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Reborn In Aesthetics

TrackList
- (Re)Born Unto Aestheticism
- Fascination Of The Elements
- And Then There Was Pain
- Hellborn Lust
- Albatross
- R.E.M. State
- From Decay To Ascension
- Illegitimate Son
- Psychological Vampire
- Lovecide
- Mescaline
KANTICA - Reborn In Aesthetics
(2017 - Revalve Records)voto:
I Kantica nascono a Savona nel 2014 dalle ceneri di un precedente progetto chiamato Keeper Of Time, il tutto per volere del chitarrista Matteo ‘Vevo’ Venzano, desideroso di trovare elementi in grado di unire il suono tipico dell’ heavy/power con partiture orchestrali care alla musica classica. Dopo una ricerca indefessa e vari cambi di line-up, la formazione finalmente si assesta e rende possibile la registrazione di questo stesso LP di cui andiamo ad occuparci, ‘Reborn In Aesthetics’, rilasciato sotto Revalve Records.
D’impatto l’opening, ‘(Re)Born Unto Aestheticism’, una intro atmosferica che riproduce sonorità da colonna sonora a metà tra il tribale e il sacro. ‘Fascination Of The Elements’, invece, si rivela un brano incalzante dalla struttura cangiante, che se inizialmente è aperto da una ritmica roboante, favorisce successivamente un andazzo quasi solenne con cui si sposa il cantato melodioso di Chiara Manese, che qui fa capolino, per un brano che rispecchia effettivamente la volontà del gruppo, mischiando la potenza del power con un sottofondo di natura orchestrale. L’energia e la potenza non mancano decisamente, e cito a tal proposito brani come ‘Hellborn Lust’, lavoro solido e chitarristicamente esplosivo, nonché dalla struttura cangiante e sempre ben sostenuta da tastiera, chitarra e voce, strumenti praticamente chiave di questo LP. Dagli strumenti a fiato di ‘From Decay To Ascension’ come flauti e malinconiche cornamuse riprodotti dalla tastiera, si passa a tracce quali ‘Psychological Vampire’, lavoro potente che punta sull’aggressività e la velocità, sacrificando in minima parte il versante melodico. ‘Lovecide’ è un brano un po’ particolare, che parte sparato con una intro travolgente ma che successivamente calma i toni, tramutandosi, apparentemente, in una dolce ballad dove voce e tastiera si destreggiano divinamente, salvo aprirsi ancora e proporre una struttura variegata e funzionale. A chiudere le danze è ‘Mescaline’, composizione melodica e a tratti anche epica che fa leva su una ritmica solida sopra la quale si muove perfetto il cantato, come se leggero volasse tra le nuvole in un sogno. Ben fatto.
‘Reborn In Aesthetics’ è un disco decisamente solido, che non vuole strafare, ma mettere in luce esattamente ciò che intendeva proporre, mostrando semplicemente le capacità decisamente sopra le righe dei musicisti coinvolti nel progetto, che si muovono agilmente e si fanno ricordare ognuno a modo proprio. A iniziare dalla voce decisamente poliedrica di Chiara, per poi passare al duo di asce ad opera di Matteo Venzano (ritmica) e Andy ‘K’ Cappellari (solista), fino alle tastiere ora evocative, ora oniriche, ora apocalittiche di Enrico Borro.
Insomma, un prodotto di qualità che riesce nelle proprie intenzioni, un lavoro che propone un potente e pregiato symphonic power che mi sento di suggerire, e che difficilmente deluderà.
Francesco Longo