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Divine (reissue)

TrackList
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Faces On The Floor
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Divine
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Someday
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Electronic Brain
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Fun House
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Mindless Transparency
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Life Gone Wrong
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Promise Time
Bonus tracks (dalla demo 'Broken Glass'):
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Rights Of Your Pride
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Walkin' The Line
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Abstract
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Total Despair
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Some Day
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Broken Silence (instrumental)
BROKEN GLAZZ - Divine (reissue)
(2013 - Punishment 18 Records)voto: 8.5/10
Il nome dei Broken Glazz per me resterà sempre e per sempre associato a un mondo magico. Un mondo in cui procurarsi della musica non era mai troppo semplice e di conseguenza qualsiasi prodotto con cui fossi venuto a contatto – fosse anche sotto forma di una semplice musicassetta sdoppiata – lo ascoltavi decine e decine di volte in pochi giorni, sviscerandolo fino al midollo, arrivando a conoscerne ogni singola nota. È proprio tramite una musicassetta sdoppiata che è avvenuto il mio primo contatto con i Broken Glazz, due album in un colpo solo, 'Divine' su un lato e 'Withdraw From Reality' sull'altro. È stato allora che ho capito che la scena metal italiana non consisteva solo nei pochi nomi altisonanti (e, spesso, pompati) che si potevano leggere di tanto in tanto sulle principali testate giornalistiche del settore. Certo, adesso con internet a disposizione è tutto più semplice, ma fino a neanche troppi anni fa se decidevi di farti una cultura sul thrash metal italiano non avevi scampo: ti imbattevi negli Extrema e, se ti andava bene, nel resto della “triade pesante”: Schizo e Bulldozer. Invece il thrash metal, nella nostra penisola, ha avuto anche un'altra pelle, una pelle più morbida, maggiormente orientata a sonorità heavy/speed che non all'aggressione. Una pelle che, tra le varie cicatrici, reca marchiato a fuoco il nome dei Broken Glazz.
'Divine' ha ora 22 anni; 'Broken Glass', la demo con cui la band – allora con moniker leggermente diverso – esordì ufficialmente, uno in più. Correva l'anno 1991 quando la Dracma Records notò questi allora giovanissimi ragazzi e diede loro l'opportunità di dare vita a un disco vero (tenete presente che all'epoca non c'erano i mezzi di oggi, e non era cosi semplice registrare un album); corre l'anno 2013 quando la Punishment 18 Records decide di dare l'opportunità di riscoprire un pezzo di storia a tutti coloro che non sono riusciti a viverlo in diretta. E lo fa ristampando in un colpo solo demo e disco di debutto, in quella che ha tutta l'aria di essere un'edizione imperdibile per tutti gli appassionati.
Personalmente, non credo che 'Divine' sia il miglior episodio dei Broken Glazz. No, anche riascoltandolo a distanza di un sacco di tempo dall'ultima volta trovo che 'Withdraw From Reality' sia superiore; sia se considerato nella sua interezza che dal punto di vista delle singole canzoni. 'Divine' presenta tutte le più tipiche ingenuità dei debutti, non ultima una direzione stilistica che in vari punti risulta ancora incerta: ma gran parte del suo fascino sta anche qua. Graziosamente acerbo, proprio come un adolescente che ha ancora qualche foruncolo sulla faccia ma sta per sbocciare nel fiore della propria vita.
Gli episodi migliori, o comunque quelli più maturi, sono probabilmente 'Faces On The Floor' e 'Mindless Transparency'; anche la title-track, dopo una prolungata fase strumentale iniziale, ci regala dei gran sussulti. Le altre tracce, comunque interessantissime, tradiscono appunto uno stile ancora non troppo definito, sempre conteso tra un riffing decisamente thrash oriented e accelerazioni di natura heavy/speed, peraltro ben coadiuvate dalle vocals.
Ma non c'è solo potenza e aggressività nel repertorio dei Broken Glazz: spetta infatti alla parte iniziare di 'Promise Time' ma soprattutto a 'Someday' il compito di tradirne l'anima più melodica. Di questi due brani, il primo torna in fretta a pestare maggiormente; il secondo invece si avvicina più volte al concetto di ballad, pur non essendolo in senso stretto. Ed è un altro gran bel pezzo.
L'interesse che può ruotare intorno al ripescaggio della demo 'Broken Glass' è più di natura storica che altro, e non avrebbe troppo senso sviscerare i brani alla ricerca di buone idee e potenzialità quando sappiamo già che le proverbiali rose sono fiorite eccome. La produzione è decisamente artigianale, con le frequenze basse particolarmente in evidenza, il che non incoraggia certo l'ascolto. Emerge però nitidamente come a suo tempo la Dracma Records abbia avuto la vista lunga, riuscendo a intuire che gli allora ragazzi che si celavano dietro il moniker Broken Glazz sarebbero riusciti a fare un grosso balzo in avanti, se spalleggiati a dovere: tanto di cappello.
Due, a mio avviso, gli episodi degni di essere qui menzionati. Da un lato 'Total Despair', il brano che tra questi lasciava intravedere le maggiori potenzialità; dall'altro 'Some Day', poi riproposta in 'Divine': e qua è possibile fare paragoni e rendersi conto di come un suono migliore trasformi una traccia carina, con qualche idea in un ottimo pezzo.
Domanda conclusiva: a chi si rivolge questa ristampa? Beh, le bonus track sicuramente solo ai fan di vecchia data, e in particolare faranno la felicità di chi possiede da due decenni i vinili dei Broken Glazz ma non è riuscito prima d'ora a procurarsi la demotape. Di ben più larga portata risulta invece il ripescaggio di 'Divine', certamente utile a tutti coloro che sono nati troppo tardi per vivere in diretta i primi passi della scena italiana, sicuramente imperdibile per chi invece ha qualche primavera in più ma per qualche motivo è stato troppo distratto per accorgersi dei Broken Glazz nel momento giusto.
Infine, riascoltare 'Divine' oggi pone dei seri interrogativi anche a noi recensori: considerando che un prodotto di oltre 20 anni fa presenta una qualità impietosamente superiore ad almeno il 90% delle uscite odierne, ha ancora un senso il “lavoro” che continuiamo a fare?
Francesco Salvatori