Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
The Challenge Of Thor

SOLARSTEINN - The Challenge Of Thor
(2013 - Indipendente)voto: 6.5/10
Solarsteinn (che vuol significare Pietra del Sole, dall'Islandese) è una one man band fondata da Angelo Raffaele De Innocentiis, anche chitarrista nei Rising Moon, che qui si pone in veste vichinga, passando dalla proposta melodeath dei Rising Moon al viking metal scandinavo e con richiami che, volendo, potrebbero ricordare i Bathory di Hammerheart.
Questo suo 'The Challenge Of Thor' è un disco contenente una singola traccia che prende il nome dallo stesso EP. De Innocentiis si è occupato di registrazione, mixing e mastering presso gli Alien Recording Studio di Lanciano, città da cui è oriundo il musicista. Succitato pezzo è, in realtà, una suite di diciotto minuti basata, come leggo nella biografia, sulle Norse Ballads dello scrittore americano Henry Wadsworth Longfellow.
Bene, andiamo subito a cominciare!
'The Challenge Of Thor' sa rivelarsi una traccia variegata, nella sua interezza, partendo dall'apertura, che ci tiene sulle spine, inizialmente, con una intro atmosferica piuttosto lunga e ben congegnata, anche grazie al buon uso della tastiera, che sicuramente è uno strumento cardine in questa composizione, e che si fa viva in molte occasioni, sotto le forme più svariate (dai richiami epici/orchestrali, ad esempio, per poi tramutarsi in un inquietante pianoforte, fino alla riproduzione del suono di un flauto). Anche la chitarra svolge bene il proprio ruolo, non muovendosi mai come solista, ma fungendo da strumento "atmosferico" e ritmico, intervenendo dove è necessario. Molto grezzo il cantato, che sfrutta la tecnica del growl, e che a propria volta si sposa adeguatamente al tipo di atmosfera proposta dal nostro, che chiude il sipario proprio come lo ha aperto.
Tiriamo ora le somme...ciò che abbiamo tra le mani è senza dubbio un buon pezzo, in particolare per come sa tenere sulle spine mediante il sapiente uso di chitarra e tastiera, tuttavia traspare un potenziale non del tutto sfruttato, a cui forse una sola traccia, per quanto lunga, non avrebbe reso giustizia. In ogni caso, ritengo che il lavoro in questione possa essere apprezzato dai viking metallers, in particolare da quelli che si sono avvicinati da poco al sottogenere. Il mio invito è di continuare a comporre anche per questo progetto, in cui comunque si evince una conoscenza del genere e la voglia di fare.
Francesco Longo