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Italia Di Metallo Festival
26 Aprile 2014
Prato
Come ormai saprete, a distanza di sei anni dalla nascita ufficiale di Italia di Metallo abbiamo deciso di lanciarci in una nuova sfida: quella di organizzare un festival a base di bands nostrane. Il sogno è diventato realtà grazie alla collaborazione con l'Exenzia Rock Club di Prato. Certo non è stato semplice trovare le band giuste, fissare una data che andasse bene a tutti, organizzare e gestire il tutto. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo piuttosto soddisfatti del risultato. Prima di andare ad esaminare una per una le prestazioni delle band che si sono succedute sul palco, vogliamo ringraziare tutti i musicisti coinvolti, tutti i membri dello staff del locale e, ultimo ma non ultimo, tutti coloro che hanno presenziato alla serata rendendoci così possibile pensare a una seconda edizione.
[Francesco Salvatori]
MANTRA
Ad aprire il 1’ Festival di IDM salgono sul palco i Mantra la band di Gianluca Galli e Jacopo Meille; la posizione nel bill non premia il blasone del gruppo ma i Mantra con il loro carisma e soprattutto la loro musica mettono subito in chiaro che sarà difficile fare meglio di loro nel corso della serata. Il potente e robusto heavy rock di 'Rush For Love' e 'Instruction For Destruction' ci rivela il grande affiatamento della ritmica di Senio Firmati e Andrea Bartolini; anche Jacopo Meille si presenta in gran forma e la sua esperienza e la sua voce riempiono il palco. 'Hard Times', una delle canzoni preferite per chi scrive, e 'She' conquistano anche chi si era attardato al bar dell’Exenzia e portano sotto il palco un buon numero di spettatori, appena in tempo per essere travolti da 'Bound For Glory', un brano velocissimo che scatena l’ovazione. Si chiude con la cadenzata 'Promised Land' una ottima esibizione, valorizzata anche dall’ottimo suono. Un esordio di prestigio per il nostro 1’ Festival, grazie Mantra!
[Filippo Marroni]
Setlist:
- Rush For Love
- Instructions For Destruction
- Hard Times
- She
- Bound For Glory
- Promised Land
DEVIL'S MOJITO
Dopo l'ottima prestazione dei Mantra a salire sul palco sono i fiorentini Devil's Mojito coinvolgente band dedita ad un possente hard'n'roll come sentito nell'esordio omonimo 'Devil's Mojito' e che ci ha presentato due nuovi brani anch'essi trascinanti come nello stile della band. Band che ha snocciolato) a raffica praticamente senza soste tutti i pezzi lasciandoci senza fiato e presentando un batterista (Lorenzo Innocenti) autentico ciclone. Poco da dire sulle perfette prove di Ace Bartolini al basso (stasera straordinari per lui..) e voce, Cris Pinzauti chitarra e voce e Mario Assennato chitarra e voce. Prestazione impeccabile anche se un po' di pausa tra un brano e l'altro non ci sarebbe stata male, pareva di essere su un ring a prendere una gragnuola di cazzotti, ma comunque dicevo impeccabile con menzione ovviamente per 'Fake' che rimane la mia preferita e 'On Top Of The World' sempre vincente anche in sede live, delle nuove per gusto mio ho apprezzato maggiormente 'Ground Rocket' ma son dettagli. Bravi e professionali.
[Klaus Petrovic]
Setlist:
- Let's Meet At Trip
- It's All Over
- Ground Rocket
- Fake
- Devil's Mojito
- On Top Of The World
WILDROADS
Avevo già visto dal vivo gli Wildroads tre anni fa, in occasione del Most Rock 2 che fu a conti fatti il primissimo tentativo di dar vita a una serata targata Italia di Metallo. Li ritrovo adesso con una prestazione perfettamente in linea con quelle che erano le mie aspettative: per scaldare gli animi la band spara subito le proprie cartucce migliori, tra cui l'autointitolato cavallo di battaglia 'Wildroads'. Grazie a una Go-Pro montata sul palco, dalle prime due canzoni è stato estratto un video. Per concludere, poi, sono state presentate due tracce in anteprima dall'album sui i ragazzi sono attualmente al lavoro: la prima impressione è che i pezzi nuovi siano perfettamente in linea con lo stile della band, e che puntino molto sugli acuti di Michael. Mentre attendiamo fiduciosi la nuova fatica discografica, non posso fare a meno di segnalare la simpatia che mi ha immediatamente suscitato il bassista, col suo look molto skate-punk.
[Francesco Salvatori]
Setlist:
- Look at me burning
- Wildroads
- Your last day
- She is coming (brano nuovo)
- Bad girls got the fire (brano nuovo)
TSUBO
C'è chi ha l'ingrato compito di aprire la serata, e chi ha l'ingrato compito di appesantirla. Per chi scrive, gli Tsubo sono stati la rivelazione del festival. La mia paura era che la loro proposta fosse troppo pesante e spaventasse la gente, tanto che subito prima della loro esibizione il sottoscritto, Klaus e Giorgioni stavamo ipotizzando quante persone sarebbero rimaste davanti al palco. E invece sono stati proprio gli Tsubo a fare più pubblico di tutti. Temevo, poi, che un sound non perfetto potesse trasformare il loro ferocissimo grind in poco più che rumore: paura, questa, spazzata via dall'ottimo lavoro del fonico dell'Exenzia Matteo.
Ecco allora che la band, probabilmente galvanizzata dalle condizioni favorevoli createsi, snocciola una prestazione interessantissima, intensa (e lo testimonia il numero di volte che Giorgioni ha fatto ricorso alla bottiglietta d'acqua), feroce ma senza sbavature. Prestazione talora delirante, come testimoniano i due secondi di caos che ho interpretato come una cover di una certa 'You Suffer'. E che mi ha lasciato in dono un poco simpatico torcicollo. Devo aggiungere altro?
[Francesco Salvatori]
Setlist:
- Matricidio
- L'odio
- Cicatrici
- Nel bene nel male
- Reminiscenza
- Zozza
- Riflessi d'evidenza
- Messa...
- ...in scena
- A-narcogrind
- Non trovo pace
- Un nuovo taglio
- Fellatiocrazia
- Avvezzamento ciclico
- La fila
- Storm of stress (Terrorizer cover)
ECNEPHIAS
Arriviamo così agli headliners della serata, una scommessa giocata in primis da me e sostanzialmente vinta se penso che sono arrivati ragazzi da Vicenza e Milano per vedere la loro esibizione. La quale snocciola ben 14 brani in circa un'ora e 15 di concerto, attraversando un po' tutta l'ampia discografia della band lucana. Stanchi per il lungo viaggio (erano a suonare a Bari la sera prima), i cinque pards hanno saputo tener fronte senza problemi alla serata dimostrando che l'esperienza paga sempre. Concentrati al massimo ci hanno offerto una prestazione encomiabile, forse non adatta a tutti, il loro suono mai eccessivamente violento e a tratti doom può aver stancato chi era lì dall'inizio della serata, ma certo tecnicamente non si può imputare nulla. Momenti di pura emozione quando son risuonate le note di brani storici quali 'A Satana', 'Chiesa Nera' o addirittura dal primo album 'Dominus Noctis' con la perla 'Ice Forest Rituals (The Twilight)' che tanto ci riporta al norvegian black metal degli albori! Il tutto passando dai brani dell'ultimo 'Necrogod' tra cui la omonima title track e 'Vodoo' che si ergono su tutte, ma andrebbero menzionati tutti i brani proposti, lo farò invece solo per l'ultimo che proviene addirittura dalla demo di esordio 'November' e cioè 'Love Lost Ballad' struggente litania in old black style ovviamente nello stile dei nostri Ecnephias una delle punte di diamante dell'underground tricolore. Onore a loro e a chi li ha seguiti.
[Klaus Petrovic]
Setlist:
- Syrian Desert INTRO
- Fiercer Than Any Fear
- Kukulkan A Stealthy Hand Of An Occult Ghost
- The Temple Of Baal-Seth
- A Satana
- Necrogod
- Chiesa Nera
- Ishtar (Al-‘Uzza)
- Kali Ma (The Mother Of The Black Face)
- Voices Of Dead Soul
- Leviathan (Seas Of Fate)
- Ice Forest Rituals (The Twilight)
- Voodoo (Daughter Of Idols)
- Lost Love Ballad
CONCLUSIONI
Che dire? Una serata davvero perfetta, ricca di band interessanti e appartenenti a diversi generi per cercare di compiacere i gusti di una più vasta schiera di seguaci. Sarebbe bello riuscire a incrementare il numero di questi eventi, perchè la nostra voglia di buona musica è sempre tantissima!
[Lord Hate]