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Ascension By Awareness

TENEBRE - Ascension By Awareness
(2012 - Autoprodotto)voto: 5/10
Un disco piuttosto spiazzante, talora quasi incoerente, questo lavoro dei Tenebre. Premetto che non si tratta di un episodio recente, ma di un lavoro risalente a un paio di anni fa, di cui è previsto a breve il seguito. E, lo dico subito, dal nuovo album mi aspetto che siano corretti alcuni dei dettagli che non mi hanno convinto nell'ascolto di 'Ascension By Awareness', come mi accingo a descrivere.
Partiamo dalla produzione. Il genere proposto è un raw black metal arricchito con partiture di tastiere, quindi non mi aspetto un sound cristallino; ma qua ci sono problemi di volumi, e i suoni arrivano spesso ovattati. La traccia che ne risulta maggiormente penalizzata è forse 'Lost In The Supreme Thunderwood'.
Un secondo problema è l'inserimento, fortunatamente sporadico, di linee eccessivamente melodiche che ben poco ci incastrano con l'andamento generale. Ad onor del vero, devo riconoscere che l'esperimento funziona nell'autointitolata 'Tenebre', incentrata su un'armonia dal retrogusto oscuro e misterioro che viene ben sviluppata e integrata con inserti di maggior ferocia; forse il brano più interessante del lotto. Ma non posso certo spezzare lance in favore di assoli come quelli proposti – ad esempio – in 'Fall In Dark' o 'Rape An Angel': troppo morbidi, con tanto di substrato arpeggiato, e davvero avulsi dal contesto.
Gli episodi migliori vanno ricercati nelle prime tracce (fino a 'The Extinction Of Gods – Luce Di Sangue'), ove possiamo ascoltare un buon black metal canonico, aggressivo al punto giusto e anche movimentato nei ritmi. Di queste ho apprezzato specialmente 'Luna d'Argento': tra feroci e marci rallentamenti, tetri inserti di tastiera, e una voce secca che talvolta mi ha fatto pensare a un certo Attila, il brano ha davvero una marcia in più.
La mia impressione, alla fine, è che questo disco non sia stato composto in maniera omogenea, ma sia piuttosto un insieme di brani concepiti (e registrati) nelle varie fasi di maturazione della band: così si spiegherebbero le varie discontinuità incontrate. Va da sé – fermo restando la non sufficienza di questo album, comunque mitigata dalla presenza di qualche valido episodo – che se così fosse il prossimo capitolo discografico si presenterà in una veste ben più, passatemi il termine, elegante. Staremo a vedere.
Francesco Salvatori