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Mors Tua Vita Mea

TrackList
- Mors Tua Vita Mea
- 2ND2NO1
- I Killed My Wife With A Knife
- I Love Shopping (With Your Money)
- Life On The Line
- Digital Dream Land
- Far Away
- Alone
- The Third Millenium Disillusion
- Border Of Mexico
- I Killed My Wife With A Knife (gothic version)
- Metal Bells
- Fear Of The Dark (Iron Maiden cover)
PARRIS HYDE - Mors Tua Vita Mea
(2016 - FreeMood Promotion)voto: 6.5/10
L'apparenza inganna.
Ammetto di averlo pensato dopo aver cliccato play ed aver lanciato il disco di Parris Hyde "Mors Tua Vita Mea". Perché ho commesso l'errore di aver dato prima una sbirciatina alle foto e al look della band, e di aver ingenuamente pensato che mi sarei trovata ad affrontare l'ennesimo disco di glorie mancate o perdute del glam metal.
Ci sono andata solo lontanamente vicina, perché in effetti Parris Hyde è una vecchia conoscenza della scena metal, ma con band e progetti decisamente più tendenti all'heavy metal e comunque all'hard rock.
Il disco si apre con la traccia che dà il titolo al disco, "Mors Tua Vita Mea", la quale presenta una introduzione decisamente solenne e vagamente inquietante, con organi e archi, dal sapore vagamente latino ed antico (grazie anche al titolo della traccia).
Segue "2ND2NO1", titolo cripticamente curioso, in cui si affacciano le veloci sonorità metal che caratterizzeranno tutto il proseguo dell'album e dal quale l'ascoltatore comincia a farsi un'idea della vocalità di Parris, piuttosto graffiante.
"I Killed My Wife With A Knife", titolo ironico ed inquietante allo stesso tempo, ci regala una traccia più massiccia e tirata, veloce e martellante, in bilico tra l'heavy metal classico e il thrash metal. Della stessa traccia compare anche una versione gothic, in chiusura del disco, decisamente diversa ma suggestiva.
Dopo il black humor omicida della terza traccia si passa ad un humor decisamente più leggero con "I Love Shopping (With Your Money)", titolo che decisamente ironico al quale fanno da sottofondo sonorità decisamente heavy metal classiche.
L'intro di "Life On The Line" ricorda invece un pezzo degli Scorpions, per poi snodarsi in un pezzo decisamente più melodico, ricco di cori e meno cattivo rispetto a quelli fin qui ascoltati.
"Digital Dream Land" si caratterizza, come si evince anche dal nome, per sonorità più digitali, un pezzo quasi gothic dark ricco di tastiere e atmosfere ovattate.
Si torna all'hard rock classico con "Far Away" e "Alone", ottima ballad strumentale con chitarre decisamente 80's, raffinate e sognanti.
"The Third Millenium Disillusion" riconferma le influenze thrash già riscontrate all'inizio del disco, mentre "Border Of Mexico" si affaccia su sonorità più epiche e solenni.
Il disco si chiude, a sorpresa, con "Metal Bells" ossia la versione metal di (ebbene sì) di "Jingle Bells" e "White Christmas", che certo niente tolgono e niente aggiungono a quanto fin qui ascoltato ma che semplicemente fanno divertire e scapellare un po'.
Infine una cover "ridotta" di "Fear Of The Dark" degli Iron Maiden, dalla quale traspare senza ombra di dubbio il modello di riferimento del vocalist Parris Hyde.
Un prodotto finale non malvagio, ben prodotto ma che penalizza decisamente la parte vocale (in alcuni pezzi anche un po' troppo sforzata ad onor del vero) che nei futuri lavori potrà essere migliorata per essere resa più omogenea alla parte strumentale.
Valentina Viper Martini