I Crying Steel si formarono nel 1981 e sono considerati una delle prime band heavy metal italiane. Nacquero dalle ceneri degli Hard Rockers Wurdalak. La discografia classica della band è storia per gli appassionati del genere. Citiamo ad esempio “Crying Steel” del 1985 e “On the Prowl” 1987, due autentiche perle di ghisa. In tempi recenti la band ha inciso “The Steel is Back!” del 2007 e “Time Stands Steel”  del 2013. Ovviamente ci sono altri album dopo questo, ma i ragazzi della AUA Records ovviamente hanno tirato fuori dal cilindro la cassetta che non trovavi più, quella che avevi da ragazzetto. Il roboante titolo è “The Years of Thundergods Vol. 1“, ovvero demo a cannone datate 1982. Roba storica!

La band in quei tumultuosi anni ottanta fu scoperta da Beppe Riva, che li inserì in una compilation insieme a nomi che divennero pezzi da novanta del genere Italo Metal (per parafrasare la famosa Italo Dance). Si trattava di “Heavy Metal Eruption” del 1983, e vedeva tra i vari Death SS, Strana Officina, Steel Crown ed Elektra Drive. Ma qui andiamo a pescare nella storia, attingendo ai primissimi embrionali pezzi della band.

Parte “Iron Power” ed è subito una festa. Si sente che il gruppo era già di un altro livello rispetto a molte bands del periodo. La qualità audio è quella di una cassetta TDK Type I, quelle che costavano meno di tutte, dopo un’estate lasciata in auto. Il suono è impastato, fruscia, a volte sparisce qua e la ma vi assicuro che dopo poco diventa quasi irrilevante. E’ il tiro che salta all’orecchio, la bravura nello scrivere ed esegiore i pezzi. “Thunder Gods” è STORIA, riff assassino, batteria che è un caterpillar. Sembrano i Maiden di Burr e Di Anno ma più incazzati e con una voce che sa demolire come tagliare come un rasoio.

Heavy Metal: questo è quello che viene in mente canzone dopo canzone. Quel genere che era nato da poco in Inghilterra e che stava scombussolando il panorama musicale di un certo tipo. Ecco, i Crying Steel sono stati, in quegli albori, quelli che ne presero le coordinate e lo proposero nel modo più diretto. Anche se la seguente “Riding On A Silver Cloud” parte lenta e sognante è tutto corretto. Del resto gli stessi Maiden non scrissero qualcosa come “Remember Tomorrow“? C’è da dire che in questo pezzo anche le influenze dei Police di “Walking on the Moon” si fanno sentire.

Si torna a sputare chiodi con “Overdose“, con quel modo di cantarla davvero tossico, mentre la parte strumentale dietro non perdona. Un giro di basso anche qui che nn può nn fare venire in mente la canzone “Iron Maiden“, ma è tutto logico e non ci sono plagi, solo la voglia incredibile di percorrere quella strada, di far sentire che la lezione era stata imparata. “Agony” parte meno sparata, mettendo in evidenza la sezione ritmica del gruppo. Il mid tempo resta il mood di tutta la canzone, davvero godibile e ricca di scalate vocali come zio Rob ci ha insegnato. Bello il cambio di tempo finale.

Bat’s Rage” inizia come non te la aspetti, con quel quel riff di chitarra che leva e sale. Peccato che in questo caso la resa dell’audio vada ad inficiare davvero su alcune dinamiche rendendo la canzone confusa. Ci pensa una secca accellerazione dopo la metà a riportare l’auto in pista, con duetti di chitarra al fulmicotone e il basso che martella sotto. Da qui in poi è tutto un salire di emozioni, di assoli, di arte di acciaio nel senso più vero. “Fire A Shot” torna ad una costruzione del pezzo più british, decisa e secca. Qui siamo decisamente su lidi più Priestiani, dalla costruziuone musicale allo stile canoro. Un acuto, l’ennesimo, ci lancia in un campo minato di potenza sonora. Il ritmo sale, gli assoli partono da tutte le parti, ti passano sopra la testa senza respiro.

Chiude questa collezione di perle dal passato “Ghost Time“, e lo fa nel modo migliore, ovvero pigliando l’ascoltatore a calci. Chitarre che tagliano, che disegnano melodie in coppia, mentre il basso fa un tappeto mostruoso. Voce e batteria non mollano un secondo, fino ad arrivare ad un fill finale, e tutto finisce. Finisce un CD bello, un recupero storico importante come tutti i lavori della AUA records con i suoi Italian Metal Heroes.

 

Michele Novarina “Mic DJ”

 

Tracklist:

  1. Iron Power
  2. Thundergods
  3. Riding The Silver Cloud
  4. Overdose
  5. Agony
  6. Bat’s Rage
  7. Fire A Shot
  8. Ghost Time
  • Anno: 2024
  • Etichetta: AUA Records
  • Genere: Heavy Metal

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