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Zeitgeist

TrackList
- Tempus Fugit
- Legend: The Omega Man
- The Sleep Of reason
- Replicants
- Ghost Of The Ruins
- Burning Skies
- Tywysoges
- Rebellion
- Fight For Life
- Cybersteria
EDWARD DE ROSA - Zeitgeist
(2018 - Revalverecords)voto:
È con entusiasmo e ambizione che il chitarrista pugliese si butta nell’avventura di un progetto che porti il suo nome, ma che allo stesso tempo possa suonare come una vera band.
E ci prova nel migliore dei modi avvalendosi di validi professionisti, dalla post produzione nello studio di Londra (che fa sempre figo), alle orchestrazioni, fino al carico da undici: lo straordinario talento vocale di Giacomo Voli (sì, quello della tv e dei Rhapsody of Fire).
Gli Edward De Rosa si propongono come band progressive Metal, ma non è che ci sia un approccio particolarmente progressivo alla musica, a meno che non ci si accontenti dei luoghi comuni del genere, come ritmiche a effetto telegrafo, note lunghe sui cantati e un marcato gusto virtuosistico negli assoli. Se proprio volessimo appiccicare etichette direi che siamo di fronte a un robusto power metal piuttosto curato ma non troppo sorprendente.
Dopo una intro ad effetto sinfonico/cinematografico (videogame?) del tutto innocua, si parte col primo brano vero e proprio e col primo dei tanti riff tra Stratovarius e Nevermore che punteggiano l’album. “The Omega Man” è un bel powerone molto godibile, con una voce entusiasmante e travolgente che nelle armonie sa anche ringhiare!
Noto con piacere una predilezione per i tempi veloci anche nelle composizioni successive.
Coraggiosa la scelta di proporre come singolo un brano strumentale.
Le parti più convincenti e personali di tutto il lavoro sono, come auspicabile, gli assoli di chitarra, mentre a livello compositivo trovo qualche forzatura e qualche passaggio armonico poco fluido tra le sezioni interne delle canzoni, che però sono forse anche le parti più interessanti, dato che si scostano da un impianto altrimenti piuttosto collaudato, se non addirittura prevedibile (in un contesto prog Metal).
Bella l’idea di un breve intervento vocale in italiano su “Fight For Life”, per il resto strumentale.
Vorrei citare tra le canzoni più riuscite la power ballad “Tywysoges”, dove l’utilizzo di una voce femminile riesce nella delicata impresa di non compromettere la riuscita, anche emotiva, del pezzo (bellissimo il passaggio “a monster of ice, a magic device”); e soprattutto la conclusiva “Cybersteria”, cui sono state riservate tutte le migliori idee melodiche e compositive, per un coinvolgente e tiratissimo finale col botto!
Copertina valida e pertinente con il contenuto.
Faccio fatica a visualizzare un vero gruppo dietro a questo progetto solista (basta dare un'occhiata alla foto "di gruppo"...), che oltre ad avere un forte sapore di griglia metronomica ed editing, sembra lasciare in secondo piano strumenti come il basso (sia come arrangiamenti sia come udibilità) a favore di onnipresenti sintetizzatori, di cassa e rullante (piuttosto bassi nel mix invece i piatti, ritmici e non) e ovviamente chitarre. Ne risulta un suono con molta poca dinamica e privo di quella arrembante “pericolosità” che un tempo caratterizzava l’Heavy Metal, ma che farà pompare con piacere le casse di chi ascolterà queste tracce da un impianto decente e non dallo smartphone.
Marcello M