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Distrake Fest con Jinjer + One Shall Stand + Brand New Punch + Dresda Code @ Distrake
02 Aprile 2015
Caserta
Il Distrake Fest si unisce ad un esiguo numero di eventi che negli ultimi anni cerca di avviare un’azione centrifuga di presenza territoriale di musica “estrema” casertana: ben otto band presenti alla prima edizione, tutte di casa (Caserta) o partenopee.
Il fatto che si stia finalmente cercando di donare un nuovo centro attivo d’azione ed attenzione ad una provincia che in passato è stata in grado di ospitare grandi eventi e grandi nomi internazionali (Behemoth, Dragonforce, Stratovarius, e trai tanti) e non, non può che far gioire tutti quei complessi casertani che negli anni si sono dovuti battere per un proprio posto nella scena musicale, vedendosi, purtroppo, costretti ad allontanarsi sempre più dal loro centro d’origine ed essere certificati per la propria opera oltre-regione.
La seconda edizione del Distrake conta meno elementi (quattro band totali), ma una grande partecipazione estera (i Jinger, groove/progressive metalcore dall’Ucraina). I gruppi d’apertura della serata provengono da Napoli, Cassino, ed infine Caserta.
Ad apertura del Fest, ospitato dall’ex-“Music Hall” (ora semplicemente “Distrake”) ci vengono presentati i Dresda Code. Riguardo ai Dresda, che propongono un sound personale ed intimo di post-grunge/stoner/alternative metal, c’è da aprire una parentesi sui diversi modi in cui un gruppo, una volta sul palco, può interagire col pubblico. Non siamo infatti di fronte ad una band casinista, o carismatica, o a dei giovinotti che hanno troppa vergogna per guardare oltre il proprio strumento.
I Dresda Code appartengono a quei pochi gruppi che possono vantare un effetto ipnotico per la semplice devozione dedicata al proprio strumento: è un piacere sentirli suonare, senza molti fronzoli. La precisione quasi chirurgica di Natas alle batterie è impressionante, un vero tecnico da vispi occhi calcolatori che non perde di vista neanche per un secondo la propria opera e quella degli altri, coordinando il tutto quasi con l’aiuto della Forza. Ogni componente del gruppo è al proprio posto nella composizione ed esecuzione, ha il suo ritagli di tempo, si dedica a momenti d’ampio respiro così come ad aggressioni sporche; una collaborazione affiatata tra tutti i componenti che giocano ogni qualità loro consentita, dalla voce piena di Alex a quella sporca e rock’n’roll à la Motorhead del chitarrista Simone, a cui viene lasciato il microfono durante l’ultimo pezzo, traportando il pubblico indietro di qualche decade, forse.
Nonostante abbiano potuto eseguire unicamente tre pezzi (Adam, Blindness, e Clouds), i Dresda riescono a riscaldare l’ambiente con la loro precisione quasi da studio e la loro musica carismatica, chiarendo da subito che il carattere eclettico della rosa musicale della serata non lascia tuttavia in disparte la componente qualitativa.
A seguirli i Brand New Punch, groove metal da Cassino, i quali si presentano come dei ragazzi dall’energia infinita, con una voglia di festa e di far casino da veri professionisti. Conquistano il palco e coinvolgono il pubblico, spezzando la quarta parente in maniera fenomenale, e creando un ambiente “di casa”: tra un brano e l’altro, scherzano e raccontano aneddoti, facendo sentire il pubblico parte integrante non solo della serata, ovviamente incentrata su un rapporto comunicativo musicanti – ascoltatori, ma parte integrante dell’intera performance. La loro musica è diretta, sporca, groove, carica di energia violenta e primordiale, riuscendo ad abbandonarsi con i loro brani (New Sbornja, Stabbing the Justice, Same Shit New Punch) anche ad episodi divertenti, di particolar nota le batterie tipicamente hardcore punk dei primi anni, che spingono a muoversi e sfrenarsi.
A questo punto, una nota dolente, verso un vizio che, pare, gli italiani non riescono a scrollarsi di dosso, ovvero, lo strano caso del “tanto iniziano a suonare almeno due ore dopo”: nonostante i gruppi abbiano iniziato ad esibirsi in ritardo, ancor più in ritardo si è presentata la stragrande maggioranza del pubblico; un assurdo che, di conseguenza, facendo due calcoli, se il Fest fosse iniziato in orario, questa gran fetta di ascoltatori sarebbe giunta a cose fatte.
Ed è così che i padroni di casa, che non hanno bisogno di presentazioni a Caserta, essendo una forte presenza stabile e sempre attiva e sfrenata della scena negli anni, i One Shall Stand, salgono sul palco accolti da un calore e una partecipazione “in puri numeri” che, forse, sarebbe ben stata accolta anche dalle band di apertura, in quanto “da fuori”. Su di loro, padroni della provincia in questioni d’hardcore, non c’è molto da spendere righe: i One Shall Stand sono ormai una band pronta in tutto e per tutto a grandi palchi, sono ormai dei professionisti della performance tipicamente live, abituati a coinvolgere il pubblico, fieri e partecipi di ciò che hanno da offrire e che offrono con la massima energia. Il carisma dei vocalist, la loro perfetta personificazione nei testi che cantano, mimica gestuale degli stessi, incanta e quasi strega il pubblico a far ciò che “gli si comanda”: divertirsi nella maniera più sfrenata possibile.
Siamo quasi a fine serata e tutto il pubblico freme di poter finalmente vedere i famigerati Jinjer.
A questo punto, c’è da far nota di come il Distrake si dimostri non un evento organizzato a tavolino da qualche imprenditore che, per puro colpo di pazzia, abbia voluto provare a vedere se, in tempo di crisi, il panorama “alternativo” non fosse una soluzione pratica all’affluenza di gente al proprio bancone (cosa che, come ben si sa, è difficilmente realistica), bensì un organico e viscerale bisogno di partecipazione e d’innovazione musicale, di pulsante energia vitale, da parte degli organizzatori. E’ con questa passione e forza di spirito che Miriam (voce nei Midian, Nebulae), una delle organizzatrici, sale sul palco a dar man forte ai Jinjer durante l’esecuzione due pezzi, con dei feat che dimostrano in tutto e per tutto la coerenza e l’amore per la musica live della cantante.
I Jinjer mettono su il loro spettacolo in maniera impeccabile, nonostante, per motivi ignoti, un improvviso alzarsi dei volumi (altro tipico vizio italiano?), abbia, purtroppo, danneggiato in maniera sostanziale una delle basi logiche dell’esibizione: infatti, la band propone un sound progressive metalcore, in cui non solo gli strumentisti, ma anche la cantante Tatiana, mettono in pratica ed in mostra le loro doti musicali più sapienti e virtuose. E’ quindi un peccato che questa musica di cui valesse la pena sentire, non si intende in maniera cristallina, ma almeno distintamente, le grandi doti ed i momenti di maggior partecipazione tecnica, sia stata invece gran parte percepita come un wall of sound difficilmente distinguibile. Ed anche la capacità di Tatiana di passare da uno stile vocale pieno, pulito, caldo, pieno, a tecniche canore più extreme rabbiose, travolgenti, energiche, si sia andata perdendo in questo.
Ovviamente, non siamo qui per discutere un disco, ma un’esibizione live, e su questo punto i Jinjer sono stati coinvolgenti, impeccabilmente carismatici, variegati, addirittura, divertenti, in certi spazi musicali dedicati ad alleggerire l’atmosfera, e, sicuramente, hanno conquistato il pubblico come non mai.
Il Distrake si conclude con una serie di DJ, e noi, nonostante le poche pecche negative, siamo contenti ed orgogliosi, e ci auguriamo che un tale evento, che ha dimostrato una capacità di coinvolgere, variare, organizzare, di cui si sentiva il bisogno, possa riproporsi più e più volte.
E' possibile vedere un Teaser del Live Report di Alessandro Calamo ( http://fb.com/pages/Aless... ) al link: http://youtube.com/watch?... .
Foto di Federica Vado ( http://fb.com/pages/Feder... ).
Pagina Facebook del Distrake: http://fb.com/pages/Distr... .



