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Deus

TrackList
1. Intro
2. Deus ex machina
3. Splende il fuoco
4. Sierra
5. Assassino
6. Sotto il sole
7. Il sole a mezzanotte
8. Il culto
9. Ceneri
OSSIMORO - Deus
(2010 - SG Records)voto: 7.5/10
Nati nel 2002, i romani Ossimoro hanno appena rilasciato il loro secondo album, 'Deus', che fa seguito a 'Corvi nel cielo spento' (2007), lavoro che ha avuto un buon riscontro sia da parte del pubblico che della critica. Stilisticamente propongono un hard rock psichedelico con qualche venatura stoner, il tutto cantato in italiano, scelta tanto suggestiva quanto piuttosto coraggiosa al giorno d'oggi.
"Deus ex machina" inaugura il disco, con le sue cadenze riecheggianti i migliori Alice in Chains; molto valida la prestazione vocale di Francesco Fornara, potente e melodica al tempo stesso. Un bell'inizio, che colloca i nostri nel solco dei milanesi Karma, autori di un paio di dischi decisamente affini a questo negli anni Novanta dello scorso millennio.
Molto dinamica la seguente "Splende il fuoco", con riuscite armonie chitarristiche e vocali e connotati accattivanti, nonché un evocativo intermezzo psichedelico che lascia il posto allo sferragliante assolo di Federico Venditti alla chitarra. "Sierra" ci catapulta in territori riff-oriented, per un torrido incrocio tra Soundgarden e Kyuss, mentre "Assassino" sembra placare le acque tempestose con i suoi arpeggi iniziali, ma presto si accende in un hard rock moderno e quadrato, interpretato dalla voce graffiante e qui leggermente effettata di Francesco; non manca il groove, grazie ad un rallentamento condito da un assolo wah-wah dal sapore blueseggiante.
La lenta e cerebrale "Sotto il sole", la scattante e diretta "Culto", la kyussiana e martellante "Ceneri" sono altre tracce degne di nota di questo 'Deus', per descrivere il quale si potrebbe parlare, in sintesi, di "copia originale", che altro non è se non un ossimoro, ossia una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini in netta antitesi tra loro, utilizzata in letteratura per creare un forte contrasto e sorprendenti effetti stilistici.
"Copia" (se non totale, almeno parziale) perché le influenze di cui sopra sono palesi, "originale" in virtù della scelta di cantare in italiano, con testi tra l'altro piuttosto interessanti. Un plauso alla marchigiana SG Records per aver messo sotto contratto il quartetto capitolino, indubbiamente meritevole della vostra attenzione e con sicuri margini di miglioramento in futuro.
Costantino Andruzzi