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Caesar [Roma Vol. I]

TrackList
- Ivlia Gens (Intro)
- Trivmviratvm
- De Bello Gallico
- Britannia Capta Erit - Alea Iacta Est (Intrumental in 2 parts)
- Roma
- Aegyptus (Tema di Cleopatra)
- Caesar (Tema di Cesare)
- Romana Conspiratio (Tema di Bruto)
- Divini Presagii (Romanorvm Deorvm)
- Le Idi Di Marzo (Iron Maiden cover)
- Ivlivs Caesar (Divvs Et Mythvs)
HESPERIA - Caesar [Roma Vol. I]
(2017 - Sleaszy Rider Records)voto:
Ho un ricordo molto positivo del penultimo lavoro di Hesperia, il particolare ‘Metallvm Italicvm’, disco molto personale e dotato di un’identità, oserei dire, unica nel suo genere, nel suo incedere, nel suo presentarsi all’ascoltatore.
L’eccentrico Hesperus, la mente che si cela dietro suddetta one man band, torna a far parlare di sé con questo disco semplicemente denominato ‘Caesar [Roma Vol. I]’, il cui titolo ci dà ad intendere che è solo il primo di più di un atto. Prima di trattare della musica, vera protagonista di questa recensione, vorrei soffermarmi sulla cura che Hesperus ha profuso nella sezione info relativa al proprio lavoro e alla sua carriera: con il disco, infatti, è arrivato, tra molte altre cose, anche un file compilato con evidente passione, dove il nostro ci parla del suo operato nel dettaglio, dei vari luoghi dove alcune voci o suoni sono stati registrati, degli omaggi inclusi nell’edizione limitata, delle parziali influenze che hanno caratterizzato questo lavoro, di come lo stesso Hesperus si sia immerso con il corpo, con la mente e con l’anima per tentare un’immedesimazione, per cercare di avvertire anche solo un po’ di quell’aria che contraddistingueva la Roma dei tempi di Cesare.
Ci è riuscito? Scopriamolo insieme.
Il lavoro, composto da undici brani (inclusa una cover riarrangiata a dovere per l’occasione), vede, innanzitutto, il cantato scindersi in due parti: la prima usa come mezzo d’espressione la lingua italiana, l’altra quella latina. Il brano omonimo, ‘Caesar’, ad esempio, è interpretato interamente in latino. Il versante strumentale propone uno stile, per la verità, alquanto mutevole, ritmiche chitarristiche aggressive e serrate, ed un apporto tastieristico che rimanda spesso alla colonna sonora, all’ epico, e che contribuisce decisamente a far viaggiare l’ascoltatore con la mente. Abbiamo anche rarissime sfuriate di matrice black metal, com’è possibile sentire in ‘Roma’. Non mancano incursioni che rendono piuttosto cangianti le atmosfere; alludo a brani come ‘De Bello Gallico’, forte di rimandi alla musica celtica, grazie anche ad uno strumento gallico chiamato crotta, che il nostro è riuscito a reperire grazie all’Associazione Fortebraccio Veregrense. Qui, Hesperus mette in risalto un cantato addolcito da quest’aria di festa preparatoria allo scontro, mostrando un lato di sé più onirico. E si continua, restando in tema di brani più particolari, con ‘Aegyptvs’ , una delle tracce più interessanti del pacchetto che rievoca un’ambientazione desertica, arida, egiziana, per intenderci. Ivi, abbiamo anche un passaggio di musica lirica dove un soprano ed un tenore (la cui voce di quest’ultimo è stata registrata nell’arena sferisterio di Macerata, “uno dei luoghi più importanti in Italia e nel mondo per la rappresentazione di opere liriche”), rispettivamente nei panni di Cleopatra e Cesare, ci deliziano con un breve ma appassionato duetto. Non mi sono ancora soffermato sulla precisione, sulla cura che Hesperus ha dedicato al cantato, forte di testi studiati a menadito per non cadere nella ripetitività, per informare l’ascoltatore sulle situazioni, sugli avvenimenti, sulle sfumature che contraddistinguono la sua esecuzione, rendendolo ora più eccentrico (‘Caesar’), ora aggressivo (‘Roma’), ora sognante (‘De Bello Gallico’, ‘Divini Presagi (Romanorvm Deorvm)’). Abbiamo anche una gradevole riproposizione di The Ides Of March degli Iron Maiden, per l’occasione rinominata ‘Le Idi di Marzo’, e che si reincarna in una veste cinematografica.
Se c’è qualcos’altro che posso fare, in conclusione, è proprio raccomandare questo ultimo lavoro di Hesperus al pubblico, poiché si tratta non solo di un disco creato e prodotto con grande passione e cura, ma anche ricco di influenze che vanno dall’heavy metal degli iron maiden all’epic metal ottantiano, fino a toccare rimandi alla musica degli anni ’50 e ’60. Per chi non fosse abituato allo stile del nostro, suggerisco di dedicargli sempre più di un ascolto, poiché se a primo acchito può incuriosire, successivamente si può anche apprezzare. In attesa del secondo atto.
Francesco Longo