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Wrong Turn

TrackList
- Anonymous
- 8000 HP
- Scar In The Brain
- Narrow Escape
- Craven
- On Your Own
- Call To The Void
- Modern Vampire
- Bloody Butterfly
HOT CHERRY - Wrong Turn
(2016 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Con un nome da sexy shop di provincia, i toscani Hot Cherry arrivano al debutto vero e proprio presentando nove pezzi impastati di groove Metal, stoner e una spruzzatina di quello che negli anni novanta chiamavamo “alternative” (ma alternativo a che cosa?!). Ed è proprio in quel decennio che i nostri sembrano avere le proprie radici musicali.
Questo breve disco si apre con “Anonymous”, una canzone che riesce a riscattare la trita banalità del proprio riff portante con un bel ritornello a sorpresa dotato di un’efficacia melodica che purtroppo ritroveremo raramente a questi livelli nei venticinque minuti successivi.
La traccia successiva mi porta alla mente i Trouble di 'Plastic Green Head'. Ed è davvero un gran complimento, nel caso non conosceste il riferimento...
“Scar In The Brain”, recuperata dal primo EP, è melodica e snella, un brano che si ascolta volentieri ricordando lo stoner più agile e ammiccante.
Vogliamo davvero scomodare il nome dei Kyuss? Uhm, se da una parte è vero che buona parte del movimento “stoner/groove” la si deve al loro fraintendimento, in questo album trovo poca di quella verve infuocata e sciolta dei californiani.
Le canzoni seguenti si perdono un po’ nella nebbia, ma spiccano un’interessante apertura di chitarra pulita in “Call To The Void” (per il resto un po’ debole) e un’idea interessante di assolo in “Modern Vampire”.
Gli amici della ciliegina calda macinano riff groove generici avvicinabili a quelli dei Metallica nel loro periodo più controverso, con tentativi di apertura melodica: una buona intuizione inficiata però dalla scarsa incisività delle parti.
Nei loro momenti più felici ricordano una versione grossolana dei Soundgarden di 'Bad Motor Finger'.
A riempire abbiamo altri riff ciccioni già sentiti, con cantati parimenti logori appesi a schemi vocali blueseggianti poco inventivi.
Eppure la voce (sempre raddoppiata) del leader Jacopo Mascagni riesce piuttosto bene a sopperire con una performance molto grintosa e un timbro personale a limiti di composizione, estensione e intonazione. Non mi convince sempre il modo in cui le sillabe vengono distribuite sulla metrica, ma questa è una fissa mia.
“Wrong Turn” può vantare un convincente e piacevole suono grosso, pieno e presente, anche se i suoni di batteria sembrano ottenuti con dei campioni (senza nulla togliere al bravo batterista Jaghe che fa pure dei bei fill).
I ragazzi hanno il senso della canzone e il grande pregio di essere asciutti e stringati, concludendo in tre minuti le composizioni senza comprometterne la cura.
Assoli un po’ stitici, ma almeno rari.
Quando parte la conclusiva “Bloody Butterfly” cadono le braccia per la mediocrità del riff, ma il brano si rialza arrivando addirittura a un finale melodico con basso minimale ma protagonista che stupisce e piace!
La copertina, in stile fumetto con colorazione digitale, mette in mostra la felice mano di Spadoni Gianni (si firma così), carente invece sul piano della composizione: al centro della dettagliatissima immagine c’è il vuoto, l’azione è sparsa in tanti piccoli centri e dobbiamo andarci a cercare i particolari succosi incappando quasi casualmente nel titolo e nel nome del gruppo*. Sembra un assemblaggio mal riuscito di parti ben riuscite (con tante citazioni in stile 'Somewhere in Time' degli Iron Maiden).
Dello stesso autore sembra anche il logo col transessuale baffuto.
*Mi informano dalla regia che nella versione fisica del CD, il libretto è un mini poster che ripiegato riproduce a tutta copertina il dettaglio con nome della band e titolo del disco…
Marcello M.