Un disco (melodic) black metal interamente dedicato alla Repubblica di Venezia ancora mi mancava: ci pensano i Foret D'Orient a colmare questa lacuna, creando un'ambientazione suggestiva e altisonante. Lo fanno attraverso una musica adornata con influssi sinfonici, talora di stampo neoclassico: elementi tutt'altro che secondari, tanto che la loro importanza viene riconosciuta tributando 'Adagio In Sol Minore' in chiusura.

L'incedere del disco è, in un certo senso, circolare: racchiuso com'è tra intro e outro entrambe orchestrali. La parte centrale è tutto sommato abbastanza lineare, tra momenti in cui le tastiere sono usate alla Emperor, episodi in cui è maggiormente marcata un'imrponta folk ed altri ancora in cui, velatamente, vengono scomodati nomi solitamente meno “popolari” quali ad esempio i Borknagar (rieccheggiano ad esempio in 'Dominio Da Mar').

Presi di per sé, i brani appaiono buoni ma privi della “scintilla”: ma è anche vero che ha poco senso estraniarli dal contesto. Nella sua interezza, 'Venetia' ha il pregio di dar vita ad una solida base narrativa, e quindi questo intento può sicuramente dirsi raggiunto. Per il futuro suggerisco, comunque, di provare anche strade che non siano necessariamente quella del concept album: una maggior libertà di movimento potrebbe tradursi in brani più spiccatamente personali e di impatto.

Francesco Salvatori