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Desounder

TrackList
- Revers
- Man From The Moon
- Dear John
- Pain
- I Take My Time
- Prisoner
- The King's Entrance
- King Of Nothing
- The Void Of Absence
- Save Our Souls
- You Fall Again
DESOUNDER - Desounder
(2018 - Andromeda Relix )voto:
I veneti Desounder presentano come front woman questa giovin pulzella dalla voce pulita, candida, soave, cristallina, gentile, molto corretta nella forma, una di quelle voci che sembrano uscite da uno di quei programmi televisivi per futuri talenti.
Si sente benissimo che la ragazza ha studiato, modula perfettamente le proprie corde vocali in base al giro degli accordi, adatta l'ugola alla melodia affinchè l'ascoltatore venga incanalato verso un magico incantesimo sonoro. Eleonora Nory Mantovani, fondatrice della band insieme a Martino Pighi (batteria), via via che le canzoni passano attraverso la lettura, crea atmosfere: onirica, per esempio, quella del primo pezzo, saltando l'intro, "Man From The Moon", oppure dai vaghi sapori orientali come in "I Take My Time", o ancora da passaggi blues-country in "The King's Entrance".
Per gli amanti degli Evanescence, Lacuna Coil, per gli adoratori di quelle voci femminili o femminee eteree, celestiali che solleticano i canali uditivi gentilmente allora, ebbene, ordunque, questo cd è per voi.
Mutatis Mutandis la chitarra di Niccolò La Torre ed il basso di Matteo Valle accompagnano i volteggi, i sollazzi, gli esercizi, le peripezie, le giravolte e le prepotenze vocali della Mantovani, come nei giri vorticosi di basso e chitarra e nell'incedere prepotente della batteria facevano da tappeto insignificante e da rassicurante cornice ai violenti, dissacranti, velenosi e nichilistici testi dell'hardcore tutto degli anni 80.
Ovviamente ribadisco con i dovuti distinguo.
L'acme di questo parallelismo, secondo me, si raggiunge in "The Void Of Abscence": l'arpeggio iniziale appoggia lievemente, con la nota dominante, la voce, che poi puntualmente si dipana dentro l'armonia liberando le conoscenze tecniche frutto di anni di studio. Eleonora non perde mai la bussola e sembra che diriga gli strumentisti con una direzione fantasiosa e magistrale; li guida, li invoglia, li dirige verso la dinamica evolutiva del pezzo, enfatizzando ora un passaggio oppure lanciando, preparandone l'apprezzamento, il cambio di tonalità e di accordo. Trampolino di lancio i tre strumenti, fanno da arco teso per il finale sempre più cantato a pieni polmoni toccando picchi vocali quasi irraggiungibili.
Da una band che ha aperto i live a gruppi del calibro di Mike Terrana Band, The Mentalettes, Forever Still bisognava aspettarsi qualcosa del genere.
L'11 traccia "You Fall Again" è forse la più pesante, musicalmente parlando, di tutto il lavoro, dove gli strumenti sfoderano un po' di coraggio, entrano in campo e si mischiano nel gioco sporco e ruvido proposto dalle linee del cantato. Carino il passaggio prima dell'assolo di Niccolò La Torre, che ci ricorda un po' certi tocchi alla Bryan Adams.
Leonardo Tomei