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ANTONIO GIORGIO
Italia di Metallo ne ha accompagnato la carriera, raccontando la successione dei suoi lavori, fin dal promo Golden Metal del 2015, seguito dalla rielaborazione Golden Metal (The Quest for inner Glory) dell’anno successivo e più di recente con l’EP Between Light and Darkness del 2022 che ha fatto da apripista al recente Imajica. (http://www.italiadimetall...).
Finalmente, abbiamo con noi Antonio Giorgio, cantante e autore campano, molto noto sulla scena nazionale ed internazionale, cui abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio e approfondire il suo viaggio musicale che tra poco porterà con sé una nuova fatica, intitolata Eternal Metal – Tales from the twilight Zone.
D: Ciao Antonio, grazie per il tempo che ci dedichi per questa intervista; vorrei iniziare con una domanda su di te e su quelle che consideri le tue principali fonti di ispirazione, sia con riferimento ai testi e successivamente con riguardo alla musica. Quali sono le emozioni che vuoi suscitare con i tuoi brani?
AG: Ciao caro Alberto, ringrazio innanzitutto “Italia di Metallo”, la redazione tutta e i ragazzi che nel tempo hanno recensito il mio materiale e pubblicato le mie lunghe news ricche di dettagli. La gratitudine è sicuramente il primo principio e regola d’Oro da tenere sempre in cima quando si intraprende una carriera, a maggior ragione artistica e musicale, come nel mio caso.
Per rispondere alla tua domanda, le mie fonti d’Ispirazione sono innumerevoli e non solo musicali; investono ogni campo artistico e anche la mia sfera personale, senza tralasciare elementi più intricati e a volte controversi come quelli mistici e se vuoi anche esoterici o vicini alla sfera del mondo dello Spirito. Infatti, dopo molti anni passati a indagare in vari settori del mistico, mi considero uno Gnostico Spiritista, una definizione da me creata abbinando la Gnosi Filosofica e la Dottrina Spiritica di Allan Kardec, padre dello Spiritismo moderno. Pur non avendo, almeno per ora, interesse ad avere esperienze dirette in questo terreno scivoloso, mantengo un approccio di curiosità, da “Indagatore dell’Occulto” per citare il famoso “Indagatore del’Incubo” creato dal geniale Tiziano Sclavi, ossia Dylan Dog.
Devo confessare che c’è una parte di me, probabilmente meno razionale, che sente di aver trovato finalmente delle Verità più profonde e coerenti come mai prima d'ora. Sicuramente la Filosofia ed, in particolare autori come come Schopenhuer, Nietzsche, Parmenide, Eraclito, Socrate, Fichte e Platone sono stati fondamentali nella mia formazione culturale e intellettuale, così la scoperta del Genio Poetico e Teosofico di William Blake, del Romanticismo tutto e di moderni scrittori come Alan Moore, Clive Barker, Dennis Wheatley, Ann Rice e molti altri, che hanno aperto in me un nuovo modo di vedere l’Arte e le cose dello Spirito.
Potrei essere considerato un Neo-Platonico che crede nell’Eternità delle Idee e di tutto ciò che erroneamente viene considerata solo Immaginazione. Di fatto si tratta della base di ogni Credo Religioso e di ogni Creazione Artistica da tempi immemorabili. In definitiva, credo che anche personaggi controversi come Guru e Leader Spirituali come Steiner, Yogananda, Osho o i Maghi/Artisti come A.O.Spare, Crowley siano stati figure difficili da decifrare che hanno affascinato e, allo stesso tempo, creato scalpore per aver commesso atti non sempre condivisibili, ma di sicura importanza e Genio per chi cerca risposte meno scontate e di più ampio respiro.
Tutto questo background vario ed eclettico permette di maturare nel tempo una Visione e una Percezione delle cose e dei concetti mistici/filosofici/esoterici decisamente non usuali che sicuramente mi hanno portato alla creazione dell'“alchemico” GOLDEN METAL, più che un concetto una vera e propria Visione quasi Magica che permea ogni nota di cui rivesto il mio materiale. Questo vale per le composizioni originali ma, anche quando reinterpreto materiale scritto e composto da altri. Quando mi riferisco alle principali fonti d’Ispirazione quindi, preferisco parlare di tutto questo più che di grandi e meno grandi nomi de Mondo Musicale. Altri musicisti sono certamente stati fondamentali ma allo stesso livello di ciò che mi ha formato in altri campi e che mi ha dato la possibilità di creare con un approccio differente da ogni altro Artista del nostro genere e di altri generi. Quando scrivo e compongo Musica, cerco di fissare in primis ciò che voglio trasmettere, determinati concetti e visioni e l’apporto musicale viene di conseguenza, con i nomi più adatti ad ispirarmi e che si sono meglio espressi su certi terreni per convogliare un determinato messaggio. Devo dire che la lista sarebbe davvero troppo lunga. Lo stesso vale per le tematiche trattate nei testi, dove tutto dipende da quello che voglio trasmettere; se il contenuto è più intimo e personale, evito qualsiasi riferimento all'esterno e semplicemente scavo in me per cercare ciò che trovo più idoneo a rappresentarmi.
D: Nel corso della tua carriera hai avuto modo di lavorare con molti musicisti e gruppi importanti (uno su tutti i Kamelot). Quali sono le esperienze più importanti non solo sul piano professionale ma anche umano che hai condiviso?
AG: Per ciò che concerne la ormai grande famiglia dei Kamelot, ho collaborato con il loro Singer originale Mark Vanderbilt sul mio nuovo “IMAJICA”. Si è trattato di una partecipazione del tutto amichevole fondata sulla stima reciproca. Gli albums registrati con lui sono a volte un po’ sottovalutati o molto amati solo dai fans della prima ora. Personalmente ritengo che “Eternity” & “Dominion” siano due buoni albums di Epic Prog Metal nient’affatto usuale a suo tempo e che nessun’altra band proponeva quel tipo di sound, a parte i vecchi Warlord e certi Virgin Steele evoluti. A mio parere possono essere considerati, fatte le debite proporzioni ovviamente, come i primi due albums dei Maiden con Di'Anno. (Nota dell'intervistatore: andate a recuperare gli album dei Kamelot citati, se non li conoscete...)
Sono molto onorato della presenza di Mark sul mio album e del suo ritorno sulle scene dopo 25 anni (presto credo ci sarà una band con un altro ex-Kamelot, Glenn Barry, bassista davvero eccezionale). Ha lasciato il suo marchio inconfondibile su un brano da “titoli di coda” del disco. Un pezzo davvero suggestivo che può essere ascoltato solo nella versione fisica dell’album, un modo per supportare l'acquisto anche del prodotto fisico.
Altre esperienze professionali importanti e formative in tutti i sensi sono state senza ombra di dubbio il creare un mio progetto solista e il fare tanti provini tra il 2006 e il 2016 per bands come i Kamelot citati e altre non da meno come Conception (con lo stesso cantante, il talentuoso Roy Khan, sicuramente uno dei miei singers preferiti e tra le mie principali influenze), Royal Hunt, Lost Horizon, Fifth Angel, Beyond Twilight del mio amico geniale Finn Zierler, Dreamscape, Adagio del virtuoso Stephan Fortè e molti altri, alcuni anche in Italia, come Heimdall del mio amico ed oggi mio fonico Fabio Calluori e i livornesi Icycore.
Ho partecipato anche a diversi progetti purtroppo non andati in porto come gli Human Gods e gli AngeliA (con il compositore marchigiano Cristiano Filippini oggi con i Flames of Heaven).Tutta questa esperienza mi ha reso un singer molto intraprendente e sfacciato, in grado di proporsi senza paura anche a grandi bands. Consiglio di adottare lo stesso atteggiamento ai cantanti in erba che sanno di avere un buon potenziale: questo è quello che deve fare un Cantante di razza che vuole fare strada, proporsi con l'atteggiamento di chi dà tutto perché sa che non ha nulla da perdere!
Iniziare una carriera solista nel Mondo Metal non è assolutamente facile e scontato se non hai già un nome e una militanza in una grande band e devo dire che la mia è stata una scelta temeraria e coraggiosa ma avevo l’età giusta per farlo (quarant’anni) in un momento in cui volevo dare ancora più valore autoriale a un concetto o meglio Visione come il Golden Metal: non poteva essere espressa se non in forma solista.
In questi 7 anni ho imparato moltissimo sia del controverso Music Business sia a livello di organizzazione del lavoro creativo e promozionale. Ho partecipato anche alla masterclass di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, un vero e proprio corso di Formazione accelerato, che mi ha fatto capire diverse cosette.
D: Leggendo le recensioni dei tuoi lavori ed ascoltando i brani si colgono influenze molto distanti tra loro, dall’hard rock quasi radiofonico, a quello più pomposo in stile Royal Hunt al metal e al doom dei Candlemass. E’ un desiderio di omaggiare tanti artisti diversi o più la necessità di trovare registri alternativi per esprimere in musica le tue idee e sensazioni?
AG: La seconda che hai detto! Come ho già detto tutto dipende non tanto dal voler omaggiare qualcuno o uno stile che non ne avrebbe bisogno, in un mondo inflazionato e sovraffollato come quello attuale, ma dal contenuto del brano e da quale stile necessita per essere rappresentato al meglio.
Ogni approccio è parte di un grande Vocabalorio Musicale che contiene il linguaggio sviluppato negli anni da tanti Artisti e bands differenti che hanno saputo portare il tutto vicino alla perfezione.
Quel che serve quindi in primis è una conoscenza molto ampia ed, in secondo luogo, la flessibilità mentale per incorporare ogni stile, farlo proprio e darne una propria interpretazione fresca e originale. Questo non può essere fatto citando sempre le stesse influenze e ripetendo clichè all’infinito con la scusa dell’essere un “purista” o un “conservatore”.
Se un domani avessi bisogno di un’influenza funky o jazz o d’avanguardia o più estrema non avrei nessun problema ad inserirla nella mia Musica che non può essere imprigionata e incasellata sotto una sola etichetta. Per questo ho creato il Golden Metal, in modo che possa “includere” ogni altro stile senza perdere l'approccio Metal/Rock. Non è esclusivo né creato pochi, una nicchia ben precisa di ascoltatori. Non avendo barriere particolari che ne limitano l’espressività, è Musica per tutti e per nessuno per dirla alla Nietzsche.
Ovviamente spero che arrivi al massimo numero di ascoltatori o almeno a quelli con l'apertura mentale, la cultura e la sensibilità che permetta di cogliere tutte le sfumature.Non m’interessa l’approvazione della massa, che di solito è semplicemente indotta ad ascoltare ciò che gli viene proposto, senza andare a scoprire altri mondi e universi distanti dal solito che gli viene propinato. Apprezzo molto artisti come David Bowie o David Sylvian, giusto per fare nomi solisti e con un tocco d’Autore come me, per il fatto di aver saputo cambiare pelle tante volte ma sempre con un proprio un marchio inconfondibile. Lo stesso vale per i Queen o i Black Sabbath nel nostro mondo, che hanno saputo sempre rinnovarsi perché Tony Iommi è Brian May sono due musicisti sopraffini. In particolare Tony Iommi odia le definizioni restrittive e non ama che la sua musica venga definita Heavy Metal, preferisce un più aperto Heavy Rock.
D: Tornando alla composizione dei brani, scrivi prima i testi e poi la musica segue di conseguenza a seconda dell’atmosfera da creare oppure parti dalle strutture musicali per poi trovare temi adatti che ti ispirano nella scrittura delle liriche da sovrapporre?
AG: Non c’è una regola, ma in verità devo dire che spesso parto da idee musicali che hanno in sé già un concetto testuale, altrimenti farei lo scrittore e non il musicista... A volte sono melodie vocali che registro al volo (in passato con un mini-registratore, ora con il più pratico telefonino), altre volte tutto viene da riff e arpeggi di chitarra e qualche volta anche da tastiere.
Certo ci sono stati casi come dei futuri concepts su cui sto lavorando (uno ispirato dalla Saga di Camelot e Re Artù, un altro su “Cabal/Nightbreed”, libro e film Cult Horror di Clive Barker e un altro ancora ispirato agli scritti di Dennis Wheatley ma con una nuova storia creata da me a nome “Mysterica”) o suites che ho composto su Dracula, Elric di Melnibonè e Dylan Dog in cui sono partito dal concept già bello fatto che ho musicato con il mio stile.
Per il materiale che nasce da mie idee personali il tutto parte dalla Musica o Idee/Concetti e poi in seguito ci costruisco testi e concept.
Con tutta questa gran quantità di materiale e brani credo non basterebbe un solo autore; ho in mente di creare un nuovo progetto a nome EPOS (che significa Racconto Epico in greco) in cui racconterò storie già edite ma con il mio marchio ed il mio stile come succede nelle covers su cui lavoro!!
D: A questo proposito, sappiamo che il tuo prossimo lavoro sarà una collezione molto variegata di cover che spaziano dai Black Sabbath (tra l’altro del periodo di Tony Martin che considero un grandissimo cantante) ai Manowar, a Bruce Dickinson ai Kamelot e ad altri mostri sacri (Ozzy Osbourne e Ronnie James Dio). Al netto del piacere di cimentarti con tante canzoni amatissime, per te deve essere stato un lavoro imponente, sia per trovare gli arrangiamenti che si adattassero al tuo gusto, sia per cantare secondo lo stile di così tante voci diverse. Ci puoi raccontante come è stata la genesi del lavoro, la scelta dei brani e, se hai voglia, qual è a tuo giudizio il più vicino al tuo stile e quello che, invece hai fatto fatica ad interpretare (considerando che nell’elenco ho dimenticato, ma li aggiungo, Alice Cooper e soprattutto Geoff Tate)?
AG: Ovviamente stai parlando di “ETERNAL METAL-Tales from the Twilight Zone”, un album a cui sono molto affezionato e che ho registrato contemporaneamente ad “IMAJICA” e della versione rivisitata del primo album “Golden Metal” re-intitolata “Golden Metal-The Second Coming”.
Tutto questo materiale è già uscito in versione digitale per la AUSR e spero di trovare il modo di pubblicarlo anche in forma fisica, magari in una versione super deluxe di “IMAJICA” stesso (e con annesso anche il prossimo “Once and Future Kingdom-An Epic Tribute to Kamelot”).
E’ stato un lavore enorme riuscire a reinterpretare così tanti pezzi storici dei grandi cantanti che hai giustamente citato (Geoff Tate, Roy Khan, Tony Martin, Ronnie James Dio, Bruce Dickinson, Rob Halford, David Defeis, Eric Adams, Don Dokken, Alice Cooper, Ozzy Osbourne, Goran Edman, Zachary Stevens, Messiah Marcolin, Ray Alder, James Labrie etc) tutti con timbriche e registri molti diversi. Il segreto è stato quello di immaginare che i brani fossero stati composti per la mia voce, cambiando spesso anche la tonalità per meglio adattarli al mio range vocale che copre 4 ottave e anche più credo (dovrei fare una precisa ricerca in merito).
Ho la fortuna di avere una voce molto “adattabile” (come venne detto proprio a Tony Martin che è l’unico nei Sabbath ad aver interpretato insieme al povero e grandissimo Ray Gillen tutte le ere della band) e ciò si riflette nella mia stessa Musica, che passa da uno stile a un altro senza soluzione di continuità ma armonicamente, non in maniera “shockante” come nel capo delle band di Mike Patton, cantante geniale che ammiro moltissimo ma decisamente con un altro tipo di approccio, decisamente “crossover”.
Non ho trovato particolari difficoltà a gestire stili apparentemente molto diverso dal mio (penso appunto ad Alice Cooper, Rob Halford o Ozzy), anzi è stato più divertente per certi versi fare brani apparentemente "lontani" perché ho potuto renderli più personali con la mia interpretazione.
Quando fai un brano di singers completi e versatili come Tony Martin, Ronnie Dio, Bruce Dickinson, o Geoff Tate, invece hai teoricamente meno spazio per inserire cose nuove.
Ho comunque cercato di farlo, anche in questo caso con una certa temeriarità che evidentemente mi appartiene.
Se dovessi raccontare il mio stile, direi che si tratta di “Fusion” di diverse timbriche che ben si adatta sia al materiale originale che a quello di altri. Provo a farlo in maniera naturale e non forzata come farebbe un attore versatile, capace di passare da ruoli da buono e da eroe a quelli da buffone o cattivo…
Non mi fermo nemmeno davanti ai cantanti più screamy e gutturali del growl, ammirando il lavoro notevole di Dani Filth, Dave Vincent, Glenn Benton e di Kam Lee (sentirete tra poco la mia interpretazione di “March of Mephisto” dal Tributo ai Kamelot dove mi faccio carico anche della parte nel brano fatta da Shagrath dei Dimmu Borgir). Un singer di razza non deve avere paura di sperimentare e mettersi in discussione, anche con stili molto distanti dal suo e la curiosità e lo stupore devono rimanere sempre ben impressi.
Nel mio background, infatti, ci sono anche demo molto sperimentali con tanti generi lontani dal Metal/Rock e esperienze nel Teatro con un paio di Musical/Opera come “Notre Dame” e “Re Artù” per cui ero stato audizionato per il ruolo principale.
D: Nel passato sei stato vicino ad entrare a far parte di band come Kamelot e Conception (seguendo a ritroso la carriera di Roy Khan). Ci racconti com’è andata e quali sono i tuoi piani per il futuro a livello di band e di progetti di lavoro?
AG: Per quanto riguarda i Kamelot, ho fatto il provino nel 2011, rimanendo in sospeso per un bel po’ di tempo, registrando 4 brani storici come “prova”. La fase finale se la giocarono 3 o 4 singers tra cui Tommy Karevik ovviamente che registrarono anche una loro versione del nuovo brano “A Song for Jolee”. Non avendo all’epoca nessuna discografia ufficiale ed essendo sconosciuto al grande pubblico non andò bene ma Thomas Youngblood (chitarrista e mastermind dei Kamelot - ndr) gradì molto il mio supporto continuo alla band e apprezzò anche le mie varie proposte di concepts (gli proposi quello sul tema arturiano in relazione al nome della band e che ho conservato per me).
Quanto ai progetti futuri è in arrivo un Tributo ai Kamelot molto particolare a nome “Once and Future Kingdom – An Epic Tribute to Kamelot” diviso in 2 cds in cui il secondo è incentrato sugli albums “Epica”&”The Black Halo”, entrambi liberamente ispirati al “Faust” di Goethe, per cui avevo preparato prima del provino nel 2008/2009 una versione interamente in italiano per i Teatri). Il Tributo ha solo brani dell’era Roy Khan, la più significativa artisticamente a mio parere. Lui è sicuramente il singer più vicino alle mie tonalità, quindi per me sarebbe stato molto naturale sostituirlo sia nei Conception e a maggior ragione nei Kamelot.
Per il futuro prevale in me l'atteggiamentiìo del "mai dire mai" e per questo il mio tributo potrebbe anche aprire nuove porte in questo senso essendo anche il primo in assoluto per la band e fatto da un Singer che fu audizionato per la stessa.
Per i Conception il discorso è più semplice: mi proposi in un momento in cui erano praticamente “congelati” anche se non sciolti a tutti gli effetti e fu il loro ex- produttore e membro aggiunto della band Tommy Newton a consigliarmi di provare con loro perché gli ricordavo molto Khan. La band però fu molto ferma all'epoca, la loro idea - se fossero tornati a suonare - era quella di farlo solo con la formazione originale. Così è stato e sono davvero contento perché è un gruppo davvero unico nel panorama del Melodic Prog-Metal e a cui oggi sono legato anche da amicizia tanto da apparire anche in un loro video per qualche secondo (“Is There Anybody Out There?” dall’ultimo “State of Deception”).
D: Ultime due domande: la prima è come vedi la scena metal in Italia e se, più in generale, pensi che Gene Simmons abbia ragione quando afferma che il metal è morto? Noi speriamo e sappiamo che non è così ma …
AG:Difficile risponderti sull’affermazione di Simmons. Ovviamente lui la vede da un punto di vista della grande Rockstar qual è. Obiettivamente non ha tutti i torti e comunque si riferisce da quello che ho letto più al Rock in generale che al Metal. Oggi la possibilità di farcela per una nuova band o artista è decisamente complicato, la case discografiche hanno smesso di supportare come un tempo, soprattutto i più i giovani e il mercato è letteralmente sovraffollato e carente nelle vendite rispetto ai tempi d’Oro. Purtroppo il download illegale e lo streaming hanno ucciso le vendite dei supporti fisici e se non ci sono grandi entrate è ovvio che non si può finanziare come un tempo se non per robaccia rap, trap, dance, pop d’alta classifica o easy listening.
C'è però un aspetto positivo per la scena undeground e meno sotto le luci della ribalta: puoi avere maggiore Indipendenza artistica senza scendere a compromessi, ciò di cui uno come me ha davvero bisogno. La libertà artistica ha un prezzo e se è quello di dover accettare la possibilità che non raggiungerai mai le vette delle charts, pazienza. L'obiettivo diventa il creare un progetto di culto che, nel tempo, verrà sempre più apprezzato e scoperto/riscoperto.
In fondo io amo molte band del genere come i Virgin Steele del mio amico David Defeis e tanti altri che di certo non avranno mai la possibilità di raggiungere le cifre e le classifiche di un Michael Jackson o degli stessi Kiss.
Da un altro piano e punto di vista le classifiche non contano nulla così come i soldi spesi; quel che conta è la “sostanza artistica” che è immortale, è un sacrificio che si può fare in nome dell’Arte Pura e onesta. Questa è la ragione per cui il mio album di remakes si chiama “Eternal Metal” e credo sia una dichiarazione d’intenti sul fatto che, in netta contrapposizione al buon Simmons, credo che il Rock e il Metal non moriranno mai. Sono “Eterni” e Immortali appunto perché riescono sempre a rigenerarsi e creare nuove forme espressive.
La scena italiana è ricca e variegata ed è bello che un sito come il vostro si occupi esclusivamente di essa come i minatori che scavano per trovare l’oro nel sottosuolo e nelle caverne. E' la dimostrazione che non esistono solo i Lacuna Coil e i Rhapsody che pur apprezzo ovviamente per ciò che hanno saputo fare a livello internazionale e creativo, ma che il meglio si nasconde spesso nei cosiddetti “Outsiders”: i veri Cultori del Metal e di ogni altro genere e stile sanno che “chi cerca trova” e il “Golden Metal” (o come lo si voglia chiamare, queste sono solo definizioni) spesso si nasconde proprio nell’Undeground più creativo e variopinto. L'Underground è la linfa vitale del metal, come disse più volte un gigante come Rob Halford.
D: Ultima domanda, ti ringrazio per la pazienza, con così tanto materiale avrai certamente pianificato attività promozionali e concerti. Ci racconti qualcosa in merito per dare modo ai lettori di Italia di Metallo di venire a vederti dal vivo?
AG: L’aspetto live è per me al momento ancora da perfezionare perché vorrei curarlo nei minimi dettagli. Purtroppo faccio fatica a trovare musicisti adatti e quelli che hanno suonato nei miei dischi hanno tutti le loro bands d’appartenenza, quindi non è assolutamente semplice riunirli.
Inoltre, essendo sparpagliati al Nord (Liguria), Centro (Lazio) ed estremo Sud (Sicilia e Campania), devo anche affrontare un problema logistico.
Certo sarebbe bello trovare l’occasione di avere una sorta di “Reunion” reale e non solo da studio e mi piace il fatto di aver unito parti così distanti della nostra penisola sotto la bandiera del Golden Metal. L'Unione fa la forza come si dice.
Non vorrei invece rivolgermi ad altri musicisti per evitare che il risultato dal vivo risultasse molto diverso da quello del disco. Per questo motivo sto pianificando qualcosa di più Teatrale nel Teatro/Anfiteatro del mio paese Lioni in provincia di Avellino (un po’ il mio “Golden Temple” o “Silver Sanctum” citando il brano omonimo di “IMAJICA”) che mi ha visto esibirmi più volte in passato in occasioni speciali.
Un sogno sarebbe quello di creare in futuro un “Golden Metal Festival”, invitando bands importanti incluse quelle con cui ho fatto il provino e le bands dei ragazzi che suonano nei miei dischi. Questo è un progetto che ho in mente da anni
Ad ogni modo mai dire mai, tutto può succedere e le cose non sono mai “ferme”.
Invito tutti a seguirmi sui socials e stare attenti a future news e annunci. Rimanete sintonizzati and “Find your Inner GOLD”!!
Nel ringraziare Antonio Giorgio l’invito è, come sempre, ad andare a cercare le recensioni e le notizie su di lui su ITALIA DI METALLO e ad ascoltare tutti i suoi lavori partendo da Imajica e in attesa della pubblicazione della sue future opere.
Intervista a cura di Alberto Trump