Ho già avuto il piacere di parlare dei torinesi FearyTales quando, in occasione del loro precedente album “MMXXII” , ho azzardato una definizione che tenesse insieme il Metal “moderno” e ammiccante a certo estremismo con l’istrionico cantato del frontman Marco Chiariglione, impegnato in interpretazioni teatrali ed appassionate, forse a volte un tantino sopra le righe.

Ritrovo la band in ottima forma in questo non più nuovissimo “Vento Divino”, che recensiamo con qualche mese di colpevole ritardo, trovando confermati tutti gli elementi caratteristici del quartetto: un Heavy Metal potente e robusto, radicato nei classici e plasmato su modelli che a fine anni novanta definivamo moderni (Nevermore, Morgana Lefay, ArchEnemy…) e che oggi, pur non rappresentando una vera avanguardia sonora, non hanno nulla di polveroso o stantio. Al di là del mio gusto personale, i FearyTales hanno delle oggettive qualità (come quella, non trascurabile, di saper scrivere canzoni accattivanti) ed elementi di originalità (testi in italiano e in inglese, registri vocali atipici, varietà sonora), che inevitabilmente li espongono a maggiori rischi rispetto a tante band che si accontentano di accomodarsi all’interno di una ben definita e piccola nicchia, interpretandone pedissequamente le “regole” di genere.

Lo dico esplicitamente: l’interpretazione vocale di Marco non mi convince del tutto neppure su questo disco, trovo stridente la modalità eccessivamente caricata e grottesca di certi passaggi, poco credibili le parti aggressive e discutibile la scelta delle parole. Detto questo, non gli si può negare una buona tecnica ed una esuberante personalità, capace di manifestarsi, piaccia o non piaccia, in maniera forte e assertiva, riuscendo a conferire al gruppo un’identità inconfondibile e immediatamente riconoscibile. E non è poco.

Ho trovato eccessivo attribuire la dignità di “intro” e “outro” a quelle manciate di secondi di rumori d’ambiente che aprono e chiudono il disco, ma il titolo “Volcano” introduce coerentemente a “La Ginestra”, primo brano vero e proprio dell’album, alla tematica di esplicito riferimento leopardiano. La canzone ha un andamento oscuro, massiccio a tratti maestoso ed evocativo e, quando dopo un paio di minuti ha già detto tutto (liricamente), si sviluppa in una sparata di blast e growl su cui si innestano fraseggi thrash dal sapor di Annihilator e il ritorno del ritornello, con il claim “Volgi lo sguardo e ammira la ginestra” reiterato con passione.

Ho trovato curiosa la scelta di “LightBlind” nella posizione che solitamente nei dischi veniva destinata ai singoli, dato che si tratta di un brano ombroso e dal ritornello ipnotico e implosivo, che si avvolge a spirale. Ma con il progredire degli ascolti rimaniamo conquistati dall’incedere magnetico di quella melodia cantilenata che si fa potente e penetrante. Musicalmente passiamo da un arpeggio di apertura che ricorda i classici delle power ballad thrash Metal fino ad irrobustimenti ritmici in cui la batteria dai suoni netti e potenti, ancorché privi di dinamica, si fa spazio. Una canzone che si fa ricordare.

Anche la title track non lascia indifferenti, non solo per la sua prolissità di dubbia efficacia: “Vento Divino” ci propone tutti come “kamikaze alla vita” (gran bella immagine!) e soffia con un turbinoso furoreggiare della batteria a briglia sciolta di Costantino Perin, in una efficace alternanza di pieni e vuoti tra strofe enfatiche e disperati ritornelli straziati. Colpisce positivamente la chitarra di Paolo Tabacchetti, capace di scelte gustose e di grande controllo sia in fase solista (sobrio e melodico) sia nel proporre riff equilibrati e piacevoli, magari non originalissimi, ma azzeccati e ben congegnati. Melodie vocali a tinte forti e tanta enfasi, per una composizione che vi rimarrà impressa.

Discutibile (e per questo interessante!) la rivisitazione del classico dei Police che qui prende il nome di “(The FearyTale Of) RoXXXanne”, in cui la band si appropria dell’aspetto disperatamente malinconico del brano, ricostruendolo in maniera oscura, sottraendolo alla leggerezza ritmica saltellate originale e contaminandolo prima con un riffing spezzato alla Savatage, poi con generose iniezioni di metallo e assoli, in un vortice di heavyness che a mio avviso non è in grado di trasmettere la torbida carica passionale/sessuale esplicitamente cercata con questa interpretazione.

Con “In Tinta Caligine” sprofondiamo nell’inferno dantesco (fatte le dovute proporzioni…) a cavallo di una galoppante canzone dall’impeto infuocato e dalle melodie vocali vincenti e convincenti che nel ritornello sono punteggiate da mitragliate di batteria. Brano conciso, pestato e molto efficace.

L’Oscura Notte Dell’Anima” ha atmosfere e dinamiche numetal, ma suonate da metallari vecchio stampo: ne viene fuori una canzone cangiante ed ibrida, molleggiata, sparata, che risulta inspiegabilmente migliore della somma delle parti che la compongono.

Come Inside” è una scheggia che piace più per la sua energia e risolutezza che per effettivi meriti musicali ed esplora terreni meno avventurosi rispetto ad altre composizioni, incrementando il coefficiente di durezza e pesantezza del disco.

Affascinante “AdventComes”, in cui l’alternarsi iniziale tra l’arpeggio delicato e la cascata di doppia cassa sono solo alcuni degli elementi di varietà che caratterizzano una canzone dal testo praticamente Black Metal e dal finale avvincente.

Un album breve, urgente, testimone di una band in fermento, desiderosa di sperimentare e con tutti i mezzi per farlo. Un approccio personale ad una reinterpretazione dell’Heavy Metal che lo possa rendere credibile e sensato anche in questo decennio, senza tristi revivalismi e stanchi arroccamenti su bastioni sgretolati. Abbiamo bisogno di band del genere, che gettino il cuore oltre l’ostacolo, anche a costo di prendersi qualche rischio.

 

Marcello M

 

Tracklist:

  1. Intro: Volcano
  2. la Ginestra
  3. LightBlind
  4. Vento Divino
  5. (The FearyTale Of) RoXXXanne
  6. In Tinta Caligine
  7. La Luminosa Notte Dell’Anima
  8. Come Inside
  9. AdventComes
  10. Outro: Thunder & Blood Rain 
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Underground Symphony
  • Genere: Histrionic Heavy Metal

 

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