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Vol. 1

TrackList
01. Intro
02. The Stranger
03. Livin' on the road
04. The moon
05. Southway
06. Queen of Age
07. Three Doors
08. 20th century
09. The show
RAGEBOURNE - Vol. 1
(2010 - Autoprodotto)voto: 4.5/10
Difficile la vita del recensore: arriva, prima o poi, il duro momento in cui devi scrivere di un gruppo e di un disco che non ti sono piaciuti. I Ragebourne provengono da Arezzo e fino a poco tempo fa suonavano sotto il nome di Insomnia. Mario Caruso è il leader del gruppo e canta e suona la chitarra, accompagnato dall'altro chitarrista Marco Ciardo, dal bassista Filippo Ceccherini e dal batterista Filippo Barcaiolo. L'Ep è interamente autoprodotto e registrato agli X.E.S. Studio di Castiglion Fiorentino. Allegate al disco dal titolo sabbathiano Vol.1 ci sono le note biografiche e accanto ad una sfilza di riconoscimenti si legge che “Il loro Sound racchiude l'hard rock e la prog-psichedelia tipico degli anni 70/80, dandogli però uno stampo moderno che lo rende allo stesso tempo travolgente e originale, sperimentando sonorità innovative e minuziosi arrangiamenti.” E allora vediamo. Dopo una intro epic-gothic che poco c’entra con il contesto generale parte The Stranger, un rockettino vivace, un po’ Rage Against the Machine, con un discreto assolo finale. Livin' On The Road è un rock’n’roll di stampo seventies mentre The Moon è uno strumentale abbastanza inutile senza né capo né coda. Con Southway si riprende a battere il piede a terra ma poi la canzone si avvolge su stessa in un improbabile funky jazz. Queen Of Age dovrebbe essere la ballata del disco ma ha uno dei più brutti ritornelli mai sentiti con un coro veramente mal eseguito. Three Doors ricorda qualcosa dei Led Zeppelin e lo possiamo considerare un pezzo riuscito anche se l’assolo di batteria inserito in mezzo interrompe il feeling che si stava creando tra musica e ascoltatore. 20th Century sterza sul metal-rock con un riff che promette fuoco e fiamme ma purtroppo non mantiene nulla. The Show è un amalgama blues con armonica a bocca iniziale e finalino straziato e scontato. Prog ? Psichedelia ? Sonorità innovative ? I Ragebourne hanno le idee molto chiare su cosa vorrebbero fare ma purtroppo mancano clamorosamente l'obiettivo. Qualche idea rubata in qua e là ai mostri sacri del rock di 30 anni fa non è sufficiente a sfornare un prodotto valido nel 2010. Le canzoni mancano di una struttura convincente, alternare più generi musicali in maniera disorganica solo per shockare l'ascoltatore non sempre risulta originale. I Ragebourne si sono messi alla guida di una macchina potentissima senza avere la patente e perdono il controllo spesso, andando sovente fuori strada. Infine, ma non ultimo per importanza, la voce di Mario Caruso non mi piace, sarebbe opportuno cercare un cantante con maggiore personalità e maggiori capacità. Visti i riconoscimenti ricevuti dai Ragebourne in sede 'live' mi auguro e gli auguro che riescano a ritrasmettere queste loro capacità nel prossimo disco. Per ora, pollice verso.
Filippo Marroni