I marchigiani Dark Reflection si affacciano sul mondo discografico con questo EP di quattro pezzi, incuranti della scarsa originalità e identificabilità del nome scelto e della relativamente affollata nicchia di genere in cui propongono di collocarsi, quella del Death Metal vecchia scuola. L’amore per le sonorità che infiammarono Florida e Svezia agli albori degli anni novanta è un sentimento che non fatichiamo a condividere e che il mastermind del progetto, il chitarrista e compositore Riccardo Silla, ha espresso scrivendone la propria versione, rimasticata, digerita e assimilata, ma ancora perfettamente riconoscibile nei suoi modelli di riferimento. Il tocco di originalità lo abbiamo a livello tematico, con una sorta di concept incentrato sulle vicende storiche di Vlad Țepeș, il tre volte principe di Valacchia che sono sicuro conosciate, almeno di nome, un po’ tutti.

Con il Death Metal, se non ti giochi la carta della tecnica spinta, non ci sono grosse vie di fuga: sei costretto a scrivere delle belle canzoni, dei riff che ti si inchiodino nel cervello e suonare (e cantare!) il tutto con la giusta dose di ferocia. I Dark Reflection riescono in buona parte nella difficile impresa, anche se, va riconosciuto, i passaggi di maggiore presa sono proprio quelli in cui le nostre orecchie colgono riferimenti quasi sovrapponibili a quanto abbiamo già ascoltato negli storici dischi del passato.

Due foreste e due battaglie danno i titoli ai brani, anche se quella di “The Forest Of Impaled”, anziché di foglie, ha i tronchi adornati di cadaveri. Musicalmente è un assalto trillato su doppia cassa continua, con fraseggi di sapore schuldineriano, assoli melodici vintage e un inciso cadenzato guidato da un simpatico riff che vi farà ballare con la testa su e giù.

Battle Of Giurgiu” ha un attacco del tutto analogo, come stile ma anche come scelta di note, al brano precedente, sembra uno di quei Lego con cui, a partire dallo stesso set di mattoncini, puoi costruire soggetti diversi. Ancora una volta, il riff più incisivo è quello leggermente atipico, che con la sua scala blueseggiante ricorda i primissimi Metallica/Megadeth. Suggestivo lo stacco centrale, di sabbathiana drammaticità, impreziosito da arpeggi di chitarra pulita e da un assolo che fa da ponte verso la furiosa ripresa dei riff iniziali. Niente di particolarmente sconvolgente, ma tutto piuttosto gradevole, coinvolgente e credibile, con la voce di Mauro Mancinelli essenziale, sobria e ruvida quanto basta, trattata in maniera molto spartana, senza particolari raddoppi od effetti “speciali”. Siete liberi di non crederci, ma anche “The Forest Of Vlăsia” presenta caratteristiche pressoché identiche ai due brani precedenti, con lo stesso riff trillato, fraseggi in scala minore armonica e variazione “rockeggiante”. Le idee saranno anche poche, ma sono ben chiare ed eseguite con la giusta convinzione. Il breve minutaggio del dischetto aiuta a berci il tutto senza annoiarci troppo, brindando nostalgicamente agli antichi splendori dei tempi in cui suonare Death Metal era qualcosa di pionieristico e non di reazionario. E l’ultima battaglia? Per “Battle Of Târgoviște“ rimaniamo nella Romania del quindicesimo secolo, ma musicalmente ci spostiamo in Svezia a scippare qualche nota, prima di tornare ad un assalto più americaneggiante ed all’ormai immancabile inserto ballereccio, qui rappresentato da un ennesimo riff capace di far muovere il culo e interrotto prima di rovinarsi la reputazione di deathster sporchi brutti e cattivi. Quattro pezzi piacevoli, molto simili tra loro e non particolarmente originali, ma ben fatti e ben pestati.

 

Marcello M

 

Tracklist:

  1. The Forest Of Impaled
  2. Battle Of Giurgiu
  3. The Forest Of Vlăsia 
  4. Battle Of Târgoviște 
  • Anno: 2025
  • Etichetta: Pest Records
  • Genere: Old School Death Metal

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