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GODWATT
Un paio di settimane fa è stata pubblicata su Italia di Metallo la recensione dell’album VOL. III dei Godwatt (GODWATT - Vol. III - Italia Di Metallo) .
Non è il primo album apparso sulle nostre colonne, dunque l’invito è di andare a recuperare le recensioni dei lavori precedenti e soprattutto di ascoltarli, dal momento che la proposta musicale, specie per gli amanti del genere, è sempre di alto livello.
1782
Nelle settimane passate la casa discografica romana Heavy Psych Sound Records ci ha dato la possibilità di intervistare alcune delle sue band. Iniziamo con i sardi 1782, trio sardo (Marco Nieddu, Gabriele Fancellu, Francesco Pintore) autore di un album omonimo, pubblicato a metà 2018, di cui abbiamo cercato di approfondire origini, ispirazioni e progetti futuri.
Di(O)scuro
RUDHEN - Di(O)scuro
(2017 - Autoprodotto)voto:
Dopo due Ep datati 2014 e 2015 per i trevigiani Rudhen, adesso esce il primo full-lenght dal titolo 'Di(O)scuro', sette tracce di cui due strumentali che si muovono tra lo stoner e il doom.
Discreta vena compositiva la loro pur muovendosi su basi ormai classiche riescono infatti a districarsi con estrema abilità, i suoni non sono perfetti, quasi lo-fi anche per l'insistente uso di distorsori, ma l'insieme costituisce un buon prodotto. Suoni ossessivi, cupi, accompagnati dal basso di Davide Lucato che insieme ai riff di Fabio Torresan crea un muro sonoro imponente. Le ossessive atmosfere spesso si accavallano a suoni psichedelici di provenienza stoner elevando il suono.
The Shadow Over Innsmouth
BRETUS - The Shadow Over Innsmouth
(2015 - Bloodrock Records)voto: 6/10
Ecco per tutti gli amanti delle sonorità stoner/psychedelic/doom il nuovo cd dei Bretus. Il combo calabrese attivo dal 2000 sforna queste nuove composizioni ispirate ai racconti di Lovecraft, come da titolo di "The Shadow Over Innsmouth".
Dopo un Intro con suoni di chitarra molto old parte il riffing roccioso di 'The Curse of Innsmouth', classico nell'incedere e a tratti settantiano nell'intento, con tanto di variante blueseggiante e rallentamento centrale doom.
Si passa a 'Captain Obed Marsh', riff doom classici con quel tocco un pò blues/rock e richiami ai Cathedral, si passa a un bel solo e si ritorna nella psichedelia meno oltranzista.