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Scenophiliac

TrackList
- Praeludium
- Scenophiliac
- A Raven Never Smiles
- The Boy Who Talked to Rainbows
- Fukyo
- The Different Revolution
BLEEDING ZERO - Scenophiliac
(2016 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
La dimensione teatrale è sempre stata un elemento importante del metal in ogni sua sfaccettatura. Sin dall’heavy metal classico, evolvendosi ed amalgamandosi sempre più e nelle più svariate forme, donando le proprie formazioni letterarie, spettacolari, e tecniche canore al panorama della musica metal.
Dal progressive, al sinfonico, power, ed addirittura le metal opera, il teatro è tanto presente nel metal quanto ogni altra influenza moderna. In particolare, i Bleeding Zero tornano ad esplorarlo in forme nuove, cercano strategie fresche e calcano sentieri poco battuti in precedenza.
Donano al teatro il fulcro stesso del proprio sound e della propria morale artistica, andando alle radici dello stesso e volendo creare delle atmosfere fiabesche, creando un mondo di storie e narrazioni contenuto in canzoni. Le ottime abilità della flautista Linda e del tastierista Gianluca collaborano alla creazione di questo spazio narrativo, con una presenza più positiva, leggiadra e marcata che in altri atti musicali.
Non mancano momenti più incisivi, misteriosi e prettamente power e symphonic metal classico, in particolare in “The Different Revolution” o “The Boy Who Talked to Rainbows”, dove Daniele ed Eduardo danno dentro riportando tutti i nostalgici indietro di qualche anno a quando si andavano esplorando i primi lavori di tali generi.
Purtroppo le capacità canore sia di Daniele che di Olympia vengono spesso messe da parte e risultanti in punti deboli nell’ascolto non tanto per le loro stesse proprietà (probabilmente, in minima parte, la pronuncia è migliorabile, ma, infondo, questo è un problema riscontrabile in quasi tutte le band italiana emergenti). La complessità della volontà canora e degli intrecci che propongono i Bleeding Zero richiederebbe una produzione più curata, raffinata e puntigliosa di quella presente in questo Ep, che enfatizzerebbe le proprietà personali, e legherebbe meglio le due controparti nei momenti di duo.
I Bleeding Zero sono sulla retta via e li consiglio a chiunque voglia ascoltare un po’ di metal vecchio stampo, carico e spontaneo, in un’ambientazione da fiaba o, appunto, da teatro.
Marian Hevein