di paleolitico della musica Rock; ma molti di quei dinosauri (Keith Emerson, Peter Gabriel, Robert Fripp, Jon Anderson, tanto per buttare lì qualche nome a caso) sono entrati in seguito, e di diritto, negli alti ranghi delle istituzioni del Rock internazionale per diventarne senatori e testimoni fino ai giorni nostri.

Negli anni cinquanta il Rock and Roll, sebbene rappresentò una rottura con il passato (come del resto tutte le forme di arte innovative che si rispettano) era nata come un movimento giovanilistico di intrattenimento, affinché le nuove generazioni passassero allegre serate spensierate a ballare; se gli anni sessanta hanno visto una sorta di introspezione soggettiva dello svagarsi e così attraverso la Psichedelia la mente trovare libero sfogo tramite la liberazione dionisiaca della musica, il Progressive nel decennio seguente divenne alfiere della mente e della sua crescita, privilegiando i contenuti piuttosto che la forma intesa come vera e genuina espressione artistica e non più come mero e banale sinonimo di disimpegno.

Dal glorioso passato del Progressive provengono gli ospiti: Martin Grice (Delirium) nella opener “Viators” con un intervento al flauto e al sax, insieme ai vocalizzi di Sophya Baccini (regina del Dark – Prog Metal italiano); troviamo il flautista inglese Nick Turner (scomparso nel 2022 a 82 anni), co fondatore della space rock band degli Hawkind, in “Remembering Betelgeuse“; e che dire infine del contributo offerto con il suo sax da David Jackson membro storico dei Van Der Graaf Generator?

Un disco di Progressive che affonda le radici nell’oscurità tremolante degli anni settanta di un’Italia invischiata in giochi internazionali molto pericolosi che si ripercuotevano nella vita quotidiana di tanti giovani, una colonna sonora questo “Creators” che fa da supporto a una voglia di estraneità da quella stessa realtà, alienandosi in un universo parallelo e forse più confortevole.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Viators
  2. Advent Deus
  3. Betelgeuse
  4. Lemuria
  5. The Gate Of Orion
  6. Remembering Betelgeuse
  7. The Spiral
  8. Universal Union
  9. L’Alchimista
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Black Widow Records
  • Genere: Progressive Rock

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