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Contaminations

NEFESH - Contaminations
(2014 - Revalve Records)voto: 8/10
“Contaminations”: mai titolo fu più azzeccato!
Il terzo album dei marchigiani Nefesh è, in effetti, quanto di più lontano possa esserci da uno stile monolitico e puro. Immaginate un minestrone in cui le influenze più svariate prendono forma e vita in un “piatto unico” gustoso ed armonioso: ecco, questi sono i Nefesh, prog band di Ancona che mette in campo una personalità ed uno stile decisamente fuori dal comune.
Incontrati precedentemente su queste pagine in occasione del loro secondo album, li ritroviamo oggi come una piacevole conferma. Come in passato, è evidente l'estrema abilità con cui il combo marchigiano riesce a muoversi sui territori più disparati, passando dal thrash più aggressivo a suoni elettronici dalle tinte psichedeliche, dall'inglese alla nostra madrelingua, il tutto a volte anche nella cornice di uno stesso brano. Una versatilità, quindi, davvero notevole ed affascinante.
Certo è che le sonorità son talmente varie da risultare disomogenee e di difficile presa ad un ascoltatore distratto. “Contaminations” è perciò un album non semplice da approcciare, che richiede una fruizione attenta e partecipativa, necessaria per non perdersi in questo universo sonoro multiforme.
Per esempio, se è vero che l'iniziale “Reborn Together” sfodera un aggressivo thrash, è pur vero che riserva momenti melodici di elevata intensità, complice anche l'incredibile versatilità di interpretazione del singer Paolo Tittarelli.
“Una Piacevole Sorpresa” vede i Nefesh a loro agio anche alle prese con un cantato in italiano: anzi, oserei dire che la band dà il meglio di sé proprio quando adotta la madrelingua, riuscendo a plasmarla alla perfezione. “The Shades” invece riesce a coniugare un'atmosfera complessivamente struggente e oppressiva con decise tinte power, rendendo il tutto alquanto affascinante.
Notevole la trilogia centrale: “My Black Hole”, che combina in maniera eccelsa sonorità thrash a melodie elettroniche spiccatamente psichedeliche; “Figlio Della Vita”, in cui i Nefesh si mostrano in una inusuale quanto accattivante veste melodica e poetica; ed infine “My White Star”, in cui i nostri coniugano momenti aggressivi, accentuati dalla scelta della lingua inglese, con intermezzi melodici sottolineati dall'utilizzo della madrelingua, in un bel gioco di abbinamento sound/testo, davvero abili ed originali.
"Dreams Beyond The Sky" e "After The End" confermano quanto detto fin qua, mentre si distingue in maniera particolare “Oltre Me”, nella quale i Nefesh tornano ad utilizzare il cantato in italiano, con risultati fuori dal comune, in un testo di elevato spessore.
Come detto in apertura, “Contaminations” è quindi un album che vale decisamente la pena ascoltare, ma occore prendersi del tempo per riuscire a gustarselo a pieno in ogni sfumatura, superando il disorientamento iniziale: ribadisco, un lavoro che richiede partecipazione, ma assolutamente da non perdere.
Luy C,