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...As We Dive Into The Dark

FANGTOOTH - ...As We Dive Into The Dark
(2014 - Jolly Rogers Records )voto: 8/10
I Fangtooth sono una band nata a Messina nel 2007. Sciolta la precedente band death metal (Exhuman), i tre membri superstiti decidono di fondare una band di matrice doom metal.
Come detto in altre mie recensioni, la nostra penisola gode di ottime realtà storiche che non solo hanno avuto il merito di aver saputo interpretare la lezione dalle vecchie band storiche dell'hard 70 e della psichedelia (Black Sabbath, Blue Cheer, Coven e tante altre formazioni) ma anche di aver creato un genere il quale ha ispirato molte band estere di livello internazionale.
Recentemene, tramite la Jolly Rogers Records, esce il loro secondo album "...As We Dive Into The Dark".
"Funeral in december" è una marcia funebre degna di band estere più blasonate, quasi a voler dire "lasciate ogni speranza voi che entrate". Tre minuti di riff cadenzati e che potrebbero uscire benissimo dalla colonna sonora di qualsiasi film di Lucio Fulci.
Con "Flesh and Bolts" le cose iniziano a cambiare: infatti giri di chitarra lugubri e pesati fanno da tappeto sonoro al cantante che riesce a esprimersi al meglio, dando una bella interpretazione (mi vengono in mente i primi Candlemass). Brano dalle tinte oscure e horrorifiche e appesantito dai ricchi armonici artificiali del chitarrista. Doom alllo stato puro...
Quello dei Fangtooth è un lavoro molto incentrato sulle chitarre , come si puo' sentire anche dalla seguente "No Tomorrow". La produzione, anche se non è molto valorizzato il lavoro del basso, è sicuramente al livello di band celebri come i Saint Vitus. La band dimostra di aver imparato molto bene la lezione dai grandi del genere (Candlemass e Saint Vitus in primis) ma riesce anche ad essere personale. Non basta sempilcemente accordare un tono sotto i propri strumenti per fare doom... ci vuole molta personalità.
"Memories of a Forgotten Season" è la dimostrazione di quello che sto dicendo: infatti dopo aver picchiato duro, i nostri inseriscono un brano molto corto di sola chitarra acustica. Due minuti di arpeggi e arrangiamenti psichedelici che permettono all'ascoltatore di viaggiare in altri mondi. Se fosse stato sviluppato un brano cantato, quasi sicuramente sarebbe nata una bellissima song.
Con "Scylla" ritorniamo al doom duro e puro ma con una introduzione molto epica. Ad un arpeggio malinconico, seguono lente linee di chitarra molto oscure ma che allo stesso tempo lasciano spazio ad un cantano molto ispirato. Sembra di sentire veramente il primo album degli storici Candlemass.
Con la finale "Lord of a Kingdom Dead" arriviamo al brano più ispirato dell'album. I Fangtooth, con grande mestiere e sapienza, sanno unire il sound della vecchia scuola americana (Saint Vitus periodo "Die headling") e quella scandinava. Il brano in questione mi ricorda a livello stilistico proprio l'album dei Saint Vitus che ho citato.
Riff lenti e sepolcrali ma con una produzione molto granitica. Un lungo e oscuro epitaffio che ci porta alla conclusione di un album abbastanza ispirato e che sicuramente gli amanti del Doom non si lasceranno scappare.
Domenico Stargazer