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GODWATT
Un paio di settimane fa è stata pubblicata su Italia di Metallo la recensione dell’album VOL. III dei Godwatt (GODWATT - Vol. III - Italia Di Metallo) .
Non è il primo album apparso sulle nostre colonne, dunque l’invito è di andare a recuperare le recensioni dei lavori precedenti e soprattutto di ascoltarli, dal momento che la proposta musicale, specie per gli amanti del genere, è sempre di alto livello.
Per conoscerli meglio abbiamo anche la possibilità di intervistare Moris Fosco, chitarrista e cantante della band laziale, per farci raccontare un po’ della loro storia, delle influenze che li hanno portati al loro sound e il giudizio sulla scena musicale nostrana che, vista la decennale militanza, conoscono certamente molto bene.
Fin dal titolo del loro lavoro il richiamo ai classici Black Sabbath è più che evidente, come anche la loro immagine che rimanda a mostri sacri del genere come Cathedral e Monster Magnet. Come sempre dunque è il caso di iniziare dalla storia, dalle influenze e dalla scelta delle sonorità.
D: Ciao Moris, i Godwatt sono sulla scena da oltre un decennio. Puoi raccontarci qualcosa sulla nascita della band, come vi siete conosciuti e in che modo è nato il vostro sound?
Ciao, intanto vi ringrazio per averci concesso questa intervista. La nostra storia inizia nei primi anni 2000 quando io e Mauro Passeri,(il bassista) siamo entrati a far parte di una band in cui presto ci siamo trovati allo stretto per vari motivi, tra i quali il non riuscire a scrivere pezzi nostri interessanti e dover ricorrere per ripiego alle cover per poter suonare. Nel 2006 decidemmo di ripartire da zero con un nuovo batterista, puntando a fare quello che ci piaceva veramente come genere, attitudine e suoni, ovvero uno stoner influenzato principalmente dal doom classico.
Fino a quel momento suonavo solamente la chitarra ma, non riuscendo a trovare un cantante adatto, decidemmo che avrei provato a ricoprire il doppio ruolo di cantante/chitarrista.
Alla batteria si unì a noi un giovanissimo Andrea Vozza che rimase nella band per più di dieci anni aiutandoci a plasmare e completare il nostro sound.
Ci tengo a dire che nel 2018 abbiamo avuto l'unico cambio di formazione in diciassette anni, ovvero l'avvicendamento dietro le pelli tra il nostro batterista Andrea, che ci lasciò poco dopo l'uscita di "Necropolis", il nostro penultimo lavoro. Trovare una sostituzione non è stato facile ma, dopo qualche esperimento, Jacopo Granieri é diventato il nostro batterista e ha preso parte alle registrazioni del nostro ultimo lavoro VOL.III.
D: Oltre alle band citate in precedenza (Black Sabbath, Cathedral, Monster Magnet) ci sono altri gruppi cui vi ispirate o che in qualche modo hanno contribuito al vostro gusto musicale e alla composizione dei vostri brani ?
Credo che non abbiamo gruppi ben precisi come ispirazione ma naturalmente tutti i nostri ascolti finiscono per influenzare le nostre idee musicali. Comunque i gruppi che hai citato insieme a Witchcraft,Spiritual Beggars, Kyuss,BLS e ai classici dell' Hard e Heavy rock sono sicuramente i miei ascolti preferiti.
D: Quali sono invece gli elementi di originalità che vorreste portare ad una scena come quella dello stoner doom in cui la sovrapposizione sonora tra i gruppi pare evidente, almeno ad un ascolto più superficiale?
Non vogliamo o non abbiamo la pretesa di portare qualcosa di nuovo, ma facciamo semplicemente quello che ci piace cercando di farlo nella maniera migliore possibile con l'unico obiettivo di essere autentici, senza cercare di essere la bella copia di qualcuno.
D: Siete attivi da molti anni e la vostra storia è caratterizzata in particolare dalla scelta del cambio del nome che ha portato con sé il passaggio dal cantato in inglese all’italiano. Ci racconti i motivi di questa decisione?
Siamo nati come Godwatt Redemption nel 2006 con testi in inglese ma nel 2013 abbiamo optato per il taglio drastico del nome verso il più semplice Godwatt con l'album autoprodotto intitolato proprio per questo motivo "Senza Redenzione" che per la prima volta ci vedeva impegnati con testi in italiano. Il motivo principale che ci ha spinti in questa direzione era il voler distinguerci dal resto della scena e il voler essere più veri. Usando l'inglese che non è la nostra lingua madre, ci sentivamo comunque sempre un po' la copia di qualcosa.
D: Come avviene il vostro processo compositivo? Immagino che la musica sia la prima a nascere, seguita dai testi oppure è il contrario? In particolare da cosa vengono le idee per le liriche?
Io preparo la base del pezzo a casa e poi in sala con gli altri si finisce di arrangiarla o modificarla in qualche parte. Durante la scrittura, abbozzo una linea vocale con un testo provvisorio che alla fine sistemo o sostituisco del tutto. Capita anche che qualcosa cambi in fase di registrazione. Nell'ultimo disco ad esempio c'erano due pezzi che non riuscivo proprio a chiudere a livello di testi e melodia vocale e che sono riuscito a completare solo in studio mentre registravo le voci.
D: Venendo alla scena italiana, secondo voi il metal in generale ed il doom in particolare riescono ancora ad attrarre il pubblico? In particolare l’attività dal vivo è tornata alla “quasi normalità” dopo la pandemia?
Sembra che piano piano stia riprendendo vita l'underground in generale. Di recente, essendo impegnati in studio, noi non abbiamo fatto molte date ma quando abbiamo suonato è andata molto bene e comunque vedo sempre più gente nei locali che frequentiamo, almeno nella nostra zona, e questo ci fa ben sperare.
D: Ultima domanda: Quali sono i vostri programmi per il futuro? Attività promozionale per l’album e ? Avete idea di superare i confini per portare un po’ di Italia di Metallo in giro per l’Europa?
Il nostro obiettivo è quello di suonare il più possibile ! È dura perché comunque lavoriamo e non abbiamo possibilità di suonare troppo spesso ma ce la mettiamo tutta per poter continuare a fare quello che ci piace veramente cercando di promuovere il più possibile VOL.III uscito a dicembre per la Time to kill.
Un saluto a tutti voi dai Godwatt!!
Ringraziando ancora i Moris Fosco e i Godwatt per il tempo dedicatoci, vi invito nuovamente ad andare a leggere le recensioni e ad ascoltare il loro album presente su Bandcamp e Spotify. Per gli amanti del genere una vera perla.
Intervista a cura di Alberto Trump