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Lies

TrackList
- Nitro DK
- Lies
- Visions
- Destroy yourself
- Reflections
- Dead colours
- Faded promises
- Chain reaction [feat. Christian Machado-Ill Nino]
- Humans are a plague on heart
- A letter from the past
- Bright new world [feat. Paolo Colavolpe-Destrage]
- S.A.T.A.N.
MELLOWTOY - Lies
(2015 - Scarlet Records)voto: 8.5/10
Sono passati quasi 5 anni da "Pure Sins" l'ultima fatica discografica dei milanesi Mellowtoy che inaugurano il 2015 con un nuovo album, "Lies", prodotto da Marco Coti Zelati, bassista dei Lacuna Coil e pubblicato da Scarlet Records.
42 minuti, 10 tracce dritte allo stomaco (più un intro ed un outro) che vedono, tra l’altro, nientemeno che i feat. di Paolo Colavolpe dei Destrage e (udite udite) Mr. Cristian Machado de Il Nino. Mix e master, affidati rispettivamente a Kyle Hoffman (P.O.D, Lacuna Coil, Bush, Zebrahead) e al leggendario Howie Weinberg (Nirvana, Metallica, Pantera, Deftones, Limp Bizkit), consolidano il sound maturo di una band che in 13 anni di attività ha già calcato palchi importantissimi, anche al fianco di band come Papa Roach, Disturbed, Stone Sour, Ill Nino, Alter Bridge, HIM, Fear Factory.
Ho ascoltato almeno una decina di volte questo album. Premo play ancora una volta, mi sento pronto per dire la mia (e per la prima volta ospitato dagli amici di IDM): "Nitro DK" breve intro di un minuto scarso con il compito di farci mettere comodi e sistemare a modo il volume; parte la titletrack "Lies" perfettamente bilanciata, come del resto tutto l'album da qui in avanti, tra ritmiche semplici alla Sevendust e l'egregio mix vocale di growl e clean (del quale si fa nota di una certa similitudine con le produzioni dei Lacuna Coil di era "Comalies"); "Visions" parte decisa, ma ben presto ci proietta in atmosfere dilatate più catchy e intorno ai 2.30 il le chitarre di Diego Cavalloti e Titta Morganti mi ricordano piacevolmente Karnivool e Chevelle; "Destroy yourself", "Reflections" e "Dead Colours", nonostante l'eccellente produzione, sono forse i pezzi che meno mi convincono restando schiacciate in una leggera ridondanza di idee, o forse chi lo sa, fanno parte di quelle tracce che si apprezzano maggiormente col passare del tempo; in "Faded promises" Matt Massa strizza l'occhiolino a qualcosa di decisamente più metalcore passandosi quindi ripetutamente la palla con il più melodico Emiliano Camellini in uno schema compositivo a dirla tutta non molto originale ma pur sempre efficace; finalmente ci siamo, traccia numero 8, "Chain reaction" sinceramente la song da me più attesa, quella che ospita il frontman di una di quelle poche band che hanno davvero saputo interpretare in maniera originale un genere così controverso come il crossover/nu metal, si aggiunge quindi un microfono, arriva Christian Machado de Ill Nino e la mia attesa è ampiamente ripagata perchè la band in toto ne esce davvero rafforzata convincendo su tutti gli aspetti; sono ancora esaltato dalla track precedente e comincia la paura di sentire nostalgia del singer brasiliano e invece sul display leggo "Humans are a plague on heart" e chissà perchè, approvo, apprezzo, condivido! Ovviamente non basterebbe l'ottimo titolo, ma la track non sgonfia assolutamente l'atmosfera creata finora mantenendo l'aggressività accumulata ricordandomi immediatamente che i Mellowtoy sono 6 e sono tanta roba anche senza il bisogno di ospiti illustri. Unica nota a titolo personale, avrei evitato l'ultimo ritornello dopo il "solo" di basso di Alessandro Piccinelli; "A letter from the past" si scontra con la mia personale difficoltà con ritornelli troppo orecchiabili, soli di chitarra e abuso dei cori scream a due sillabe, tutto però come sempre decisamente ben fatto; mancano poco più di 4 minuti alla fine, Paolo Colavolpe raccoglie il terzo mic e accompagna i conterranei in "Bright new world", senza però caratterizzarne davvero molto il risultato, come invece siamo oramai piacevolmente abituati nei pezzi dei suoi Destrage; mancano 29 secondi, il titolo di questo outro in matrice hc/punk in cui il drummer Teo Camellini finalmente è libero di sfogarsi è un acronimo di cui sinceramente ignoro il significato ("S.A.T.A.N.") ma di cui apprezzo totalmente sound ed essenzialità e che mi proietta in una voglia irrefrenabile di inserire nel lettore una vecchia compilation che creai qualche anno fa trascinato da una chimerica voglia di allenamento al sacco, con "Without Jah, Nothin'" dei P.O.D. (con la guest dell'irragiungibile HR dei Bad Brains), un paio di pezzi a testa dei Raised Fist, Madball, Hatebreed, Biohazard, Walls of Jericho, Sick of it All, Agnostic Front...comunque giusto il tempo di farmi ricordare che il ginocchio non regge più e che forse è meglio tornare a sonorità più composte. Almeno per stasera.
I Mellowtoy in definitiva, hanno confezionato un prodotto di livello internazionale, decisamente ben realizzato in tutti i suoi aspetti, fatta eccezione per una dose di originalità che in effetti latita da anni nel genere stesso, dando però al contempo la certezza per l'ascoltatore di ciò che andrà ad ascoltare sin dal momento dell'acquisto. La produzione di Coti Zelati ha in effetti accentuato dei connotati che collocano la band in un crossover tra Metalcore, Nu Metal, HC e Alternative Metal che non mi ha stancato e che fa fare ai lombardi un ulteriore salto di qualità rispetto ai lavori precedenti, consacrandoli al top della scena italiana.
Quel che so in più su questa band è che anche dal vivo sono forse la migliore realtà italiana di questo genere, mantenendo le aspettative dei lavori in studio con show completi sia di un livello qualitativo che estetico... diversamente non avrebbero sicuramente potuto privilegiarsi dell'organizzazione di Bagana Rock Agency, decisamente ai vertici dell'organizzazione di eventi musicali nello stivale.
Kochis Kässbohrer



