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Delirium and Madness (Concerto Grosso Opera N ° 2 in G Minor)

TrackList
- Blood Prophecy
- Beyond The Reality
- Praeludium, Toccata & Fugue in D Minor
- Edge Of Twilight
- In The Mirror Of My Soul
- Incarnated Spirituality
- Trascendental Journey (Requiem In E Minor)
- Dance Of Waves
- Deep Agony
- Guardian Angels
DIONISYAN - Delirium and Madness (Concerto Grosso Opera N ° 2 in G Minor)
(2017 - Sliptrick Records)voto:
"Delirium and Madness (Concerto Grosso Opera N ° 2 in G Minor)",è il secondo disco del “monicker” Dionisyan, progetto originato dalla mente poliedrica di Tregor Russo, insegnante accademico di musica e canto, nonché compositore, arrangiatore, orchestratore e polistrumentista, attivo da oltre 20 anni e con già sei dischi a sua firma. Qui egli rielabora e rivisita elementi della musica Barocca in chiave Metal, plasmando un atmospheric doom metal con sfumature sinfoniche che potrebbero fare la gioia di quanti apprezzano sonorità vicine ai primi Nightwish o Within Temptation, contaminate da elementi più affini ai Candlemass.
Il disco è permeato da una malinconia di fondo, ma si snoda in momenti di tonalità differente: dall’ altisonante traccia di apertura 'Blood Prophecy' alla solennità di ‘Beyond The Reality’, passando per il doom più marcato di 'Edge of Twilight'. Questo particolare abbraccio, armonico quanto eclettico, si ripropone anche nelle tracce successive, tra le quali in particolare spiccano 'In the Mirror of my Soul' ed 'Incarnated Spirituality'. Il disco si chiude con 'Deep Agony' e 'Guardian Angels', brani dalle tonalità più oscure, con tanto di cantato norvegese da parte di Sarah Eick come special guest su quest’ ultimo.
Nelle intenzioni quanto nella realizzazione, "Delirium and Madness" presenta delle velleità artistiche che lo rendono già di suo un disco dalla struttura complessa, dominato da polifonie di non semplice assimilazione. Proprio la sua natura intimamente barocca però, tende ad appesantirlo eccessivamente, e la sorpresa iniziale lascia posto ad una certa prevedibilità nello scorrere di dieci tracce che finiscono per assomigliarsi un po’ troppo.
Francesco Celeste Farro