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Dirty Happiness

DESOURCE - Dirty Happiness
(2013 - This Is Core Records)voto: 7.5/10
Nati nel 2007 sotto il nome di My Sweet Nightmare, proponendo un metalcore alla Bullet For My Valentine e Killswitch Engage, i Desource hanno avuto una vita piuttosto travagliata, dovendo affrontare numerosi cambi di line-up che hanno quasi portato la band allo scioglimento nel 2010. Nel 2011 però l’ultimo cambio, suggellato anche dal nuovo monicker Desource, ha donato nuova linfa vitale al gruppo, che è così riuscito a dare vita al suo primo LP intitolato “Dirty Happiness”.
Ci troviamo di fronte ad un album dal sound fresco e moderno, in cui il metalcore e l’hardcore vengono inglobati in ritmi progressivi e melodici (verrebbe da chiamarlo “prog-core”!), che rendono le canzoni imprevedibili e originali.
La tecnica dei ragazzi è eccellente, belli i riff delle chitarre e le linee di basso che vengono spesso messe in risalto, la velocità della batteria e l’aggressività della voce che riesce ad essere tagliente e malinconica allo stesso tempo.
La velocità e i repentini cambi di tempo sono le forze portanti dell’album; è come un’auto lanciata in pista, che spinge a razzo in rettilineo, rallenta nelle curve e poi riprende la sua corsa sfrenata.
Così troviamo pezzi potenti e precisi come un pugno in un occhio, come: “This Plague Called Love”, “Betray”, “Deliver Me From Myself” ed “Echoes From The Inside”; ed altri più ritmati e melodici, dove la vena malinconica si sente maggiormente, come: “God Loves, Man Kills”, “Silence (The Shape Of The End)”, “Mirror’s Chest” e la strumentale “Your Perfect Day”. L’ultima canzone dell’album “Therealone” è il pezzo in cui il connubio tra queste due forze è più marcato, e ciò ne fa una perfetta descrizione dell’album.
In conclusione: ottimo debutto per i Desource che dimostrano di avere uno spirito innovativo e ottime doti compositive.
Lord Hate