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Look, We are Dying

DEATHERAPY - Look, We are Dying
(2014 - Revalve Records)voto: 7.5/10
Deathcore dirompente ed aggressivo per l’esordio discografico dei triestini Deatherapy. “Look, We are Dying”, questo il titolo dell’imminente EP, uscirà per Revalve Records nei prossimi giorni (probabilmente già fuori quando sarà on-line la review).
Anche se la band si presenta con la non indifferente tara di tutti gli stereotipi tipici che il genere musicale impone, andiamo ad analizzare in dettaglio la loro proposta.
Inizierei col dire che la produzione è sicuramente di altissimo livello, condizione indispensabile per riuscire a ritagliarsi uno spazio in un underground così folta di band deathcore. L’impatto sonoro, ma soprattutto rimico sono entusiasmanti e la perizia tecnica dei componenti non è da meno.
“Abyss of Shame” irrompe col suo tiro micidiale in una frenetica danza al massacro! Sicuramente l’elemento “estremo” è preminente, tutto funziona alla grande in virtù di un arrangiamento essenziale e diretto; pregevolissima la parte lead di chitarra.
“Mechanical Beast” rallenta di poco la velocità aggiungendo una buona dose di groove, senza snaturare le caratteristiche sonore dei Deatherapy; peculiarità che mantengono elevata anche “Black Wings”.
Nei due brani successivi, ma generalmente su tutto questo “Look, We are Dying”, anche se gli arrangiamenti non sono troppo complessi e le soluzioni rimangono quelle tipiche del metalcore, i break e i cambi ritmici sul kick non costituiscono il cardine melodico dei pezzi. A mio avviso questo è un grande pregio visto che troppo spesso, per chi suona questo genere musicale, il refrain melodico è “oscurato” dai cambi e dai breakdown di cui parlavo prima. Per dirla in parole povere non mi piace se parlando di una canzone mi rimangono impressi certi cambi a discapito magari dell’arrangiamento delle strofe o dei ritornelli. In questo i Deatherapy sono davvero bravi riuscendo a comporre canzoni d’impatto che non scadono anche dopo numerosi ascolti, mantenendo un livello tecnico molto elevato!
L’EP si chiude con “Man of Glass”, stavolta più derivativa e in leggera controtendenza col resto dell’album in ogni caso altra freccia mortale che va a bersaglio.
Consideriamo che si tratta di un EP, un esordio discografico in un ambito musicale assolutamente inflazionato; i Deatherapy sono bravi e sono riusciti a conquistarmi.
Generalmente non bastano qualche idea e una buona produzione per sollevarsi dalla superficie dell’underground; i Deatherapy ci mettono qualcosa in più, oltre a riuscire a far intravedere una personalità propria confezionano un prodotto a dir poco perfetto.
Fourarms