Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Into the Serpent's Den

TrackList
- Brothers of the Black Sword
- Metal Tyrant
- Soldiers of the Underground
- The Adventurer
- Under the Pyramids
- Spirit of the Wild
- Solar Warrior
- Beyond the Gates of the silver Key
AXEVYPER - Into the Serpent's Den
(2016 - Iron Shield)voto: 8.5/10
I toscani Axevyper tornano a pubblicare un album a quattro anni di distanza dal precedente 'Metal Crossfire'. 'Into the Serpent's Den', questo il titolo del disco, è un concentrato di heavy metal classico che sfocia a tratti nel power, nel solco tracciato dai mostri sacri del genere e spesso nelle composizioni della band emergono le influenze dei vari Iron Maiden, Saxon e Hammerfall.
Le Sonorità e le tematiche care ai veri defender si fanno avanti fin dalle note della monumentale 'Brothers of the Black Sword' che, con i suoi quasi sette minuti di durata, apre il lavoro: cavalcate maideniane (il contrappunto del basso di Andera Tognetti nella sezione strumentale ne è un esempio eclatante), cori degni dei migliori Manowar e una gran capacità vocale di Luca Cicero che ricorda da vicino il buon vecchio Biff Byford, leader dei già citati Saxon. Piede sull'acceleratore anche per la successiva 'Metal Tyrant', più breve e diretta ma ancora composta per essere un inno al metal più tradizionale. Da sottolineare in questo brano e più in generale in tutto l'album, il lavoro delle chitarre di Guido Tiberi e Damiano Michetti, davvero ispirati. I due danno prova di grande perizia tecnica ma soprattutto di grande affiatamento, sfornando continui riff ed assoli di ottima qualità.
Sulle stesse tematiche musicali e liriche si muove 'Soldiers of the Underground', mentre con la successiva 'The Adventurer' i toni si fanno più delicati, grazie ad una riuscita intro acustica. La canzone è però molto articolata e presto c'è spazio per continue accelerazioni e fraseggi strumentali che non risparmiano l'ascoltatore.
Altri brani dell'album meritano un ascolto attento, in particolare le veloci 'Spirit of the Wild' e 'Solar Warrior', ancora sospese a metà tra l'heavy metal ed il power; ma il vero pezzo forte del disco, a mio parere, è rappresentato dalla sua conclusione, affidata a 'Beyond the Gates of the Silver Key' che riprende la complessità di brani come 'Brothers of the Black Sword' ma fa salire ulteriormente l'asticella fin dalle note del riff iniziale. Il brano è denso di sonorità epiche che riescono a far convivere al meglio riff taglienti, cantato su tonalità altissime e quel po' di melodia che riesce a catturare fin dai primi ascolti. Nonostante la durata superiore agli otto minuti, il brano scorre perfettamente, senza il minimo calo di tensione, scandito dalla batteria pulsante di Niccolò Vanni ed è il miglior esempio di come gli Axevyper siano a loro agio anche nella composizione di pezzi lunghi e complessi.
Detto della grande capacità dei musicisti e della qualità delle composizioni, un ultimo giudizio positivo va speso nei confronti della produzione che, malgrado la grande potenza dei brani, non sacrifica la pulizia del suono, lasciando spazio a ciascuno strumento.
Insomma, un lavoro davvero ben riuscito, un album di inossidabile heavy metal il cui spirito, malgrado gli anni che si accumulano, è ben lungi dall'appassire.
Alberto Trump