Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Il Ponte del Diavolo

TrackList
1. Notte Alcolica
2. Luna Antica
3. Il Ponte del Diavolo
4. Sussurro Autunnale
5. Inverno Ancestrale
ODR - Il Ponte del Diavolo
(2014 - Nemeton Records)voto: 9.5/10
Siamo oggi qui riuniti per celebrare gli ODR, band Folk/Pagan Metal torinese. Il complesso è composto da cinque loschi individui che, come vedremo, valgono per molto di più e riservano più di un asso nella manica.
Il nome del gruppo s’origina da un dio Norreno significante "il furore che ignora la prudenza e non ascolta il buonsenso", e sicuramente descrive al meglio ciò che gli ODR hanno voluto mettere in piedi con il loro EP “Il Ponte del Diavolo”, uscito dopo tre anni di attività. Anche se, a modesto parere, l’allegra brigata sembra non dimenticarsi mai del buonsenso artistico, ed anzi, dimostrano di averne quanto basta per mettere su un ottimo prodotto.
I primi ascolti de “Il Ponte del Diavolo” mi hanno portato a ricordate alcune band che hanno dato inizio, qualche anno fa, ad un filone che poteva facilmente portare alla realizzazione di una scena folk metal italica dove il nostro idioma e gli strumenti e arrangiamenti tipici della nostra tradizione facevano da protagonisti, se non fosse per l’aver preso direzioni diverse. Negli ODR possiamo sentire il potente growl di Massimo come un echo degli Haggard, che per quanto non italiani hanno più volte dato valore alla nostra lingua nelle loro composizioni; mentre gli scream, sempre sotto il comando del caro Longobardo, fanno ricordare dei fin troppo silenziosi In Tormentata Quiete, che dopo aver dato un saggio inizio ad una possibile scena di metal pagano-intellettuale, hanno preferito la seconda definizione alla prima.
Per quanto riguarda la voce pulita, Massimo dimostra di avere un’enorme competenza anch’in questo campo: piena, profonda e mistica, ma allo stesso tempo semplice e coinvolgente, ci fa facilmente accomodare di fronte ad un boccale di birra attorno al fuoco.
L’atmosfera degli ODR è creata principalmente dalla lingua italiana, dalle strutture sempre forti e coinvolgenti, dove nessuno strumento si permette di errare e dove tutti entrano in scena al momento opportuno. Il buon senso che dovrebbe mancare, e che manca in molte altre band, per fortuna è presente e rivela scelte tecniche e strutturali di prim’ordine che riescono a dare ad ogni brano un’identità propria e a non abbandonare mai l’ascoltatore ai propri pensieri fino all’ultimo secondo. Si intravedono, certo, scelte ovvie e già calcate fin troppe volte da molti gruppi del settore, internazionali e non, famosi e non, ma questo non sminuisce il gruppo in questione, in quanto capaci di adattarli al proprio sound e rielaborarli egregiamente. Un altro punto forte degli ODR è il maestro Yaghe, che con il suo flauto sostituisce le più disparate tastiere delle altre band del genere, riuscendo a donare alla band una consistenza e un sound completamente distinguibili e a ricalcare quella tradizione musicale sempre viva, allegra, trascinante.
La maestria compositiva degli ODR e la loro capacità di miscelare tre tipi vocali, un flauto, ed un tipico assetto black/pagan metal si sente dai primi minuti dell’album, che si apre con “Notte Alcolica” fino all’ultimo secondo di “Inverno Ancestrale”, traccia di chiusura.
Il gruppo Torinese ha fatto onore al nostro metal e quest’EP è l’ennesima dimostrazione che ci sono capacità, speranze e risorse per smettere di cantare in norvegese e di troll in terra italica. Un gruppo sicuramente da tenere d’occhi e a cui auguro il meglio per i futuri lavori.
Marian Hevein