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Is War The Answer

TrackList
01. Is War The Answer?
02. In Your Eyes
03. Sing For The Rain
04. Your Own Misery
05. Notorious
06. Everytime I Die
07. Strong Enough
08. Welcome To My World
09. Free Fall
10. Once Again
PAVIC - Is War The Answer
(2014 - New Venture Music)voto: 8.5/10
Uscirà il prossimo 24 gennaio “Is War The Answer?”, terzo album dei Pavic, band romana ma dal carattere internazionale. Il gruppo, fondato e capitanato da Marko Pavic, vanta un curriculum di tutto rispetto, sicuramente frutto di una fortunata rete di contatti, cosa che ogni band desidererebbe per venire in qualche modo a capo della matassa!
I Pavic, infatti, fin dal primo album (Taste Some Liberty, 2005) hanno avuto l’opportunità di collaborare con grandi nomi del rock come Kee Marcello (Europe) e Tony Franklin (Blue Murder e Whitesnake). Il secondo album (Unconditioned, 2008) è stato prodotto in Svezia da operatori del settore che a loro volta lavorarono con band come Abba, Status Quo, Meshuggah e In Flames. Anche live non si sono fatti mancare niente, avendo aperto per John Corabi (Motley Crue) e Reb Beach (Whitesnake, Winger, Dokken). Dunque, non poteva mancare un grande nome per questo terzo album ed ecco che alla produzione di “Is War The Answer?” arriva Rick Beato, producer degli Shinedown.
Tutto ciò per dire che l’influenza di gente che ne sa si sente eccome nel lavoro dei Pavic. Il loro è un hard rock moderno, strutturato tanto nel songwriting quanto nel sound (al quale, volendo trovare il pelo nell’uovo, si potrebbe forse rimproverare solo il suono della chitarra distorta, a tratti troppo ronzante e granulosa). E’ un genere abbastanza radiofonico, molto americano, il tipico rock dei giorni nostri che mixa riff aggressivi di chitarre potenti con voci graffianti, bassi pomposi e batterie che schiaffeggiano, per poi aprirsi in ritornelli melodici – a volte molto coinvolgenti – accompagnati da un tappeto di seconde voci.
E’ proprio ciò che succede in apertura con “Is War The Answer?” e “In Your Eyes”, che potrebbero essere tranquillamente pezzi dei Nickelback o dei Theory Of A Dead Man! L’analogia con le band canadesi si mantiene in “Song For The Rain”, ballata coinvolgente, dal forte pathos e dal ritornello super orecchiabile (la sto canticchiando in questo momento e l’ho ascoltata una sola volta più di 10 ore fa!). In “Your Own Misery” i toni tornano a farsi aggressivi onde essere addolciti dalla melodia dei chorus, ma è il gusto dei soli di chitarra a risaltare. Di “Everytime I Die” mi colpisce l’atmosfera e la profondità apportata dalla tastiera e la linea vocale con lo scalino di un semitono sotto alla fine dei ritornelli, che da alla canzone quel mood tipicamente alternative-modern rock/post grunge americano. Si prosegue con “Strong Enough”, pezzo più hard dell’album (quasi alla Godsmack). Tuttavia la tastiera nei ritornelli risulta troppo invadente e riduce quell’impatto aggressivo che in un pezzo come questo doveva tenersi costante. “Welcome To My World” riconferma le melodie all’americana e a tratti mi ricorda gli ultimi Black Stone Cherry. “Free Fall” è il pezzo più energico e tirato, una “caduta libera” appunto, nella quale i Pavic spendono le ultime energie per poi terminare il loro volo sul morbido terreno di una dolce ballata, “Once Again”, dove nostalgia e pathos si mescolano armoniosamente.
Tirando le somme, i Pavic non aggiungono nulla di nuovo ad un genere che, forse, non ha bisogno di grosse novità, ma si sono dimostrati una band validissima, con tutte le carte in regola e i contatti giusti per fare qualcosa di grande.
Federica Blade



