Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Lettere
HIGH BRIDGE - Lettere
(2015 - Autoprodotto)voto: 7/10
Estremamente interessante questo nuovo ep degli "High Bridge" , una trentina di minuti in cui i nostri mettono in mostra idee, coraggio , tecnica e che segna , a detta della stessa band un nuovo inizio con il debutto del nuovo vocalist Michele Somma.
Un ep non assimilabile immediatamente, che richiede un ascolto attento e ripetuto; va dato subito atto al combo nostrano di esser riuscito però a creare strutture che non allontanano l'ascoltatore, ma anzi lo coinvolgono e lo portano a prestare attenzione alle composizioni. Accennavo in apertura di un lavoro anche coraggioso, sia dal punto di vista musicale con un bel mix tra progressive, metal estremo, hardcore e parti più soffuse, sia dal punto di vista lirico con testi che utilizzano principalmente l'italiano (massima stima da parte mia per questo) che a conti fatti risulta essere stata una scommessa vinta.
Il termine di paragone con mostri sacri come Meshuggah può sembrare scontato e a mio avviso affrettato e leggermente fuorviante, poichè in questo "Lettere" la band nostrana gioca sì con tempi dispari e strutture complesse, ma al tempo stesso si concede poco al caos nudo e crudo preferendo un approccio più ragionato seppur violento e brutale. Ci tengo a sottolineare a proposito le divagazioni più soft presenti nelle composizioni, che danno respiro a questo lavoro e che risultano melodiche al punto giusto senza essere mielose o tedianti, così come la prova vocale del nuovo vocalist Somma che si muove bene tra scream growl e pulito risultando convincente anche su quest'ultimo.
Buona anche la produzione, in linea coi canoni del genere e del momento, di quelle che io definisco un caos pulito e comprensibile, con batteria bella presente, voce avanti e corde che si distinguono nitidamente.
Tra i miei highlights di questo "Lettere" segnalo "Noia Verbale" con un ottimo lavoro delle chitarre, "Quiete" dallo splendido intermezzo sognante e ipnotico e la conclusiva "Estate", il pezzo probabilmente più modernista dell'intero lavoro (di solito apprezzo poco brani del genere, ma qui la qualità c'è e va riconosciuta) con un grande tappeto di basso dopo la metà.
Cosa altro dire... come mia consuetudine mi tengo basso sul voto, dato che è un ep e ho i miei criteri su questo tipo di pubblicazioni, se avessimo parlato di un full lenght poteva tranquillamente essere un punto in più. Quindi attendo i ragazzi al prossimo passo, per il momento mi limito a fare i complimenti.
Enrico Pulze