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ENEMYNSIDE
Dopo aver recensito qualche settimana fa il loro 'Chaos Machine', il nostro Leonardo ha posto qualche domanda agli Enemynside, leggiamo cosa hanno da dirci.
Siete attivi da tanti anni, come vedete la scena attuale al netto della situazione legata al Covid-19?
Matt: Beh al netto di questa pandemia la scena, a livello di bands, era piuttosto fertile e ormai l’Italia non è più seconda a nessuno in ambito metal. Sono molti i gruppi che si sono fatti apprezzare anche all’estero, è cresciuta la credibilità anche di chi ha portato avanti attività parallele a quella musicale come “artigiani” del suono tipo studi di registrazione o sviluppatori di plug-ins o pick-up per chitarra tanto per fare degli esempi. 16th Cellar Studios, Kick Recordings Studios, Outer Sound Studios, Ignite Amps, Zead Pickups sono solo i primi nomi che mi vengono in mente ma la lista sarebbe ancora lunga….
Nella vostra lunga carriera ci sono stati momenti che avete sbagliato intuizione o tattica commerciale?
Matt: Si assolutamente, soprattutto perché il problema forse è stato proprio non avere una tattica! Dal punto di vista del look non ci siamo mai studiati niente a tavolino per esempio, anche sulla direzione musicale nel corso degli anni siamo rimasti in ambito thrash ma non sempre in maniera integralista. In questo genere spesso se esci fuori dal seminato rischi di scontentare i fans più intransigenti e legati alle origini. Nel nostro caso il primo album era 100% thrash senza compromessi, poi nel secondo e nel terzo abbiamo inserito elementi diversi che non sempre sono stati capiti/apprezzati. Il secondo album “In The Middle Of Nowhere” è composto da pezzi in stile primo disco e altri più “aperti” a sonorità diverse (tipo “Unfold” per esempio). Il terzo “Whatever Comes” invece fu un disco che sicuramente doveva uscire con un altro nome. La tattica sarebbe stata continuare a proporre canzoni uguali come stile a quelle presenti sul debut…..ma francamente di fare una copia di quell’album non ce ne fregava un cazzo.
L'ultimo lavoro, recensito qui nello spazio di IdM, sembra non avere un appiglio temporale, è stata deliberatamente una decisione stilistica?
Matt: Non ha un appiglio temporale forse perché è un disco moderno suonato e prodotto con la tecnologia di oggi ma che richiama il sound creato e sviluppato dai gruppi classici negli anni ’80. Di conseguenza non produce quell’effetto retrò/vintage che invece è parte di molte produzioni un po’ nostalgiche che stanno uscendo in campo thrash da molti anni. Ci sono gruppi thrash, per la maggior parte di nicchia, che sembrano usciti dagli anni ’80 sia per look che per attitudine che a livello grafico. Quello si che ha un appiglio temporale ben definito, ma non è assolutamente ciò che siamo o che abbiamo mai puntato ad essere con i nostri pezzi. La nostra visione del genere è fortemente radicata nel thrash americano ma quello è un punto di partenza attraverso il quale esprimere poi la nostra creatività, attitudine e musicalità.
Tornando indietro negli anni cosa non fareste per evitare degli errori di impostazione?
Matt: con il senno del poi forse sarebbe stata meglio l’autoproduzione sempre e comunque da abbandonare solo di fronte ad una proposta concreta e solida. Troppo spesso ci siamo messi in mano a gente improvvisata senza le nostre stesse motivazioni e che ci ha fatto perdere tempo. Ricordo sempre con orrore l’esperienza con la Sleaszy Rider Rec ed i suoi canali di distribuzione che, da quelli indicati all’inizio, si sono poi trasformati in scambi con altre distribuzioni amatoriali. Per non parlare delle copie fallate di “In The Middle On Nowhere” che ci furono spedite dalla loro “print-factory”! Il contratto per questo poi fu rescisso ed il disco, ormai con già due anni di vita, per colpa di queste vicissitudini uscì nuovamente nel 2008 tramite “New Model Label”….
Quale è la vostra opinione sul futuro della produzione musicale? L'attività live avrà ancora un proprio spazio? Quali saranno le forme di fruizione?
Matt: Al momento mi sembra che tutto quanto sia ormai fruibile in digitale, velocemente e in forma gratuita o quasi. Gli introiti non sono più legati alle vendite degli album/cd ma molto è legato all’attività dell’artista sul web e da quanti contenuti riesce a postare con relativo seguito e sponsorizzazioni. Artisti come Matt Heafy dei Trivium, Ola Englund dei The Haunted o Kiko Loureiro per esempio hanno dei canali YouTube dove sono attivi con contenuti legati a test di strumenti musicali, cover, tutorial, playthrough, lezioni ecc. che rappresentano, a volte per loro stessa ammissione, la parte più consistente della loro attività economica legata alla musica. Il trend ormai credo sia questo e non immagino un’inversione di tendenza che ci possa riportare agli anni ’70! I live, una volta superata la pandemia, saranno l’unico aspetto ad avere gli stessi connotati di sempre nell’industria musicale. In questo periodo è stata provata la soluzione dello streaming ma non sembra aver aperto scenari tali da poter rimpiazzare la musica dal vivo vera e propria, anzi….
Un saluto particolare?
Matt: Salutiamo e ringraziamo voi per lo spazio concessoci e chi ha avuto la curiosità e la pazienza per leggere questa intervista. Vi invitiamo a supportarci attraverso i nostri canali ufficiali iscrivendovi al nostro YouTube channel https://www.youtube.com/E... o raggiungendoci su Fb all’indirizzo www.facebook.com/Enemynside I nostri dischi sono disponibili anche in streaming su Spotify!
Intervista a cura di: Leonardo Tomei