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TREVOR
Siamo nuovamente lieti di ospitare una delle voci storiche del metal italiano degli ultimi decenni, un amico che come me ha una vera propria fede calcistica che oserei definire incrollabile visti i risultati della nostra squadra del cuore... ma lasciamo la parola al singer ligure per rispondere alle nostre domande.
1) Ciao Trevor benvenuto nuovamente sullo spazio IdM. Visti i tempi, primante cosa, come stai?
Ciao ragazzi, intanto grazie per quest’opportunità. Sto bene, sono in piena forma. Certo, questa pandemia confonde e stravolge la vita di ognuno di noi ma dobbiamo cercare di essere forti, anche se è davvero dura. Nessuno di noi, quantomeno delle ultime generazioni avrebbe pensato a una cosa del genere, sfido a dire il contrario.
Negli ultimi 50 anni abbiamo vissuto bene, con tante comodità se non tutte, per questo motivo siamo sicuramente meno abituati a certi sacrifici. La cosa che personalmente mi fa più male è veder morire la gente, una generazione di anziani spazzata via, è davvero triste. Purtroppo a fine febbraio sono stato ricoverato in ospedale per Covid ed ho visto con i miei occhi la situaizone a dir poco allucinante, per questo motivo non riesco a perdonare gli errori della seconda ondata. Lo sapevamo tutti, specialmente gli organi istituzionali, e questa situazione doveva essere gestita meglio, specialmente per quanto concerne l'organizzazione ospedaliera territoriale: manca personale, le strutture sono state smantellate nel corso degli anni ed il personale sanitario si trova a gestire un arrivo giornaliero di pazienti a livello numerico davvero impegnativo.
2) Quale è stato l'imprimitur per questo progetto?
Da anni mi occupo di questo fenomeno, una vera e propria piaga sociale. A inizio anni novanta ho scoperto di avere questo strano interesse, ho sempre saputo che la prima fatica letteraria sarebbe stata inerente ai seria killer e così è nato "Assetati di Sangue"
3) Hai fatto delle ricerche particolari? Quanto tempo hai impiegato per scrivere il libro?
Come già accennato sono circa trent’anni che mi documento, ho letto molti libri di saggistica, documenti/indagini. Questa non è una passione, e non posso dire di essere affascinato, tuttavia l’argomento mi ha da sempre suscitato interesse, specie nel cercare di pensare cosa passa attraverso la mente di queste persone. Ho impegnato circa quattro anni nella scrittura, o meglio ho iniziato quattro anni fa a scrivere, nelle pause dalla musica, poi, complice la chiusura per Covid, il tempo a disposizione mi ha permesso di finirlo. Forse questo è l’unico aspetto positivo di questa terribile esperienza chiamata Coronavirus
4) In questo momento di forzata stasi, pensi ci possa un ritorno maggiore alla lettura cartacea?
Una cosa è certa, il tempo a nostra disposizione non manca, non avete scuse :-) Sono convinto che la lettura non ha mai vissuto il collasso che d’altro canto ha patito la musica. Nonostante i grandi media ci propinano troppa TV spazzatura, le persone non sono tutte passive, anzi. Per chi ama la lettura: l’odore della carta, il suono delle pagine sfogliate, fanno parte di quell'incredibile immaginario e non credo ci siano accaniti fruitori di libri capaci di disfarsi di queste bellissime sensazioni. E poi ‘Assetati di Sangue' tratta un argomento leggero, assolutamente perfetto per essere messo sotto l’albero!
5) Quali sono stati i canali principali per promuovere e vendere il libro?
"Assetati di Sangue" sarà fuori il 4 dicembre p.v. per Shatter Edizioni. Inutile dire che il grosso del lavoro lo farà la casa editrice, la loro distribuzione diffonderà il volume attraverso tutte le piattaforme fisiche e digitali che tutti ben conosciamo: Amazon, IBS, Mondadori, Feltrinelli, Audioglobe e molti altri. Dal canto mio cercherò di supprtare al massimo il loro lavoro, affiancandoli nella promozione, negli interessi sia loro che miei. Ho dedicato molto tempo alla scrittura, allo studio, e in tutta onestà spero di entrare nelle case di più gente possibile con questo libro.
6) Un'ultima domanda: vista la tua profonda conoscenza della situazione, come vedi l'evolversi della produzione musicale, anche alla luce di questo ultimo anno trascorso?
Bella domanda. La speranza è quella che dopo questo lungo periodo di pausa, avremo raccolto quel desiderio di andare ai concerti che ultimamente è venuto a mancare. Spero torni la voglia nelle persone di: supportare le band, di far uscire da questa lunga agonia la musica! Sarebbe bellissimo rivivere i tempi dietro, quando la gente andava desiderosa ai concerti, coinvolta appieno nello show. La musica, come per altri contesti sociali ha accusato, temo sia frutto del mancato ricambio generazionale da una parte, dall’altra un mondo che cambia e forse l’errore può essere pensare troppo da nostalgico, ma non ci posso far nulla, ho vissuto gli anni migliori del Metal e mi mancano terribilmente! Posso solamente dire che dobbiamo sfruttare questa sosta forzata per ricaricare le pile e quando tutti ne avremo la possibilità dare libero sfogo al nostro istinto, ce lo meritiamo.
Un abbraccio a tutta la redazione di Italia di Metallo e a tutti i lettori, e come sempre… In alto il nostro saluto!!
Trevor